domenica 12 giugno 2011

Ed ora tutti al voto anche contro chi intende affossare la democrazia


Il primo politico ad invitare ad astenersi e a non votare fu quel delinquente di Bettino Craxi nel 1991 in occasione del referendum sul sistema elettorale, un appello vergognoso, se pur consentito dalla nostra Costituzione, che rappresenta uno schiaffo alla democrazia ed a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per garantire il voto a tutti. Da quella prima volta puntualmente il partito dell'astensione in occasione dei referendum ha sempre trovato politici di dubbio spessore morale pronti ad invitare i cittadini italiano ad andare al mare (i referendum purtroppo nel nostro paese si svolgono sempre in estate). Salvo poi il lamento, da parte degli stessi politici, quando l'astensionimo tocca punte preoccupanti nel caso di elezioni politiche o amministrative, ecco allora tutti a lamentarsi del dell'alta percentuale raggiunta dal partito dell'astensionismo. Oggi, sulla scia del politico ladro per eccellenza, quasi tutto il governo, con il suo capo in testa, ha dichiarato di non andare a votare lasciando almeno da parte l'invito indecente a seguire il loro cattivo esempio. Ecco perchè la prima vittoria sarebbe raggiungere il quorum e dire a questi governanti da strapazzo che sarebbe bene si dedicassero ad altre attività come pulire i cessi piuttosto che fare politica. Qualcuno di loro si è addirittura lanciato in un esercizio dialettico per spiegare le ragioni del non voto e per giustificare l'astensione. Il ragionamento diabolico sarebbe questo: il mio voto se andassi a votare sarebbe un No ma allo stesso tempo questo voto servirebbe a raggiungere il quorum per rendere ammissibile il referendum, se il quorum venisse raggiunto ci sarebbe il rischio della vittoria dei Si ed allora essendo contrario ai Si non vado a votare. Come dire per evitare che il popolo di esprima democraticamente e prevalga il volere della maggioranza, mi astengo per cui contribuisco a rendere nulla la consultazione e impedisco che la maggioranza dei cittadini abbia il sopravvento. Alla faccia della democrazia. Questi sono ragionamenti da regime totalitario e non da un politico chiamato a governare un paese democratico dove il volere della maggioranza dovrebbe essere sempre rispettato. In seguito a questo ragionamento se i quattro referendum raggiungessero il quorum il governo con in testa il suo capo, l'Indagato del Consiglio, dovrebbe dimettersi imemdiatamente in quanto si dimostrerebbe che nel paese ormai c'è una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne nel 2008, se poi addirittura vincessero i Si il risultato rappresenterebbe una bocciatura su tutti i fronti per la politica del governo..

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