
giovedì 30 giugno 2011
Il bluff della Lega

Etichette:
elezioni,
governo,
Lega Nord,
politica interna
martedì 28 giugno 2011
Tremonti ha inaugurato la campagna elettorale del 2013

lunedì 27 giugno 2011
Un regime stile America del Sud
Ciò che sta accadendo in questo paese è qualcosa che pone l'Italia fuori dalla democrazia: il governo si mantiene in vita grazie ad una maggioranza parlamentare che ormai non trova più riscontri nel paese reale. E' stato dimostrato dalle elezioni amministrative, è stato dimostrato dai referendum e lo è dimostrato anche in queste ore durante le quali, mentre la maggioranza di centro destra sembra essere allo sbando, il governo impone la propria volontà grazie ai blindati della polizia e delle forze dell'ordine mentre lascia allo sbando la città di Napoli sommersa dall'immondizia. Tutto questo mentre alla prima udienza preliminare del processo Ruby a carico di Nicole Minetti, di Emilio Fede e di Lele Mora, viene alla luce una squallida storia di prostituzione minorile che vede coinvolto l'Indagato del Consiglio. Il governo non ha più consensi e deve ricorrere alla forza emulando i famosi regimi sudamericani od il più recente regime cinese per riuscire ad avviare quei lavori per l'alta velocità in Val di Susa fortemente osteggiati dalla popolazione locale. Si è preferita la strada della forza dando vita ad una specie di guerra civile piuttosto che cercare il consenso delle popolazioni locali e la loro collaborazione. Ma d'altra parte come tentare di avere consenso da parte di chi vede distruggere il proprio territorio per un'opera inutile ed i cui vantaggi sono sicuramente superiori ai disastri ambientali che provocherà. Si è scelta quindi la strada della forza scatenando le forze dell'ordine contro cittadini che protestano da mesi in maniera pacifica, con la forza si sono sgomberate le barricate scatenando però una protesta che ora si sta estendendo a tutto il paese. Un governo quindi che prende le distanze dalla popolazione e lo fa anche a Napoli dove è in atto il boicottaggio, sul fronte della spazzatura, contro il nuovo sindaco De Magistris, colpevole di aver sconfitto il candidato del Pdl. La maggioranza e soprattutto la Lega, per recuperare consensi, non si fanno scrupoli a fare in modo che i rifiuti di Napoli, nell'emergenza contingente, non siano portati fuori dalla Campania nonostante la disponibilità di altre regioni ad aiutare la campania stessa. E se De Magistris vietasse l'ingresso a Napoli di cittadini del nord per le prossime vacanza estive ? Sarebbe una giusta ritorsione e probabilmente l'inizio di quella guerra civile che appare sempre più inevitabile per liberare il paese del regime di Berlusconi-Bossi. Nel frattempo anche all'interno della maggioranza è in atto un tutti contro Tremonti che dovrebbe con la sua prossima manovra salvarci o per lo meno metterci al riparo dal rischio fallimento in stile Grecia. Ma Lega e i vari ministri che dovranno sopportare i tagli di Tremonti non sono disposti a vedersi tagliare i propri orticelli e sarebbero più favorevoli ad un prelievo ai soliti lavoratori dipendenti e pensionati piuttosto che ad un energico dimagrimento dei costi della politica. Il tutto mentre sempre la Lega per rifarsi della batosta elettorale alimenta la speranza della diminuzione delle aliquote Irpef, una diminuzione che se messa in atto sarà solo di facciata perchè i soldi che gli italiani eventualmente sborseranno in meno grazie alla nuova Irpef (ammesso che sia un'ipotesi percorribile) saranno loro prelevati attraverso altro canali come per esempio aumenti di Iva. Insomma fra guerre interne e guerre contro i cittadini, il paese continua a non essere governato mentre deve digerire il "puttanificio" che il presidente del consiglio aveva organizzato e che lentamente sta venendo alla luce grazie al processo Ruby contro i suoi magnaccia Minetti, Fede e Mora. Sarà un'estate calda anche se le temperature non saliranno sopra i 30 gradi ....
Etichette:
Berlusconi,
dittatura,
economia,
Lega Nord,
politica interna,
tasse
mercoledì 22 giugno 2011
Il gioco del se fossi

Se fossi un elettore della Lega Nord. Se fossi una della Lega, soprattutto stasera dopo la due giorni di Senato e Camera e dopo Pontida, straccerei la mia tessera di partito e manderei al diavolo Bossi e la sua congrega di scalda poltrone. La Lega dopo che è entrata al governo insieme a Berlusconi non ha ottenuto niente di quelli che erano i propri caposaldi ma soprattutto ha sovvertito completamente il suo spirito. La Lega è partita dallo slogan Roma ladrona ed arrivata ad occupare quelle poltrone simbolo del potere alle quali si è attaccata con quel collante tipico dei governi della prima repubblica. E come mi dovrei sentire stasera, elettore della Lega che ha partecipato a Pontida, ha gridato secessione, ha ascoltato Bossi fare tanti proclami ? Come mi dovrei sentire dopo che tutti quei proclami sono finiti nel nulla ? I ministeri resteranno a Roma, la guerra in Libia continua, le tasse non si abbassano. Ecco io elettore della Lega se di andasse a votare oggi e non avendo il coraggio di votare i partiti dell'opposizione, mi asterrei ma allo stesso tempo sarei notevolmente incazzato con i miei leader che mi hanno preso in giro.
Se fossi un elettore del Pdl. Se fossi un elettore del Pdl e avessi ancora mantenuto le mie facoltà di intendere e di volere, avrei strappato la mia tessera elettorale già da un pezzo. E non solo perchè il mio leader, Berlusconi, dopo tre anni di governo e dopo i precedenti cinque intervellati da due anni di centro sinistra, non ha praticamente fatto niente di ciò che il suo programma prevedeva tanto è vero che ieri ed oggi ha proposto per l'ennesima volta il suo programma pieno di faremo, ma soprattutto perchè i suoi comportamenti mi hanno fatto vergognare prima come italiano e poi come uomo. Di fatto poi il partito non esiste più dopo la cacciata di Gianfranco Fini e dei suoi per cui io, elettore del Pdl, non potrei che sentirmi tradito in quanto ho espresso un voto che non ha più alcun significato.
Se fossi un elettore del Pd. Se fossi un elettore del non potrei sentirmi molto diverso da un elettore del Pdl, se si esclude il fatto di avere un leader puttaniere (perchè questo è il termine giusto), anche il Pd non esiste più nella veste in cui si è presentato alle elezioni del 2008. Smembrato, incapace di fare una seria opposizione ma soprattutto incapace di dare vita ad un'alternativa nella sua continua ossessione di catturare elettori moderati o semplicemente delusi dal centro destra e soprattutto da Berlusconi. Se fossi un ex comunista sarei completamente deluso dalle posizioni moderate di un partito che invece dovrebbe rappresentare l'avanguardia riformista, se fossi un ex margherita sarei ugualmente deluso per delle posizioni che spesso contrastano con i principi di quel gruppo che è stato inglobato solo per fare cassa. Ma soprattutto quello che delude è l'incapacità di farsi trovare pronti per eventuali elezioni e di rappresentare una vera e propria alternativa per il paese.
Se fossi un elettore dell'Idv. Devo dire che fino ai referendum ed anche dopo l'esito dei referendum non potrei che essere stato orgoglioso di essere un elettore del partito di Di Pietro. E' vero fra le file dell'Idv ci sono stati dei traditori che se ne sono andati passando fra le file di Berlusconi, ma fino ai referendum l'anima del partito non è cambiata. Oggi però dopo il successo del referendum e dopo il dibattito alla camera, non sarei più tanto sicuro che il partito ma soprattutto il suo leader sia lo stesso al quale avevo dato il voto nel 2008. Di Pietro oggi si è fatto beccare in amorevole conversazione con quello che era l'odiato nemico e soprattutto ha attaccato il suo alleato nell'opposizione, il Partito Democratico. Certo un attacco giusto e sicuramente una spinta a non rimanere immobili e a prendere l'iniziativa, ma un attacco condotto nella sede sbagliata mentre si stava discutendo dell'ennesimo programma del governo Berlusconi. Da elettore dell'Idv non sarei nelle stesse condizioni dell'elettore di Lega, Pdl e Pd ma avrei molti dubbi sul futuro del partito.
Se fossi un elettore dell'Udc. Probabilmente in qualità di elettore dell'Udc sare l'elettore che sta meglio fra tutti gli altri, ma solo perchè l'Udc è un partito privo di coerenza, che sta con i frati e zappa l'orto, capace di stringere alleanze sia con il centro destra che con il centro sinistra nelle elezioni amministrative. In questa veste non avrei di che lamentarmi se non per un piccolo particolare: Casini aveva assoldato fra le file del partito quel Cuffaro per il quale si era anche sbilanciato nell'offrire garanzie, salvo poi essere smentito dalla condanna di Cuffaro finito in galera. Se l'Udc non fosse il partito che è come elettore questa vicenda sarebbe stata sufficiente a farmi come minimo astenere alle prossime elezioni, ma la versatilità di questo partito e quindi anche dei suoi elettori è tale che questo rischio non è nemmeno pensabile.
.
Etichette:
elezioni,
partiti,
politica interna
martedì 21 giugno 2011
Da Pontida al Senato ... la maggioranza di governo in confusione totale

Etichette:
Berlusconi,
giustiza,
governo,
Lega Nord,
politica interna,
sicurezza,
tasse
domenica 19 giugno 2011
Da Pontida solo ... pericolose bischerate

Chi si aspettava chissà quale clamorosa proposta o iniziativa dalla pagliacciata di Pontida è stato profondamente deluso. La Lega guidata da un leader che ormai, a causa della sua malattia, non riesce più a pronunciare un discorso che sia comprensibile (e infatti le parti essenziali erano già state rese note da stamani) ha messo in scena la solita musica, una musica da non sottovalutare e pericolosa per il paese, ma niente di nuovo rispetto a quanto già non fosse noto a tutti. Bossi lancia minacce attraverso richieste che altro non sono che un diversivo rispetto ai problemi centrali del paese, ma non prende un'iniziativa seria e coerente perchè sa benissimo che una crisi di governo in questo momento politico sarebbe una disfatta anche per la Lega. Ed allora piuttosto che dare indicazioni su come risolvere la crisi economica ed evitare il rischio fallimento sulle orme della Grecia, si lascia andare a richieste di contorno buone solo a far scatenare applausi e grida dal popolo verde con le corna di bue sulla testa. Ministeri al Nord come se non sapesse che questa strada è assolutamente impraticabile oltre che anticostituzionale, ma la sceneggiata è sicuramente d'effetto con il sindaco di Monza che mette a disposizione una villa ed una targa per dislocare la sede dell'inutile ministero presieduto da Bossi stesso. Fine della guerra in Libia come se non avesse avuto la possibilità di non farla nemmeno iniziare questa guerra causando anche la caduta del governo Berlusconi, ma ora torna a tuonare ben sapendo che poi il cavaliere lo farà tornare sui suoi passi con la carota del completamento del federalismo. Diminuzione delle tasse proprio nel giorno in cui Tremonti annuncia che la manovra da 40 miliardi sarà anticipata a causa del pericolo fallimento ormai molto vicino. Fra l'altro è bene sottolineare che la proposta di revisione dell'Irpef proposta da Tremonti e appoggiata da Cisl e Uil, ex sindacati dei lavoratori ed oggi sindacati servi di Marchionne e Marcegaglia, prevede una riduzione per le fasce alte, un aumento delle fasce medie e basse quelle cioè dalle quali il gettito è assicurato. Il tutto condito da qualche migliaio di esagitati che gridavano secessione secessione o Padania libera senza rendersi conto primo che la secessione sarebbe un notevole danno anche per loro, secondo che la Padania è un'invenzione creata ad arte per gli allocchi verdi al fine di consentire a chi gridava Roma ladrona di occupare abusivamente delle poltrone molto remunerative. Insomma i dirigenti della Lega ormai sono smascherati, da una parte stanno nelle istituzioni dall'altra fomentano, senza convinzione, il popolo contro le istituzioni stesse, ma di idee serie e perseguibili per il bene del paese nessuna. Quali le prospettive ora ? ... Ci barcheneremo fino al 2013 con il rischio ormai sempre più probabile di finire come la Grecia a meno che l'opposizione non abbia una vera e propria impennata di orgoglio e riesca a far cadere il governo ma con un progetto serio, percorribile e soprattutto con gente che condivida tale progetto.
Etichette:
economia,
elezioni,
governo,
Lega Nord,
politica interna
venerdì 17 giugno 2011
Aspettando Pontida il paese marcia spedito e passa dalla P2 alla P4

Etichette:
Berlusconi,
governo,
maggioranza,
partiti,
politica interna
mercoledì 15 giugno 2011
Le sorti del governo e del paese legate ad una ridicola pagliacciata

Etichette:
elezioni,
governo,
Lega Nord,
politica interna
martedì 14 giugno 2011
Mi sono rotto i coglioni di Formiconi, Brunetta, Quagliarello e tutti i denigratori dei referendum

Etichette:
acqua,
Berlusconi,
giustizia,
nucleare,
politica interna,
referendum
Aspettando il 22 giugno ..

Ed ora inizia un nuovo periodo di attesa e di transizione in attesa della verifica che il 22 ed il 23 giugno se celebrerà in parlamento per il governo di centro destra. E' dall'aprile del 2008, dopo la vittoria alle elezioni politiche, che questo governo attraversa questi periodi di transizioni senza combinare niente oltre ai tentativi di maldestri di addomesticare la giustizia per tenere lontano il suo capo dalle aule giudiziarie e dai processi che lo vedono coinvolto. Dopo il 2008 ci sono state le europee del 2009, poi le regionali del 2010, poi amministrative e referendum del 2011 e nel mezzo i vari scandali che hanno visto coinvolto Berlusconi in prima persona, da Noemi Letizia e le escort guidate dalla D'Addario a Ruby, prostituta minorenne, passando alla separazione politica con Gianfranco Fini. Tutti avvenimenti che hanno tenuto impegnato la maggioranza in una continua campagna politica, mentre Berlusconi impiegava il suo tempo nel reclutamento di merceneri in parlamento per tenere in piedi un governo sempre più traballante. Gli scandali extra politici che lo hanno travolto, i suoi atteggiamenti spavaldi ridicoli anche in consessi internazionali, non solo gli hanno fatto perdere credibilità ma hanno anche allontanato il suo alleato più fedele: la Lega Nord. Questo allontanamento silenzioso sembrava andasse tutto a vantaggio della Lega stessa ma le tornate elettorali e referendarie di maggio e giugno hanno invece dimostrato che la base leghista ha preferito astenersi alle amminstrative ed andare contro il proprio partito ai referendum. Il giorno dopo la vittoria dei referendum ci troviamo ancora in un periodo di transizione. Dopo la fiducia conquistata a dicembre 2010, l'Indagato del Consiglio annunciò che ora il governo avrebbe dato avvio alle riforme, quelle che dovevano portare fuori il paese dalla crisi economica. Ma a parte la fregatura del federalismo voluto dalla Lega e per fortuna non ancora portato a termine, poi Berlusconi è stato impegnato con il legittimo impedimento (bocciato in parte della Corte Costituzionale e definitivamente dai cittadini), poi si è entrato personalmente nella campagna elettorale delle amministrative, poi i referendum, insomma non sono i processi a impedire al Capo di Governo l'attività politica, ma bensì la sua alterigia, il suo guidare un partito come fosse un monarca dove solo lui può e deve fare tutto, anche presentarsi alle elezioni comunali e fare campagna elettorale. Questa sua attività extragovernativa sommata al suo stile di vita che lo ha portato in mezzo a scandali a sfondo sessuali oltre che invischiato in processi per corruzione, è la causa principale del distacco prima di Fini ed ora forse della Lega. Il tempo delle promesse sembra essere terminato, anche perchè ormai le promesse non mantenute sono moltissime, la legislatura volge al termine e trascorsa l'estate, qualora il governo si mantenga ancora in piedi, inizieranno le manovre per la campagna elettorale del 2013. Insomma qualora la legislatura proceda c'è la certezza che il governo non sarà in grado di combinare niente ed allora sarebbe bene che si mettesse fine a questa agonia che va avanti ormai da oltre tre anni. Certo questo comporta che l'opposizione deve fare tesoro di questo mese e mezzo di successi elettorali, lasciando da parte gli indugi e prendendo un indirizzo chiaro su alleanze e sul leader che dovrà affrontare il centro destra senza però farsi prendere da tentativi che vadano contro quanto indicato dagli elettori. Apprestiamoci quindi a vivere altri 8 giorni di manovre per arrivare al 22 e 23 mentre il paese va alla deriva ... ma ora arriva l'estate e tutto passerà in secondo piano.
Etichette:
elezioni,
governo,
Lega Nord,
maggioranza,
opposizione,
politica interna
lunedì 13 giugno 2011
Impoverito il governo ma senza uranio

Siamo ad un'ora dalle chiusure delle urne per i referendum ed ormai il raggiungimento del quorum è assicurato come è assicurata la vittoria dei SI. E' una vittoria eccezionale anche alla luce della vergognosa disinformazione della televisione pubblica che ha dimostrato un completo asservimento ai voleri dell'Indagato del Consiglio che ha chiesto ed ottenuto fra l'altro l'allontanamento di Santoro. Ma la disinformazione della Rai è stata bilanciata una volta tanto dalla rete, dai social network, dai blog che hanno sopperito a quella disinformazione pubblicizzando in maniera adeguata i quesiti dei referendum e portando anche al di fuori della rete l'informazione sul nucleare, sull'acqua e sulla giustizia ad personam. Che sia una vittoria contro il governo, contro la maggioranza e soprattutto contro Berlusconi è indiscutibile in quanto mette in discussione la politica del centro destra in fatto di piano energetico, di privatizzazione dei servizi pubblici e in tema di protezione del capo del governo dalla giustizia che, non lo persegue, ma giustamente tenta di processarlo per le sue attività al di fuori della legalità. Una bocciatura su tutti questi fronti, una bocciatura nonostante i tentativi di evitare la consultazione con escamotage antidemocratici, un bocciatura nonostante le indicazioni di non voto del Presidente del Consiglio. Il governo ora è davvero alla frutta perchè mentre da una parte il referendum lo boccia su tutta la linea, contemporaneamente al suo interno le divisioni aumentano giorno per giorno e si acuiscono sul tema della pressione fiscale. La Lega per recuperare terreno rispetto alla sconfitta delle amministrative, ma anche dei referendum in quanto molti cittadini leghisti sono andati a votare nonostante l'astensione del leader carismatico Bossi, tenta la carta della diminuzione della pressione fiscale, ma tale riduzione è osteggiata dal ragioniere dello stato Tremonti che non intende cedere su questo fronte a causa dei conti dissestati dello Stato. Che accadrà ora ? Il centro sinistra si deve preparare ad un eventuale crisi di governo cercando di eliminare le polemiche interne, di non tentare accordi già sperimentati negativamente in passato, di agganciare tutta la sinistra a partire di SEL di Vendola perchè questa è l'unica strada percorribile per abbattere Berlusconi senza pensare di attrarre a se la Lega che vuole una cosa sola, il federalismo per affossare il paese.
Etichette:
acqua,
Berlusconi,
giustizia,
governo,
nucleare,
politica interna,
referendum
domenica 12 giugno 2011
Ed ora tutti al voto anche contro chi intende affossare la democrazia

Il primo politico ad invitare ad astenersi e a non votare fu quel delinquente di Bettino Craxi nel 1991 in occasione del referendum sul sistema elettorale, un appello vergognoso, se pur consentito dalla nostra Costituzione, che rappresenta uno schiaffo alla democrazia ed a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per garantire il voto a tutti. Da quella prima volta puntualmente il partito dell'astensione in occasione dei referendum ha sempre trovato politici di dubbio spessore morale pronti ad invitare i cittadini italiano ad andare al mare (i referendum purtroppo nel nostro paese si svolgono sempre in estate). Salvo poi il lamento, da parte degli stessi politici, quando l'astensionimo tocca punte preoccupanti nel caso di elezioni politiche o amministrative, ecco allora tutti a lamentarsi del dell'alta percentuale raggiunta dal partito dell'astensionismo. Oggi, sulla scia del politico ladro per eccellenza, quasi tutto il governo, con il suo capo in testa, ha dichiarato di non andare a votare lasciando almeno da parte l'invito indecente a seguire il loro cattivo esempio. Ecco perchè la prima vittoria sarebbe raggiungere il quorum e dire a questi governanti da strapazzo che sarebbe bene si dedicassero ad altre attività come pulire i cessi piuttosto che fare politica. Qualcuno di loro si è addirittura lanciato in un esercizio dialettico per spiegare le ragioni del non voto e per giustificare l'astensione. Il ragionamento diabolico sarebbe questo: il mio voto se andassi a votare sarebbe un No ma allo stesso tempo questo voto servirebbe a raggiungere il quorum per rendere ammissibile il referendum, se il quorum venisse raggiunto ci sarebbe il rischio della vittoria dei Si ed allora essendo contrario ai Si non vado a votare. Come dire per evitare che il popolo di esprima democraticamente e prevalga il volere della maggioranza, mi astengo per cui contribuisco a rendere nulla la consultazione e impedisco che la maggioranza dei cittadini abbia il sopravvento. Alla faccia della democrazia. Questi sono ragionamenti da regime totalitario e non da un politico chiamato a governare un paese democratico dove il volere della maggioranza dovrebbe essere sempre rispettato. In seguito a questo ragionamento se i quattro referendum raggiungessero il quorum il governo con in testa il suo capo, l'Indagato del Consiglio, dovrebbe dimettersi imemdiatamente in quanto si dimostrerebbe che nel paese ormai c'è una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne nel 2008, se poi addirittura vincessero i Si il risultato rappresenterebbe una bocciatura su tutti i fronti per la politica del governo..
Etichette:
governo,
politica interna,
referendum
sabato 11 giugno 2011
L'ultima trovata di Berlusconi: le minacce di AlQaeda

Etichette:
Berlusconi,
governo,
politica interna,
terrorismo
venerdì 10 giugno 2011
Non è il calcio malato, sono malati gli italiani ..... ma volendo posso guarire

Etichette:
calcio,
scandali,
sport,
televisione
giovedì 9 giugno 2011
Quattro SI per affossare il governo

Il Presidente della Repubblica dichiara di andare a votare ed esercitare un diritto sacro santo, il Presidente del Consiglio dichiara che non andrà a votare: sarebbero sufficienti queste due prese di posizione per dare ai referendum il giusto significato politico. Non si va a votare solo per chiudere definitivamente con il nucleare, per sancire un principio sul quale non ci sarebbe stato bisogno nemmeno di discutere e cioè che l'acqua è un bene pubblico essenziale per la vita e sul quale nessuno deve fare affari, e per rafforzare uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, l'uguaglianza fra tutti i cittadini davanti alle legge, ma si andrà a votare anche contro chi ha voluto con la propria politica di governo andare contro tali principi. Il Partito Democratico e l'Italia dei Valori e tutti i comitati promotori dei referendum hanno paura ad assegnare anche un significato politico ai referendum di domenica prossima, ma il significato politico è intrinseco alla natura dei quesiti referendari. Sono tutti quesiti che vanno contro la politica del governo di centro destra e quindi come si fa a dire che il referendum non è contro il governo ? Per non parlare poi del quesito sul legittimo impedimento che piuttosto che contro il governo è indirizzato contro la figura del Presidente del Consiglio che, da quando è entrato in politica e ogni volta che sta al governo, ha fatto della sua incolumità ai processi che lo vedono continuamente in causa la propria bandiera politica. Non nascondiamoci dietro finti paraventi per paura di non raggiungeere il quorum, questi referendum dopo la batosta alle amministrative è l'occasione per assestare un altro colpo basso ad una maggioranza che da segni di cedimento ed un'occasione da non perdere. E proprio in queste ore che uno dopo l'altro i vari ministri dichiarano la loro astensione fino ad arrivare allo stesso Berlusconi, la partecipazione al referendum sarebbe già un atto contro il governo ma poi se intendiamo completare l'opera si deve arrivare alla vittoria dei Si in tutti e quattro i quesiti. Allora non sarebbe meglio mettere da parte l'ipocrisia e schierarsi apertamente dichiarando che i referendum sono contro la politica del governo e che un eventuale dovrebbe portare ad un percorso naturale: la caduta del governo.
Etichette:
acqua,
Berlusconi,
giustizia,
governo,
nucleare,
politica interna,
referendum
martedì 7 giugno 2011
L'impedimento dei cittadini italiani: avere un capo di governo onesto

All'inizio c'era la politica quella vera, certo non era pulita e completamente onesta, ma sicuramente rispettosa delle istituzioni ed in fondo anche dei cittadini. C'era anche allora la corruzione ma che aveva l'unico scopo di mantenere in vita i partiti, con questo non significa che fosse giustificata, ma quanto meno il singolo politico non cercava vantaggi e privilegi personali. Il sistema delle tangenti era molto ben conosciuto per tutti gli imprenditori che intendevano lavorare con gli enti pubblici a qualsiasi livello. Poi arrivò un politico senza scrupoli, Bettino Craxi, che si spinse oltre il limite della decenza nel settore delle tangenti, favorendo in maniera spudorata quello che poi sarebbe divenuto il suo successore e che lo avrebbe superato in materia di corruzione, Silvio Berlusconi. Bettino Craxi e quella associazione a delinquere nella quale aveva trasformato il Partito Socialista Italiano, tirarono troppo la corda ed arrivò mani pulite. La prima repubblica fu smantellata e sulle sue ceneri prese vita quella che fu impropriamente denominata la seconda repubblica. Impropriamente perchè il posto di Bettino Craxi fu preso da Silvio Berlusconi che, oltre a mantenersi sul piano dell'illegalità come sil suo predecessore, aggiunse un elemento nel suo modo di far politica che in questi ultimi mesi è scoppiato in tutta la sua drammaticità oltre che nei suoi fini eversivi: la guerra alle istituzioni ed in primo luogo alla magistratura. E' iniziata una lotta senza quartiere fra il potere giuridico e Berlusconi, ma non per obiettivi persecutori nei suoi riguardi o per scopi eversivi come sostiene il maggior indagato ed inquisito che la storia della Repubblica ricordi, ma piuttosto semplicemente perchè i comportamenti e le azioni di Silvio Berlusconi sono sempre stati al limite della legalità e molto spesso hanno superato tale limite. E' stato proprio questo infatti il motivo principale del suo impegno politico, quello di mettersi al riparo dai propri guai con la legge, e non certo la paura del comunismo, che ormai in tutta europa si sfaldava nelle sue tinte peggiori, e tanto meno per il bene del paese come hanno dimostrato questi oltre 15 anni di politica berlusconiana che hanno portato il paese al disastro in ogni settore della vita economica, sociale e culturale. E Berlusconi non ha certo tenuto nascosto i suoi intendimenti che solo i telespettatori decerebrati delle sue reti si ostinano a non vedere: la principale attività dei governi del cavaliere è stata sempre quella di tentare di inserire nel nostro ordinamento leggi che lo preservassero dai processi in cui si trova continuamente coinvolto. Una guerra senza quartiere che, anche se non ha visto il suo disegno andare in porto a causa della incostituzionalità dei vari provvedimenti di volta in volta varati, ha avuto senz'altro il merito di tenerlo lontano da condanne a causa di amnistie e prescrizioni varie oltre che a qualche processo conclusosi nel nulla. L'ultimo baluardo ora lo sta tentando con il legittimo impedimento, un provvedimento che gli consente di non presentarsi ai processi qualora impegnato in attività istituzionali, attività che possono riguardare anche un ricevimento per festeggiare la gallina padana che fa le uova verdi. La Corte Costituzionale ha già in parte modificato il provvedimento originale che comunque rimane in piedi nella sua sostanza. Ecco allora che i cittadini sono chiamati a sancire un principio che per la nostra costituzione è sacrosanto ma che Berlusconi e la sua cricca cerca di calpestare in ogni modo: l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Votare SI per bocciare anche questa legge è di vitale importanza per la democrazia e un segnale fortissimo a questo governo di lestofanti: il paese non vuole che il Presidente del Consiglio ma anche nessun altro politico goda di alcun privilegio nei confronti della giustizia. Anzi in un paese civile, corretto, veramente democratico il cittadino avrebbe tutto il diritto di essere governato da personaggi irreprensibili che dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi al minimo sospetto ed invece nella nostra povera Italia non solo questo non accade ma addirittura abbiamo in parlamento politici condannati che continuano imperterriti il loro mandato. Ma lo sapete che un cittadino comune con la fedina penale non immacolata non può ricoprire incarichi pubblici ? Sono i cittadini impediti non certo il Capo del Governo, votiamo Si, facciamolo processare e finalmente sbattiamolo in galera.
Etichette:
Berlusconi,
giustizia,
governo,
politica interna,
referendum
lunedì 6 giugno 2011
Non cadiamo nel tranello sull'acqua
Fra i quesiti referendari del 12 e 13 giugno quello relativo alla privatizzazione dell'acqua riveste probabilmente un ruolo particolare non tanto per i quesiti in quanto tali ma per il bene sul quale i cittadini sono invitati a votare ed a decidere. La particolarità sta nel fatto che l'acqua è un bene del quale il pianeta non può fare a meno anzi un bene senza il quale il mondo così come lo conosciamo non esisterebbe e non esisteremmo nemmeno noi. Sta tutta qui la particolarità di un referendum come mai se ne erano svolti nel nostro paese e sta tutta qui la sostanza del referendum stesso, una sostanza di cui però non si parla. A parte il tecnicismo dei quesiti il problema sul quale dobbiamo ragionare è il seguente: l'acqua è un bene senza il quale la vita non esisterebbe ed in quanto tale deve essere a disposizione di tutti senza distinzione di qualsiasi tipo. Questa è la peculiarità di questo bene che lo rende unico e diverso da tutti gli altri. Il mondo, la vita può esistere senza energia nucleare, senza petrolio, senza carbone ... ma senza acqua no. Allora mi chiedo se un bene è indispensabile per la vita, una civiltà evoluta può mettere in mano questo bene alla speculazione dei privati ? E' quanto di più tremendo si possa fare. Ci viene detto che l'acqua rimane di proprietà pubblica, ma se la gestione è lasciata in mano ai privati sarà il privato stesso che decide come il cittadino comune possa accedere a questa risorsa e soprattutto quanto dovrà pagare per avere disponibile questa risorsa indispensabile. Ma non solo, si darà la possibilità al privato di fare affari e di speculare su questo bene indispensabile. Ognuno di noi potrebbe in teoria decidere se utilizzare il telefono o meno, quanta energia elettrica utilizzare limitando i propri consumi, ma non può decidere se utilizzare o meno l'acqua ed allora una società civile e che intenda definirsi tale deve rendere accessibile questo bene a tutti. Questo è il principio a cui fare riferimento per esprimere il voto senza addentrarsi nel tecnicismo degli articoli di legge da abrogare. I privati non devo entrare in nessun modo nella gestione dell'acqua e si deve mettere in grado i comuni di gestirli in maniera efficiente. Non facciamoci imbrogliare dal governo che continua a sostenere che l'acqua rimane pubblica, si rimane tale ma si offre l'opportunità a qualcuno di fare profitti sulla nostra pelle, quindi votiamo SI ai quesiti sull'acqua.
Etichette:
acqua,
politica interna,
pubblica amministrazione,
referendum
domenica 5 giugno 2011
Referendum nucleare: filtriamo il rumore

Votare prima delle 12. Su Facebook si sta diffondendo una specie di virus che viene riprodotto da coloro i quali ne vengono in contatto: il tam tam dice che è necessario andare a votare prima delle 12 di domenica. Se il quorum sarà alto già alla rilevazione delle 12 sarà una specie di stimolo ad andare a votare per chi non è andato. Una questione marginale rispetto al problema reale de referendum e che invece potrebbe avere il risvolto opposto: qualora alle 12 il quorum fosse già elevato ma non ancora al 50%, molti potrebbero essere spinti a rimanere al mare e non andare ad esprimere il proprio voto convinti che il quorum sia comunque raggiunto. Ma a parte queste considerazioni questo problema non è un problema reale e sollevarlo è solo un modo per non focalizzarsi sul reale problema. Il problema non è certo l'ora in cui si va a votare, il problema è votare. Il diritto di voto è un diritto fondamentale di ogni democrazia, un diritto per cui moltissime persone hanno sacrificato la loro vita per conquistarlo e va difeso a denti stretti in un solo modo possibile: esercitandolo quando siamo chiamati a farlo. In Italia l'astensione in occasioni di qualsiasi turno elettorale ha raggiunto livelli molto elevati in questi ultimi anni tanto da divenire il vero partito di maggioranza relativa nel paese. Un problema che dovrebbe preoccupare tutti coloro che si dedicano alla politica. A dire il vero in questo turno referendario nessun partito sostiene l'astensione ed almeno questo è un fatto positivo, ma si stanno utilizzando altri strumenti per distrarre l'attenzione dei cittadini. Quella del voto prima delle 12 di domenica prossima è uno di questi strumenti di distrazione e confusione.
Validità di un referendum. Sempre su Facebook è nata la questione della durata di un referendum. Si sosteneva che il risultato di un referendum è di 5 anni. In realtà non esiste nessuna norma che stabilisca la validità nel tempo di un referendum e quindi nemmeno di quelli per i quali andremo a votare domenica prossima. In particolare quelli del 12 e 13 giugno sono referendum abrogativi (art. 75 della costituzione) e hanno lo scopo di abrogare delle leggi che una volta abrogate potrebbero in linea teorica essere riproposte sotto diversa forma ma nella stessa sostanza (è già accaduto in Italia per esempio con il finanziamento pubblico dei partiti abolito nel 1993 con un referendum proposto dai radicali ed da alcuni anni reintrodotto sotto forme diverse).
Abbiamo già detto no al nucleare. Altro quesito che gira per la rete che qualcuno adotta come scusa per non andare a votare sostenendo l'inutilità del referendum. In realtà nel 1987 non abbiamo votato per non far costruire nuove centrali nucleari, i quesiti erano tre e sostanzialmente riguardavano la sospensione di contributi statali per comuni ed enti locali relativi alla presenza di centrali nucleari sui loro territori e il divieto per l'Enel a partecipare alla costruzione di centrali all'estero. In realtà quindi non si parlava di non costruire più centrali nucleari. Il governo Berlusconi ha varato un nuovo programma per la costruzione di centrali nucleari, il referendum ha l'obiettivo di bloccare questo programma ed è indispensabile andare a votare ancora su una questione che è stata riaperta.
La verità sul nucleare. Nessuno ha la verità in tasca sull'utilizzo dell'energia nucleare e se ci fosse la possibilità di mettere sui piatti di una bilancia probabilmente questi piatti sarebbero in perfetto equilibrio, non credo che questa sia una scelta da fare in maniera razionale perchè ad ogni motivo pro se ne può trovare uno contro e scientificamente parlando nessuno potrebbe prevalere sull'altro. Ma dire no al nucleare, votando SI al referendum non dimentichiamolo, ha lo stesso significato che aveva nel 1987 e cioè indicare al governo attuale ed a quelli futuri che l'Italia, uno dei paesi più affascinanti su questo pianeta in quanto a bellezze naturali, sceglie un modello di sviluppo diverso dal resto del mondo, più votato al rispetto dell'ambiente e della natura. Molti dei sostenitori del nucleare affermano che in realtà noi dipendiamo dall'energia nucleare che importiamo dagli altri paesi, Francia in testa, ed è vero, ma è anche altrettanto vero che dopo il referendum del 1987 un altro impegno che il nostro paese avrebbe dovuto prendere era la ricerca e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative. Una ricerca che non è stata condotta come avremmo dovuto perdendo quasi trenta anni in cui ci siamo limitati ad importare energia. Ora ci si presenta di nuovo questa occasione ed il caso ha voluto che anche questa volta fossimo in presenza di una tragedia nucleare che ci ha mandato un messaggio chiaro: l'energia nucleare è la fonte energetica più pericolosa fra tutte quelle che abbiamo a disposizione per i danni che può provocare che si possono protrarre nel tempo e possono investire anche le generazioni future. Votare SI non significa precludere lo sviluppo del nostro paese, anche perchè nella migliore delle ipotesi le prime centrali funzionanti le avremo fra 20 anni se tutto va bene, e potrebbe comunque dare impulso alle energie alternative dando impulso alla ricerca in questo settore contribuendo quindi anche allo sviluppo ed alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Etichette:
energia,
informazione,
internet,
nucleare,
referendum
venerdì 3 giugno 2011
La falsa inutilità dei referendum

Nucleare. Per il nucleare la maggioranza di centro destra afferma di aver reso inutile il referendum in quanto il programma relativo alla costruzione di centrali nucleari è sospeso dal recente decreto in seguito al disastro di Fukushima. Ma sta proprio in questa sospensione il tentativo di imbrogliare il paese. Il referendum infatti intende non sospendere ma piuttosto abbandonare il programma nucleare e imporre a questo governo ma anche ai successivi di sviluppare programmi energetici per il nostro paese senza fare ricorso all'energia nucleare, come era già stato stabilito nel 1987. Quindi il referendum è tutt'altro che inutile anzi direi piuttosto strategico e importantissimo. Coloro che non andranno a votare delegheranno l'attuale governo ma anche i governi futuri a decidere in maniera autonoma sull'eneregia nucleare e soprattutto sulla propria salute. L'Italia ha oggi un'occasione storica grazie all'assenza di centrali sul proprio territorio, quella di diventare un grande laboratorio in materia di energie alternative, un laboratorio che diventerà anche una grande opportunità di sviluppo per l'intero paese raggiungendo una posizione di leader nello sfruttamente di queste fonti energetiche. Certo se i governi futuri si comporteranno come quelli che si sono succeduti dal 1987 in poi, l'eventuale vittoria dei Si sarà un patrimonio gettato al vento. Non ci si dovrà limitare ad importare energia elettrica dai paesi vicini, ma piuttosto si dovrà cercare di diventare paese leader in europa e nel mondo nell'utilizzo delle energie rinnovabili con l'obiettivo di ridurre sempre di più la nostra dipendenza dall'estero.
Acqua. La faccenda dell'acqua è sicuramente di minor impatto emotivo ma altrettanto importante in quanto si va a toccare una questione che è soprattutto una questione politica che differenzia la destra dalla sinistra. Intanto diciamo che l'acqua è un bene comune e soprattutto indispensabile alla vita sulla terra, senza acqua non sarebbe nata la vita su questo pianeta e non saremmo qui a discutere di referendum o di altro. Per l'energia si possono scegliere diverse strade anche quella per assurdo di tornare al fuoco, ma per l'acqua non ci sono alternative: è un bene senza il quale la terra e tutte le sue forme di vita non esisterebbero. Consegnarla in mano ai privati è quindi un'assurdità anche se la legge relativa alla privatizzazione riguarda solo la gestione dell'acqua e della sua distribuzione. Ma a parte prelevarla e distribuirla che cosa altro è necessario fare per garantire l'acqua a tutti ? Niente altro. E perchè si deve consentire a qualcuno si speculare e di fare affari su questo tema essendo l'acqua un bene indispensabile per tutti ? Sta tutto qui il significato del referendum sull'acqua: uno scontro fra due visioni opposte e in antitesi fra loro. Chi pensa che l'acqua in quanto bene comune e indispensabile del quale non si può fare a meno, deve essere gestita esclusivamente dal pubblico senza lucrare sopra e chi invece pensa che si possano fare affari sull'acqua. Il referendum propone la prima ipotesi, niente poi evita di rendere la gestione da parte delle amministrazioni pubbliche più efficiente con meno spreco rispetto all'attuale, consegnarla in mano ai privati non è certo una garanzia di minori sprechi e comunque è un concetto sbagliato nelle sue fondamenta.
Legittimo impedimento. Anche questo terzo referendum non è inutile come afferma l'Indagato del Consiglio in quanto tende a sopprimere quella norma che rende il Presidente del Consiglio un cittadino con privilegi rispetto alla giustizia, affermando quindi un principio contro la Costituzione. Da parte dei sostenitori del legittimo impedimento si afferma che il Capo del Governo deve essere lasciato libero di governare e non può essere continuamente impegnato in udienze processuali settimanali, ma è forse un problema dei cittadini e dello stato italiano se ci ritroviamo come Capo del Governo un plurindagato ed un uomo che asgisce al limite della giustizia e spesso al di fuori della legalità ? E' un problema della giustizia se i suoi comportamenti illegali si succedono con frequenza quasi mensile e la giustizia è costretta, nello svolgimento del proprio ruolo istituzionale, e preseguirlo continuamente ? Certo che no. Se Berlusconi non è in grado di governare a causa dei suoi innumerevoli processi ha una sola strada da seguire, dimettersi e lasciare il posto a persone oneste e senza i suoi problemi giudiziari. Questo si che sarebbe un bene per il paese intero, per la sua immagine e soprattutto per il diritto dei suoi cittadini ad essere governati in merito ai problemi reali che si devono affrontare quotidianamente.
PER TUTTI QUESTI MOTIVI I REFERENDUM NON SONO INUTILI ANZI SONO UTILISSIMI ED INDISPENSABILI ED IL GOVERNO SARA' COSTRETTO AD ADEGUARE LA SUA POLITICA AI RISULTATI DEI REFERENDUM STESSI
Etichette:
acqua,
Berlusconi,
giustizia,
governo,
nucleare,
politica interna,
referendum
giovedì 2 giugno 2011
L'animale ferito gravemente può solo essere abbattuto

Iscriviti a:
Post (Atom)