sabato 9 ottobre 2010

L'imbarbarimento del paese


L'imbarbarimento del paese è ormai sotto gli occhi di tutti e riguarda ormai ogni settore della società, della politica, della informazione, e della vita di tutti i giorni. Difficile dire da dove sia iniziato e come si sia arrivati ad un punto forse di non ritorno, di certo è che il modo di far politica da dopo tangentopoli in poi ha notevolmente contribuito ad un arretramento di tutti i settori della vita pubblica italiana. Una politica che ha messo da parte ideali, principi, programmi e che ha perso di vista i reali bisogni di una popolazione trattata sempre più come una merce di scambio per il raggiungimento di poltrone ed il conseguimento del potere per propri scopi personali. Berlusconi è stato il precursore di questo nuovo modo di far politica ma di certo tutte le opposizioni non sono indenni da responsabilità, affrontando e contrastando lo stupratore della democrazia sul proprio terreno e quindi senza possibilità di successo. La politica ormai si confronta a colpi di scandali presunti o reali portati alla luce dai giornali che si sostituiscono alla magistratura nel ruolo di investigatori. Inchieste che però nulla hanno di obiettivo in quanto ogni giornale si preoccupa di indagare e scandagliare gli avversari della propria linea politica , utilizzando metodi discutibili che arrivano anche alla creazione di false prove. In questo attività investigativa si sta distinguendo il Giornale di Berlusconi con il trio Feltri, Sallustri e Porro che dopo aver distrutto il direttore di Avvenire, Dino Boffo, si è scagliato contro Gianfranco Fini ed ora contro il presidente di confindustria Emma Marcegaglia, tutti rei di manifestare il proprio dissenso dal Presidente del Consiglio. Una specie di sciacallaggio politico in quanto condotto non in maniera oggettiva ma tenendo conto delle idee dei personaggi verso i quali si indirzzano le inchieste. Stesso trattamento viene riservato, anche se con metodi diversi, dai giornali che si oppongono a Berlusconi per gli amici del dittatore di Arcore. Risultato di questo scontro a colpi di inchieste giornalistiche è che nessuno sembra rimanere escluso da comportamenti poco consoni con i ruoli che ricopre nè da una parte nè dall'altra, in una specie torre di Babele della corruzione e dello sfruttamento delle posizioni occupate per ottenere sempre più privilegi, potere e denaro a danno del paese e del cittadino comune.
L'imbarbarimento si è diffuso anche nel mondo del principale mezzo di informazione, la televisione, e non poteva essere altrimenti considerato che si tratta dello strumento utlizzato da Silvio Berlusconi per raggiungere il potere. Un decadimento totale che ha finito per coinvolgere anche la Rai che, nel ruolo di televisione pubblica, avrebbe dovuto per lo meno mantenere un livello culturale che la distinguesse dalla tv spazzatura di Mediaset. Anche nella televisione invece è avvenuto ciò che si è verificato in politica: si è tentato di contrastare il potere del cavaliere scendendo sul suo stesso campo. Anche la Rai è diventata, salvo poche eccezioni, una televisione spazzatura seguendo le orme della televisione privata. Quanto è accaduto alla trasmissione Chi l'ha visto, durante la quale si è portata a conoscenza dell'atroce uccisione di Sarah Scazzi proprio la madre che stava partecipando alla diretta televisiva, ne rappresenta l'ultimo e più grave esempio. La conduttrice della trasmissione, piuttosto che interrompere immediatamente la diretta mentre arrivavano le notizie di agenzia, insisteva nel chiedere alla povera donna se intendeva chiudere il collegamento mentre il regista mandava in onda primi piani della madre che non si rendeva conto di quello che stava accadendo. E naturalmente i telespettatori sono rimasti incollati al video piuttosto che spegnere il televisore ad ulteriore dimostrazione dell'imbarbarimento generale.
Si potrà uscire da questa situazione .. ? Non ci sono segnali in tal senso anzi ogni giorno c'è qualche avvenimento che non fa altro che confermare quanto la china discendente intrapresa dal paese non sia ancora arrivata al capolinea.

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