mercoledì 6 ottobre 2010

Dopo Adro ecco Barletta ... la scuola terreno di condizionamento politico e consumistico

Non si è ancora risolto il caso della scuola di Adro ed ecco un altro caso pericoloso di utilizzo della scuola per l'indottrinamento dei ragazzi che la frequentano. Questa volta non si tratta di simboli politici ma di spot pubblicitari. La provincia di Barletta mette a disposizione le proprie supellettili a sponsor privati che, alla modica cifra di 69 euro, potranno apporre una targhetta pubblicitaria su sedie, banchi, armadi e via dicendo. Insomma la scuola non più come luogo di istruzione e di formazione alla vita dei giovani ma come palestra di indottrinamento politico, nel caso di Adro, o di condizionamento consumistico nel caso di Barletta. Due facce del degrado e della politica di affossamento messa in atto da questo governo nei confronti della scuola. Certo queste sono iniziative locali e non del governo centrale ma non si può nascondere la responsabilità dello stesso governo centrale in questi atti di vandalismo istituzionale perpretati nei confornti della scuola e soprattutto dei giovani che la frequentano. L'esempio di Adro dettato dal delirio di un partito eversivo nato per dividere il paese e far nascere una nazione inesistente, la Padania, in barba ai 150 anni di storia della nostra repubblica e di tutti colori che hanno sacrificato la propria vita per dare vita ad uno stato democratico. Un partito la cui crescita è stata favorita sia dallo stupratore della democrazia che ha avuto la sfacciataggine di farne un alleato di governo ma anche da tutti coloro che hanno sempre considerato le uscite dei suoi rappresentanti come esternazioni folcloristiche piuttosto che veri e propri attentati alla democrazia. L'esempio invece di Barletta altro non è che una consequenza degli innumerevoli tagli ai finanziamenti della scuola messi in atto dal governo di centro destra, tagli che altro non hanno fatto che aggravare una situazione già grave di per se stessa considerato che la scuola è sempre stata bistrattata da qualsiasi governo. La scuola da anni va avanti grazie al contributo delle famiglie per materiali di consumo di prima necessità ed ora siamo arrivati addirittura a dover far ricorso a sponsor privati per reperire tavoli, sedie e quant'altro necessario per poter svolgere l'attività istituzionale. Insomma i nostri giovani quando usciranno dalla scuola o saranno tanti novelli balilla verdi oppure tanti giovincelli ben condizionati e indirizzati verso determinati prodotti per i loro consumi. Ora mentre ancora si discute su chi dovrebbe pagare per togliere i simboli leghisti dalla scuola di Adro, problema banale che mette in evidenza la non volontà di risolvere il problema dato che i costi dovrebbero essere sostenuti semplicemente da chi ha autorizzato questa iniziativa, forse sarebbe il caso di bloccare sul nascere anche questa nuova iniziativa altrettanto pericolosa. Nel frattempo mentre si mettono in atto tagli ad un settore che dovrebbe essere considerato un settore di investimento piuttosto che una voce di spesa, il governo non attua il suo programma di governo per quanto riguarda l'abolizione delle province in quanto il risparmio sarebbe irrisorio, secondo Tremonti. Ma forse con quei pochi milioni di euro risparmiati si potrebbero comprare un po' di banchi e sedie e magari anche un po' di carta igenica per la scuola o no ? Stessa considerazione per il controllo delle auto blue sbandierato dal nanoministro Brunetta e sconfessato da Tremonti: un'operazione con la quale si recuperebbero pochi denari, ma poco (province) più poco (auto blue) potrebbe essere uguale al necessario per rendere la scuola migliore di quanto lo sia .. e non ci vorrebbe molto.

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