"La scuola deve garantire a tutti un'educazione imparziale ed autonoma rispetto a qualsiasi orientamento politico". Parole della ministra delle distruzione MariaStella Gelmini. Finalmente si è decisa a dire qualcosa di incisivo sulla scuola di Adro. Ma come ci pensate. La solerte ministra ha fatto questa dichiarazione dopo poche ore che il Giornale, il braccio armato dell'Indagato Stupratoredemocrazia, aveva pubblicato la notizia che su una scuola di Livorno campeggiavano bandiere comuniste. Nel caso della scuola di Adro la ministra aveva impiegato oltre una settimana a prendere qualche iniziativa invitando il sindaco a togliere quei simboli, ma poi era dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per "costringere" il governo ad un intervento più deciso per eliminari i simboli leghisti che infestavano l'intera scuola. Nessuno può essere in disaccordo con la dichiarazione della ministra, se pur uscita dalla sua bocca solo in occasione delle bandiere rosse e non dei simboli del fascismo verde, ma il problema qui è ancora una volta il modo con cui si fa informazione e poi il comportamento discriminatorio e revisionista del governo di destra. Il braccio armato dell'Indagato è stato molto solerte nell'evidenziare la presenza di quelle bandiere sulla scuola di Livorno come certamente non lo è stato in occasione della scuola di Adro, ma la solerzia si spinge oltre fornendo notizie false. Il Giornale infatti scrive che nessuno si scandalizza se in una scuola del centro storico di Livorno campeggia il vessillo del Pdci, insinuando un parallelismo fra Adro e Livorno fuorviante e falso. Intanto le bandiere, due, sono esclusivamente su una strada laterale e non sull'ingresso principale della scuola, quindi le bandiere non campeggiano e non sono visibili ai bambini che frequentano la scuola, in secondo luogo quelle bandiere ricordano un evento storico, la scissione che dette vita al Partito Comunista e che rappresenta quindi un fatto storico. Nella scuola di Adro i simboli della Lega erano stati apposti anche sulla carta igenica dei cessi, un tentativo di condizionamento che niente ha di confrontabile con la scuola di Livorno. Ma la solerte ministra, che lavora anche di domenica, ha già prediposto una visita dei suoi ispettori nel giro di alcune ore oltre ad essersi esercitata ad un parallelismo fra i due fatti fuorviante oltre che discriminatorio e falso. Ma questa è la politica della destra da quando è stata portata al potere dall'Indagato Stupratoredemocrazia, che ha, per esempio, a più riprese tentato di equiparare i misfatti del fascismo con quelli dei partigiani che combattevano per liberare il paese dalla dittatura. Detto questo è pacifico che sia necessario tenere lontano dalle scuole qualsiasi simbolo di partito, associazione, formazione politica, ma sarebbe altrettanto giusto estendere questa politica scolastica anche ai simboli religiosi consentendo ai nostri giovani adolescenti di crescere senza condizionamenti nè politici ma nemmeno religiosi.
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