martedì 26 ottobre 2010

Il governo del fare manda in cassa integrazione il parlamento

Mentre l'Indagato si appresta a mandare in giro 10 milioni di libretti per autocelebrare il governo del fare, il parlamento per mancanza di lavoro rimarra' chiuso per una ventina di giorni in occasione del ponte di novembre. Non ci sono leggi da discutere o da approvare considerato che ormai da mesi il governo e la maggioranza sono bloccati sia da problemi interni che dal risolvere i problemi giudiziari del presidente del consiglio. Il tutto naturalmente con la complicita' dell'opposizione incapace di prendere iniziative proprie che costringano parlamento e governo a lavorare. E cosi' mentre da una parte l'amministratore delegato della Fiat si lamenta della poca efficienza degli operai italiani, chi governa il paese mostra il massimo della propria inefficienza. Il paese si ritrova quindi a meta' legislatura attanagliato dagli stessi problemi di inizio legislatura, emergenza spazzatura e giustizia, aggravati da una crisi economica, che forse si sta risolvendo ma non certo per l'azione di governo. Ed ora il governo del non fare ha coinvolto nella sua inettitudine anche il parlamento ormai disoccupato senza leggi da discutere o approvare. Ma i parlamentari saranno messi in cassa integrazione o in mobilita' come gli operai delle aziende italiane in crisi ? Oppure continueranno a percepire i loro lauti stipendi pur producendo assolutamente niente ? Buona la seconda direbbe il bravo regista dopo la ripetizione di una scena mal riuscita alla prima. E l'opposizione che fa ? Ci si potrebbe chiedere. Niente si puo' sicuramente rispondere. Un'opposizione fino ad ora troppo impegnata a cercare un dialogo in merito a quei pochi provvedimenti che sono arrivati fino al dibattito parlamentare piuttosto che rigettare senza tentennamenti qualsiasi proposta di un governo il cui unico obiettivo conclamato e' tenere lontano dalla galera il suo capo. Alla fine quindi Berlusconi non riesce a modificare la costituzione per stravolgere lo stato democratico e procedere alla cancellazione di istituzioni come il parlamento, ma nei fatti lo ha reso uno strumento perfettamente inutile come in un perfetto regime totalitario.

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