venerdì 10 luglio 2009

La festa è finita, gli amici se ne vanno .. le nefandezze di questo governo rimangono

La sceneggiata e' finita .. e se ne andarono felici e contenti. Hanno mangiato, bevuto (a spese nostre altro che Napolitano che offre il pranzo), si sono commossi di fronte alle rovine del terremoto, hanno scherzato in maniche di camicia, hanno familiarizzato con i poveri terremotati, hanno fatto promesse, insomma sono stati tre giorni di festa organizzata dal gran giullare di corte: il presidente del Milan. Tutti concordi ... potenti di primo piano (USA, Inghilterra, Francia, Germania), potenti comparse (Russia, Cina, India) e poveri disgraziati invitati per compassione (Egitto, Libia, Brasile, Messico. ecc) .. l'organizzazione e' stata perfetta .... Beh a condurla in prima persona c'era il cerimoniere di Palazzo Grazioli e Villa Certosa .. mica una a caso, si andava sul sicuro. Dicono di aver lavorato alacremente, sara' anche vero ma le immagini che abbiamo visto nei vari telegiornali sono di altro genere. Passeggiate, cene, feste, e qualche conferenza stama per rispondere alle domande dei giornalisti .. tutti ben indottrinati. E i risultati ? Beh ongi riusltato normalmente viene comparato con la spesa sostenuta per raggiungerlo. In questo caso non ci e' dato sapere quanto sia costato all'Italia questo scherzetto,ma qualunque sia stato il costo ... il gioco non e' valso la candela. Sul clima totale disaccordo (contenere l'aumento della temperatura terrestre intorno ai due gradi nei prossimi 10 anni senza sapere come ... e' una presa in giro). Sull'economia le solite cose ovvie di quest'ultimo anno: nuove regole, lotta ai paradisi fiscali (voluti e alimentati dagli stessi potenti), attenzione a chi perde il lavoro (come se i milioni di disoccupati gia' prodotti non esistessero). Unico risultato quantificabile i 20 miliardi per l'Africa ... ma in passato promesse del genere sono andate in fumo. Ma vorrei fare alcune considerazioni da uomo della strada al di fuori dei riflettori e dell'ipocrisia.
Prima considerazione: se tutte le energie ed i soldi sprecati per organizzare questo G8 fossero stati utilizati per aiutare i terremotati forse ora una buona parte di loro potrebbe tornare a vivere in una casa piuttosto che trascorrere l'estate sotto una tenda.
Seconda considerazione: informazione zero sulle proteste in tutta Italia ed all'Aquila stessa a parte qualche sporadica immagine sulle manifestazioni, ma nessuno che si sia presa la briga di chiedere le ragioni di manifestanti. Un bel'insegnamento: per ottenere visibilita' bisogna per forza spaccare qualcosa o mettere a ferro e fuoco una citta'.
Terza considerazione: ma la protezione civile non era nata come un'irganizzazione per far fronte ad emergenze dovute a catastrofi o eventi del genere ? Che senso ha impiegarla per eventi di questo genere ? Ormai sembra diventata un'organizzazione al servizio dei voleri del presidente del milan, naturalmente pagata con i nostri soldi.
Quarta considerazione: ma nell'era delle comunicazioni, della banda larga, della rete .. ha ancora senso sperperare denaro pubblico per organizzare consessi di questo tipo ? (e pensare che Brunetta vuole utlizzare il telelavoro per far lavorare i malati di cancro che non possono recarsi in ufficio)
Quinta considerazione: se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio il sistema dell'informazione televisiva in Italia e' scandaloso con servizi degni delle riviste di Gossip .. ma che un servizio pubblico metta a confronto Michelle Obama e Carla Bruni per vestiti, modi di fare e via dicendo e' un'offesa aper chi paga il canone.

In ogni caso qualunque sia stato il successo del governo nell'organizzare questa sceneggiata i problemi e le nefandezze del nostro paese rimangono: Lodo Alfano, leggi razziali, tagli alla scuola, ronde, niente e' cambiato e domani si ricomincia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come giustamente ricordava Rampini poco fa, per salvare una sola compagnia assicurativa in USA sono stati stanziati 165 miliardi di euro.Cosa sono a confronto i 22 per l'Africa? E queste sono cifre, non parole.. D.