martedì 14 luglio 2009

Alla sinistra autolesionista ci mancava proprio la spallata di Grillo

A sinistra ormai non c'è più pace e dopo le vicende disastrose dal 2007 in poi lo sfascio è totale. Prima il governo Prodi con la sua maggioranza sempre in bilico, il tempo perso in quei due anni di legislatura a mettere in piedi ed organizzare il Partito Democratico piuttosto che a fare le riforme necessarie per poi andare di nuovo alle elezioni, la spallata di Mastella al governo Prodi e le consequenti dimissioni, la scelta suicida di Veltroni di abbandonare al proprio destino tutta la sinistra storica di questo paese ed il consequente disastro elettorale non solo del PD ma di tutti i partiti di sinistra, l'ulteriore batosta alle europee con il partito in mano a Franceschini, ed ora ci mancava Grillo che con la sua uscita incoerente finirà per mettere ulteriormente in difficoltà il già traballante Partito Democratico. Tutto questo mentre invece a destra il presidente del Milan ha saputo fare da collante a delle anime molto diverse come i vecchi fascisti neri di Alleanza Nazionale ed i nuovi fascisti verdi della Lega. Ci saranno anche contrasti interni nella coalizione Pdl-Lega ma di fatto sulle questioni importanti il centro destra si mostra compatto. La vicenda Grillo-Pd sarà invece, comunque vada a finire, un clamoroso boomerang per il debole partito di Franceschini. Se a Grillo non saraà data la possibilità di presentarsi alle primarie, il Pd si presenterà come un partito antidemocratico, se Grillo si presenta c'è il rischio che poi vinca la competizione interna. E questo sarebbe un ulteriore disastro, una cosa è fare il buffone e lanciare accuse a destra e sinistra anche se sensate, un'altra cosa è fare il segretario di un partito che dovrebbe contrastare il potere del centro destra. Senza poi considerare che l'uscita di Grillo è incoerente con quanto il comico ha predicato in questi anni fino ad ora e tradisce di fatto i suoi seguaci. Difficile non pensare ad un'azione premeditata per mettere in difficoltà tutto il gruppo del Pd, un'azione pericolosa che rischia di portare definitvamente allo sfascio una formazione che difficilmente potrà mai contrastare da sola il potere del cavaliere. Potrebbe anche essere un bene per la sinistra italiana ma questo significherebbe anche consegnare il paese per io prossimi anni in mano ad una coalizione che distruggerà anche quella poca democrazia che ancora resiste in questa povera Italia..

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