lunedì 28 febbraio 2011

Il pazzo è anche qui ...

L'amicizia fra Berlusconi e Gheddafi è sempre stata "giustificata" con gli enormi interessi anche personali che il presidente del consiglio doveva in qualche modo proteggere ed incentivare fino al punto di prostrarsi davanti al dittatore libico. Un atteggiamento comunque ingiustificabile solo con gli interessi economici in ballo ed infatti in questi giorni viene alla luce un'altra analogia fra i due uomini. Gheddafi e' sempre stato definito un pazzo in seguito ai suoi comportamenti, ai suoi atteggiamenti teatrali ed ai discorsi farneticanti. Solo un pazzo puo' definirsi amico del dittatore libico e le esternazioni di questi ultimi giorni del capo del governo italiano sono un conferma che il livello di pazzia di Berlusconi non e' sicuramente da meno di quello di Gheddafi. Il dittatore di Arcore oggi arriva ad accusare perfino il Presidente della Repubblica di bloccare quelle leggi che il governo fa approvare e che non sono di gradimento di Giorgio Napolitano. Un'accusa non solo grave ma assolutamente falsa perche' il Presidente della Repubblica non puo' bloccare una legge solo perche' non e' di suo gradimento, ma semplicemente se la legge o non ha copertura finanziaria o e' palesamente incostituzionale oppure e' stata approvata saltando le normali procedure che la nostra costituzione prevede come accaduto per la legge relativa al federalismo municipale. Ma Berlusconi deve spostare l'attenzione del paese dai propri guai giudiziari ed in parte ci sta riuscendo vaneggiando sulla presunta difficolta' di governare a causa delle regole democratiche del nostro paese che gli impediscono di portare a termine le riforme che avrebbe in mente di far approvare. In realta' l'Indagato del Consiglio ha come sempre un unico obiettivo, quello di tenersi lontano dai processi e da eventuali condanne, ma per fare questo o modifica la costituzione, operazione che gia' non gli e' riuscita una volta, oppure e' costretto a mettere a punto leggi che vanno contro i principi della costituzione stessa. Con la maggioranza di cui dispone in parlamento, la piu' ampa che un governo della Repubblica Italiana abbia mai avuto a disposizione, non dovrebbe avere nessuna difficoltà a governare ma il problema è che lui non intende governare e lo dimostra anche il continuo ricorso al voto di fiducia in occasione dell'approvazione di qualsiasi provvedimento. Berlusconi è un dittatore in pettore a cui stanno stretti i panni della democrazia e delle regole democratiche, che vede il parlamento come un ostacolo al regime totalitario che vorrebbe imporre al paese, insomma un pazzo che vede appunto nei dittatori con i quali ha stretto amicizia un modello da seguire ed emulare. Nelle sue farneticazioni oggi ne ha avute per tutti: dal Presidente della Repubblica, alla Corte Costituzionale, a Camera e Senato senza esclusione di colpi. Uno sproloqui continuo lamentandosi addirittura per non poter più usare il telefonino in quanto sottoposto a continue intercettazioni da parte della magistratura, insomma da carnefice della democrazia del nostro paese a vittima della giustizia che lo perseguita. In realtà ormai Silvio Berlsuconi appare come un animale ferito che tenta gli ultimi colpi di coda. Abbandonato dai finiani, è riuscito a recuperare qualche parlamentare grazie alla sua capacità "persuasiva" incentrata su promesse di poltrone e assegni ad almeno quattro zeri. Ma anche la Lega sta mollando gli ormeggi e sta mettendo dei paletti alle sue voglie di immunità, pronta comunque a mollarlo definitivamente non appena passerà il federalismo sotto qualsiasi forma. Insomma questo sarebbe il momento di non mollare la presa per liberare finalmente il paese da un uomo che in questi 15 anni ha tentato più volte di distruggere la democrazia e cambiare le regole imposte da una costituzione tutt'ora valida e funzionale. Speriamo che Pd e Idv e tutta l'opposizione si renda conto del momento favorevole.

1 commento:

Felipegonzales ha detto...

Con il potere economico di cui dispone sono poco fiducioso riguardo un rinsavimento della politica