Tutto si può contestare all'Indagato del Consiglio ma nessuno può negargli intelligenza politica e strategica soprattutto quando ci sono da difendere i propri interessi. La vicenda del fedarlismo ne è la chiara dimostrazione. A Berlusconi del federalismo non gli importa niente come non gli interessa assolutamente niente delle sorti dell'Italia e degli italiani. Ha possedimenti, aziende, denaro liquido, proprietario dei sistemi d'informazione del paese, potrebbe vivere tranquillamente altre dieci vite esclusivamente di rendita se non avesse un piccolo problema: l'attività illegale con la quale ha raggiunto questo potere economico-finanziario sia prima di entrare in politica sia successivamente. Con un impero finanziario indistruttibile una volta caduto il suo protettore politico, Bettino Craxi, è entrato in politica per rimanere fuori da processi ed eventuale quanto probabile galera. Questo è il suo unico obiettivo: l'immunità a vita. Il resto non conta niente e tanto meno il federalismo. Nel suo precedente governo ha portato la questione del federalismo fino a fine legislatura, facendola approvare negli ultimi giorni della legislatura sapendo benissimo che un referendum popolare avrebbe rimandato tutta la questione al mittente. In questo suo terzo governo Berlusconi è stato impegnato con i propri problemi giudiziari nel tentativo di fare una legge che lo tenesse lontano dai processi ed ha tenuto sulla corda la Lega e Bossi, che, con il ricatto del federalismo, hanno appoggiato il caimano in questa sua lotta senza quartiere contro la magistratura. In questa legislatura però Berlusconi qualcosa doveva concedere ai suoi amici fascisti verdi. Siamo quindi arrivati al federalismo municipale. La ribellione di Fini e dei suoi accoliti ha però messo in pericolo l'approvazione di questo obbrobrio di riforma che niente ha a che fare con il vero federalismo e dopo la minaccia di Bossi di andare alle elezioni in caso di mancata approvazione, ha stimolato la mente perfida e sottile del cavaliere. Dopo la non approvazione della bicamerale c'era il rischio serio della fine della legislatura che in questo momento sarebbe stata una vera iattura per Berlusconi a causa delle sue vicende sessuali. Ed allora che cosa ha escogitato l'Indagato del Consiglio ? Ha fatto in modo di far cadere la responsabilità della mancata approvazione dello pseudofederalismo municipale sul Presidente della Repubblica. Ieri incamerato il voto favorevole sul caso Ruby, ha convocato d'urgenza il Consiglio dei Ministri ed ha fatto approvare il decreto per federalismo municipale. Bossi e la Lega da ingoranti quali sono, hanno beccato in pieno e subito hanno cantato vittoria con tanto di conferenza stampa stamani per osannare una riforma epocale. Ancora non erano terminati i festeggiamenti che Giorgio Napolitano ha respinto tutto quanto al mittente. Ed ora che succede ? Per rimettere in moto il meccanismo secondo i regolamenti parlamentari e secondo la costituzione, la riforma dovrà passare da camera e senato ma per questo ci vorranno alcuni mesi. Il tempo necessario a Berlusconi per far calmare le acque sul caso Ruby e magari mettersi al riparo con qualche nuova trovata del ministro dell'ingiustizia Alfano. E così si tira avanti ancora. Se il governo avesse rispettato istituzioni e regolamenti la Lega avrebbe potuto accusare Berlusconi di aver bocciato il federalismo e le elezioni sarebbero state certe, ma anche in caso di approvazione del federalismo Berlusconi non avrebbe avuto più in mano l'arma del ricatto verso la Lega che lo avrebbe potuto scaricare in consequenza dello scandalo feste di Arcore. Ed ora le parti si sono rovesciate e Bossi deve stare dietro a Berlusconi .... alla faccia di chi ce l'aveva duro.
venerdì 4 febbraio 2011
E Berlusconi coglionò Bossi ....
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