domenica 13 febbraio 2011

La guerra civile è iniziata: il Partito della Libertà contro tutti

Il rischio di una deriva totalitaria è stato evidente fin dal primo governo Berlusconi, un uomo che non aveva e non ha la minima idea di come si possa governare un paese in un regime democratico troppo abituato alla gestione dittatoriale delle proprie aziende. Il rischio di arrivare poi ad uno scontro senza precedenti nella storia d'Italia si è materializzato con il secondo governo Berlusconi che chiamò in suo aiuto il partito che ha nel proprio Dna la secessione e la divisione del paese, la Lega Nord. Oggi quelli che sembravano i timori di chi leggeva la situazione più nera di quanto fosse in realtà, si stanno concretizzando a causa delle allegre abitudini del capo del governo e dalla sua visione mistificatrice della volontà popolare. Oggi è troppo tardi per chiedere di abbassare i toni come ha fatto il Presidente della Repubblica cercando di far tornare la ragione al presidente del consiglio, c'è un solo modo per far tornare la politica italiana nei ranghi di un sano e civile confronto: le dimissioni di Berluscono non solo dalla carica che ricopre ma anche dalla politica italiana. Che l'appello di Napolitano fosse destinato a cadere nel vuoto lo si è visto stamani alla lettura dei due giornali, unici ormai, che difendono strenuamente il cavaliere: Libero di Belpietro e Il giornale di Salustri. Le due corrazzate del Pdl hanno attaccato senza mezza termini il Capo dello Stato con toni eversivi accusandolo di stare dalla parte dei magistrati solo per aver consigliato a Berlusconi l'unica cosa sensata che dovrebbe fare: dimettersi e farsi processare. Il Pdl rimane compatto a difesa del suo capo e ignora le parole di Giorgio Napolitano addossano le responabilità dei toni alti all'opposizione e non certo a Berlusconi che ha fatto della superbia, della mancanza di rispetto per l'avversario e della continue invettive verso la sinistra una specie di cartello politico da quando è entrato in politica. Questa difesa ad oltranza è sconcertante e pericolosa in un momento in cui una buona parte del paese non è più disposta a sopportare la tracotanza e la inefficienza politica del cavaliere. Le manifestazioni di questa settimana, la più imponente della quali è in pieno svolgimento proprio in queste ore, sono il segnale che siamo sull'orlo di uno scontro che potrebbe portare alla guerra civile e dovrebbero rendersene soprattutto coloro che difendono ad oltranza e senza nessun ragionevole motivo il presidente del consiglio. Oltretutto il momento storico attuale è denso di pericoli non solo per la crisi economica non ancora debellata ma anche per quanto sta avvenendo nel nord africa dove uno dopo l'altro i vari regimi dittatoriali stanno cadendo sotto i colpi di rivolte popolari. Rivolte che stanno fornendo una lezione al mondo intero sulle modalità attraverso le quali si possa raggiungere la democrazia, non con la guerra come hanno tentato di imporrre senza successo gli Stati Uniti ma bensì attraverso la volontà popolare sia con modalità pacifiche ma anche violente qualora sia necessario. In Italia la grave situazione che si è venuta a creare si può risolvere in un solo ed unico modo: dimissioni di Silvio Berlusconi dalla vita politica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

FACCE DI BRONZO
la stupidità di questo governo non ha fine
minacciano di rivolgersi ha trasburgo per avere giustizia
quale giustizia quella divina?
con la faccia tosta che si ritrovano
non c’è più , da meravigliarsi di niente
penso solo ha l’ennesima figura di cacca che questi lobotomizzati
ci faranno fare per difendere questo omuncolo arteriosclerotico
le cose sono due
la prima è quella più ovvia, che sia la solita esca per i suoi decelebrati
la seconda ? ha trovato il sistema di corrompere anche a trasburgo?
cosa che ritengo improbabile , per fortuna.
Comunque potrebbe essere una buona idea
Per il popolo , chiedere
Al tribunale EUROPEO venga fatta giustizia.
Prima che lo gnomo compri i voti ,che gli servono
Per modificare le leggi , a lui contrarie. VITTORIO,