mercoledì 2 febbraio 2011

I colpi di coda del caimano

Art. 41.

L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Questo sarebbe l'articolo della costituzione che blocherebbe il nostro sviluppo industriale e questo l'articolo che l'Indagato del Consiglio vorrebbe modificare per dare una scossa all'economia. Intanto puntualizziamo che l'uomo che lancia il suo ennesimo messaggio non ha più titolo nè morale nè istituzionale a sedere dove sta per cui qualunque proposta esca da quella bocca deve essere rinviata al mittente senza nessuna condizione con l'ulteriore messaggio: dimettiti. Ma anche lasciando da parte questo aspetto non secondario, le proposte del presidente del consiglio sono veramente ridicole e suonano come un'ulteriore offesa alla intelligenza degli italiani. Partiamo dall'art 41 della costituzione. Leggendo questo articolo anche un bambino delle elementari, ammesso che gli sia fatta studiare la nostra carta costituzionale, non può immaginare, pur con la sua fervida fantasia, come quei tre commi possano bloccare lo sviluppo industriale ed economico del nostro paese. Tutto è demandato alla legge che stabilisce programmi e controlli per l'attività economica. La costituzione non c'entra niente e comunque anche se rappresentasse un limite insormontabile, cambiare un articolo del genere richiederebbe un tempo di almeno due anni e probabilmente anche un referendum popolare. Quindi non si capisce come il caimano possa far ripartire l'economia. Insomma l'ennesimo bluf per distogliere il paese dai suoi problemi e dal vero problema che attanaglia le istituzioni, la politica e l'economia italiana: la sua presenza come capo del governo e della maggioranza. Rimane poi il fatto che alla camera è stato canlendarizzato prima di ogni altra discussione su provvedimenti economici, il solito processo breve per consentire all'Indagato del Consiglio di sfuggire a qualche processo ancora pendente. Vogliamo poi parlare della sua intervista al Tg1 e di qualche dichiarazione come la seguente: "Convengo (con il Presidente della Rpubblica n.d.r.), no a comportamenti anti istituzionali" come se il discorso di Giorgio Napolitano non fosse indirizzato proprio a lui. Se proprio intende evitare comnportamenti anti istituzionali ancora una volta dovrebbe fare una sola cosa: dimettersi. Quindi mentre Berlusconi tenta di distrarre il paese dai suoi comportamenti vergognosi anche per l'uomo della strada, figuriamoci per un capo di governo, il paese viene lasciato nelle mani della Lega che se riuscirà a far approvare il federalismo fiscali, farà un altro passo letale verso la rovina e la divisione. Sarebbe il primo reale passo verso la secessione e verso la divisione in due del paese se non addirittura in tre. Insomma l'inizio del piano distruttivo dei nuovi fascisti verdi. Questa è la situazione dalla quale non bisogna farsi distrarre con le solite fandonie che Silvio Berlusconi va raccontando dal 1994, sedici anni di bugie e di distrazioni con un unico reale obiettivo: rimanere fuori dai processi e dalla galera.

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