venerdì 16 ottobre 2009

Un paese impantanato nella palude della politica del pettegolezzo


Da quando qualche mese fa sono state portate alla luce dal quotidiaino Repubblica, le vicende a sfondo sessuale di Berlusconi, il virus del gossip e dello scandalismo si è diffuso su tutti i giornali come arma di contrapposizione politica, di dibattito, di attacco verso l'avversario di turno. Se tutto questo accadesse al di fuori della politica e delle istituzioni, non avrebbe nessuna importanza se non quella di generare pettegolezzo per andare ad alimentare certi tipi di giornali e riviste. Ma qui si sta giocando con il paese, con i cittadini e soprattutto con una crisi economica che, nonostante i deboli segnali di ripresa, in Italia produrrà ancora tanti danni oltre quelli già causati. Ma tutti questi problemi sono passati in secondo piano ed il confronto è caduto su un terreno melmoso dal quale nessuno si solleverà con facilità. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni fra il cavaliere e la sua escort (prostituta) preferita, dopo la pubblicazione delle interviste della medesima che hanno rivelato i retroscena dei festini a Palazzo Grazioli, dopo le esternazioni di Veronica Lario, ormai tutti si sentono investiti di scendere su questo piano quando c'è da attaccare un politico, un magistrato o qualsiasi altro uomo delle istituzioni. Ora si siamo davvero al pettegolezzo dimenticando un fatto importante e sostanziale della vicenda di Berlsuconi che non può essere equiparata ad altre vicende. Berlusconi, in qualità sia di presidente del consiglio che di capo assoluto della maggioranza di governo, era si l'utilizzatore finale delle prestazioni di queste ragazze, ma in quanto utilizzatore prometteva in cambio di tali prestazioni incarichi politici anche di un certo livello. D'altra parte la composizione del suo governo ha chiaramente dimostrato che questa pratica dello scambio, prestazioni sessuali-incarichi politici, era supportata dai fatti e non solo da chiacchere e pettegolezzi. Da questo momento le frequentazioni del cavaliere nelle sue residenze private, diventano per forza un fatto pubblico e di interesse per il paese. Per non parlare poi dei suoi mancati appuntamenti istituzionali per rinchiudersi nelle proprie stanze con una o più di una di queste belle figliole.

Il contrattacco non si è fatto attendere dalle truppe a disposizione del cavaliere attraverso Il Giornale e le sue televisioni. Non più quindi confronto con l'opposizione su temi di interesse politico, economico e sociale ma soprattutto su temi di vicende personali che questa volta però erano e sono davvero personali e non hanno consequenze sulla vita del paese. In quest'ottica si inquadra l'attacco del Giornale di Feltri al direttore dell'Avvenire, che ha costretto lo stesso direttore alle dimissioni, o il portare alla luce vicende antiche di alcuni esponenti dell'opposizione per finire addirittura al pedinamento del giudice, che ha condannato la Fininvest nella vicenda Mondandori, da parte di una troupe televisiva di Canale 5. Il filmato pubblicato su Repubblica ed il relativo servizio televisivo sono una chiara dimostrazione della china vergognosa e pericolosa che si è intrapresa in questo paese che assomiglia sempre di più ad una palude piena di sabbie mobili, sabbie che finiranno per inghiottire tutto e tutti. Nel servizio si arriva a insinuare che il giudice, ripreso durante una mattinata di riposo, non sarebbe degno di ricoprire questo incarico anche in seguito alla sua stravaganza nell'abbigliamento (la sua colpa è stata quella di indossare dei calzini fuxia.

Ed allora mentre la crisi economica sta facendo sentire i suoi effetti più drammatici proprio in questi mesi con licenziamenti a raffica, il paese è allo sbando con una maggioranza impegnata a trovare tutte le stradi possibili per salvaguardare il proprio capo dalla sua residenza naturale, la galera, un'opposizione incapace di contrastare l'azione del governo anche a causa delle proprie beghe interne, e i giornali che si stanno facendo una guerra l'uno contro l'altro piuttosto che fare informazione e incalzare il governo sui problemi reali di tutti i giorni.

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