giovedì 1 ottobre 2009

Lo stato mafioso per legge

Di Pietro e' un politico sui generis, la cui dialettica a volte e' comica, e' poco diplomatica, ma di certo e' uno che non le manda a dire senza tanti rigiri e va dritto al problema della questione anche in maniera dura e cruda. Oggi ho ascoltato l'ennesima intervista telefonica del presidente del Milan che affermava come il provvedimento dello scudo fiscale serva per reperire soldi da impiegare poi per la ricerca, per la scuola per affrontare la crisi economica. Ed allora mi chiedo esiste una differenza sostanziale fra la mafia e lo Stato? Dopo questo provvedimento sicuramente no, anzi lo Stato entra a far parte della catena della malavita e si propone come soggetto per il riciclaggio di denaro sporco. Possiamo trovare tutte le giustificazioni possibili a questo provvedimento ma poi la sostanza e' questa. Si tenta di succhiare un po' di linfa da capitali esportati all'estero illegalmente, sia che si tratti di capitali proveniente da attivita' legali e quindi trasferiti all'estero per sottrarsi al giusto prelievo fiscale, sia che si tratti di capitali provenienti da attivita' illegali come quelle proprie delle cosche mafiose, della camorra e della 'ndrangheta. E' proprio questo secondo aspetto che trasforma lo stato in un supporto alle attivita' illegali nel nostro paese. E le dichiarazioni del ministro Tremonti, secondo il quale la criminalita' non fara' ricorso a questo provvedimento, non spostano certo il problema. Se davvero il governo e' convinto che mafia e camorra non usufruiranno dello scudo fiscale, allora sarebbe stato necessario non inserire questa possibilita' nel decreto, se e' stata inserita significa che si pensa che qualcuno vi faccia ricorso ed allora meglio cercare di prendere soldi da qualunque parte essi provengano. Sinceramente da cittadino onesto, da lavoratore dipendente che ha sempre pagato le tasse ma anche da uomo che ha il senso dello stato, se la stato ha bisogno di soldi avrei perferito che ci fosse stato un aumento del prelievo fiscale piuttosto che adottare un provvedimento che di fatto sancisce l'impotenza della stato stesso nella lotta contro l'evasione fiscale e la criminalita' organizzata. Non mi interessa nemmeno come saranno utilizzati questi soldi che rientreranno, sono soldi sporchi che arrivano dalla droga, dalle estorsioni e quindi soldi sui quali uno stato di diritto non dovrebbe fare affidamento. Insomma tutti ragionamenti che non fanno che supportare la tesi di Di Pietro: Stato = Mafia. E a questa uguaglianza hanno contribuito tutti indistintamente, la maggioranza che ha posto la fiducia sul provvedimento, Fini (anche lui parla bene ma razola male) che impedira' la discussione interrompendo i lavori e costringendo al voto entro le 15, l'opposizione (PD e UDC) in testa che ieri con il loro assenteismo hanno favorito l'approvazione del provvedimento, banche che vedono come manna dal cielo i capitali che rientreranno e naturalmente andranno a rimpinguire le loro casse. Dulcis in fundus ... come se non bastasse ... i "pentiti" che si avvarrnno dello scudo fiscale rimarranno anonimi ... non si dovesse magari scoprire qualche nome eccellente, magari da mettere anche in galera dopo.

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