mercoledì 21 ottobre 2009

Eventi e notizie ad orologeria: tecniche per aggirare i problemi reali


La sensazione è che in questo paese ormai le notizie ed i casi eclatanti saltino fuori secondo una sorta di "programmazione strategica" con l'obiettivo di distrarre il paese dai problemi reali della vita di tutti i giorni. Non posso dire che sia una strategia studiata a tavolino, ma certamente il pensiero che quello che accade da qualche mese a questa parte non sia frutto solo della casualità è un pensiero che si consolida sempre di più. Uniche eccezioni possono essere considerati i fenomeni naturali, come il terremoto in Abruzzo e il disastro di Messina, oppure gli incidenti come l'esplosione di carri merci a Viareggio. Di sicuro questi sono stati eventi usati magistralmente dal governo per farsi bello e per distrarre l'attenzione da problemi come la crisi economica ed i suoi effetti. Lodo Alfano, spazzatura a Napoli, leggi razziali, lotta alle prostitute di strada (non certo alla prostitzione o alle prostitute di alto bordo), festini del presidente del consiglio, scudo fiscale, spionagghio mediatico sui giudici, sono tutti temi toccati in questi mesi. Temi o insignificanti dal punto di vista dei bisogni del cittadino medio taratssato dalla crisi economica e che avrebbe bisogno di stabilità economica, di una lavoro certo, di meno tasse e temi tanto meno di interesse per quei giovani che non trovano lavoro o per quei meno giovani il lavoro lo hanno perso. Ed è strano che appena un argomento si spegne come notizia intorno alla quale fare polemica, ne appare subito un altra che subito attira l'attenzione dei media. Oggi, mentre l'eco dei calzini del giudice della sentenza Mondadori si sta spegnendo, ecco apparire ancora una volta la moglie di Mastella coinvolta nella solita storia delle tangenti a cui i politici sembrano non sapresi sotrarre. E questa volta i giudici superano loro stessi con un provvedimento veramente singolare: la signora Mastella invece di essere messa agli arresti oppure di essere costretta a non lasciare la sua residenza ... viene obbligata a lasciare la campania e zone limtrofe. Un invito alla fuga insomma, e da qui ora si scatenano nuove polemiche. Oltre a questa notizia ne appare un'altra per la quale si scomoda addirittura il ministro del Lodo ... tale Alfano dalla sicilia. Su Facebook è comparso un gruppo intitolato "Uccidiamo Berlusconi" ed è scattato allarme rosso in tutto il paese. Come se qualcuno che avesse realmente intenzione di farlo fuori, iniziasse l'operazione attaccando manifesti sui muri delle città annunciando la loro iniziativa. Immaginate le Brigate Rosse che prima di rapire Aldo Moro o di ucciderlo danno vita su Facebook ad un gruppo che inneggia al rapimento ed all'uccisione dello statista. Ma si sa la rete è per i nostri politici una specie di scatola nera ... anzi rossa all'interno della quale non si sa bene che cosa ci sia ed allora meglio tentare di chiuderle la bocca con qualunque mezzo, anche infiltrandosi per dare vita ad una scemenza del genere. Chi ha pratica di Facebook sa che di queste scemenze ce ne sono a iosa, certo questa non è una buona ragione per trascurare il fenomeno ma nemmeno per farne un caso nazionale. Insomma al solito i problemi reali della vita di ogni giorno ormai non fanno piu' parte ne' della notizia ne' tanto meno del dibattito politico. Il paese va avanti, la crisi si risolverà per inerzia ma lascerà tanti cadaveri dietro di se oltre a non produrre nessun cambiamento, quel cambiamento che sarebbe necessario per mettere in discussione tutto il sistema. Ma in Italia continuiamo a giocare.

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