martedì 6 ottobre 2009

E' tutta colpa dell'educazione ricevuta oppure .......

Non ho trovato altra spiegazione al senso di disagio che ho provato stamani nel leggere le requisitorie degli avvocati di Berlusconi davanti alla Corte Costituzionale in difesa del Lodo Alfano. Non riuscivo a capire perchè qui la politica c'entra molto poco, qui si parla di giustizia, di uguaglianza, di rispetto del prossimo e soprattutto rispetto della carta costituzionale. Tutti principi che l'educazione ricevuta dai miei genitori mi ha inculcato nella testa fin dalla nascita, e quindi e' questa educazione ricevuta da due genitori onesti, lavoratori, dediti ai figli ed alla famiglia che ora mi fa provare un disagio non da poco.
Senza fare disquisizioni politiche e lasciando da parte i miei ideali, stamani ho preso la costituzione ed ho letto l'art. 3 per verificare se lo ricordavo bene e lo riporto qui integralmente.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.


E' un articolo chiaro limpido che non da adito a interpretazioni che sancisce l'uguglianza di tutti i cittadini italiani, un articolo di cui tutti i cittadini italiani dovrebbero andare orgogliosi e difende a spada tratta da qualunqe tentativo di sovvertire i principi sanciti da questo articolo. Il Lodo Alfano e' uno di questi tentativi, indipendentemente da chi lo ha proposto e fatto approvare. Alla luce di questo articolo e della educazione ricevuta, le parole pronunciate dagli avvocati di Berlusconi hanno suscitato un disagio veramente incontenibile. Le riporto esattamente come sono state pronunciare

"La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione", "Il premier non è 'primus inter pares' come vuole la tradizione liberale, ma 'primus super pares"

In sostanza il presidente del consiglio, in virtù della sua funzione istituzionale, sarebbe un gradino al di sopra degli altri per ciò che concerne la legge. Il discorso non farebbe una piega se questo significasse che il presidente del consiglio, proprio in virtù della sua funzione, dovesse essere una persona al di fuori di ogni sospetto. Un reato considerato minore per una figura del genere dovrebbe essere considerato un fatto grave, chi ha la responsabilità di governo di un paese, chi ha il compito di fare le leggi e farle rispettare, dovrebbe essere il primo a rispettarle sebza eccezioni e senza ma. Qui invece si afferma il principio che il presidente del consiglio, proprio per i suoi compiti, può agire fuori dalla legge e fare ciò che vuole senza correre il rischio di cadere nelle maglie della legge. In sostanza il contrario di ciò che sancisce la nostra costituzione. Allora i casi sono due o i miei genitori mi hanno inculcato nella testa principi sbagliati, oppure sono io e quelli della mia generazione che non hanno saputo difendere e rafforzare certi principi. Io propendo per la seconda ...... purtroppo.

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