venerdì 1 aprile 2016

I veri trivellatori di questo paese: i politici


Non c'è referendum che tenga, non c'è governo che tenga, non c'è politico che tenga alla fine chi trivella da decenni questo paese e continuerà a farlo è la politica di qualsiasi colore  e di qualsiasi parte. Si è un discorso populista e forse anche qualunquista ma i fatti sono evidenti e purtoppo sconcertanti tanto che al popolo italiano andrebbe assegnato il nobel per la sopportazione oppure per la cretinaggine, scegliete voi. Da quando è stato scoperchiato il vaso di tangentopoli (ma nei discorsi al bar o fra le mura domestiche la storia della corruzione era già ampiamente conosciuta) è stato un susseguirsi di fatti che continuamente dimostrano quanto la corruzione ed il clientelismo siano floridi nella politica italiana. E tutti ne sono coinvolti, chi più chi meno ma tutti compreso "i vergini" grillini nonostante le loro limitate fette di potere. Chi arriva al potere in Italia alla fine riesce a combinare qualche truffa piccola o grande che sia. Anche chi era distante dalla politica come lo è l'ex ministro Guidi. L'ultima vicenda che ha portato alle dimissioni del ministro o della ministra come preferite (a dimostrazione che anche la corruzione non h disparità di genere) ha del surreale. Mentre nel paese è in atto la campagna per un referendum molto discusso proprio sulle piattaforme in mare per l'estrazione di combustibile fossile (per di più metano), una campagna che ha portato il presidente del consiglio ha invitare i cittadini a non andare a votare (già questo invito dovrebbe essere sufficiente per chiedere le dimissioni di un governo che con la democrazia non ha niente a che vedere), ecco che si scopre che un ministro sta proprio lavorando per far passare un emendamento che possa favorire il proprio compagno e proprio in tema di estrazione di petrolio. E la ministra in questione, Federica Guidi, nelle sue confidenze coinvolge anche un'altra ministra, Maria Elena Boschi, la pupilla del presidente del consiglio Renzi, dalla quale passa quasi ogni provvedimento del governo. E Matteo Renzi naturalmente non ne sapeva niente ma guarda caso in occasione del prossimo referendum sulle concessione delle piattaforme entro le 12 miglia invita il paese a non andare a votare. Siamo alla follia pura. Un capo di governo che fra l'altro fa parte di una coalizione internazionale per esportare la democrazia, invita i propri cittadini a non partecipare alla espressione più alta della democrazia: una consultazione referendaria. In qualsiasi paese veramente democratico ci sarebbero tutti gli estremi affinché i cittadini scendano in piazza e chiedano le dimissioni non di un ministro ma dell'intero governo. Ma l'Italia non è più ormai un paese democratico quanto piuttosto un paese di anestetizzati ....

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