mercoledì 13 aprile 2016

Referendum trivelle: che sia un NO o che sia un SI (meglio) votare è un diritto irrinunciabile


Il referendum del 17 aprile sulle concessioni delle trivelle (denominato erroneamente Referendum sulle trivelle) dopo essere partito in sordina sta assumendo un'importanza sempre maggiore che va oltre il quesito referendario vero e proprio. Intanto c'è da sottolineare un fatto storico relativamente alle stagioni referendarie di questo paese: è il primo referendum promosso dalle regioni molte della quali amministrate dal partito di governo. Quindi non si tratta di un referendum promosso da una platea faziosa di cittadini e partiti, quanto piuttosto un referendum istituzionale voluto da amministrazioni territoriali come le regioni. Questo "piccolo" dettaglio rende ancora più assurdo e inquietante l'invito del presidente del consiglio rivolto ai cittadini affinché si astengano dal voto. Attenzione non di andare a votare No sostenendo i provvedimenti del governo quanto piuttosto di non pronunciarsi: come dire non vi pronunciate questa è una questione nostra. Già una questione però che riguarda il "nostro" mare, il "nostro" ambiente e i "nostri" soldi. Il cittadino è trattato come un burattino le cui fila sono tenute da Matteo Renzi il quale decide quando deve andare a votare e quando no e possibilmente anche cosa votare quando ci gli è concesso di andare. Questo sarebbe già un buon motivo per andare a votare, non importa se per il Si o per il No ma votare per difendere un sacrosanto diritto che nessuno può suggerire quando esercitarlo e quando no. Senza contare che l'invito all'astensione arriva proprio da un politico che è arrivato al governo senza sottoporsi ad al voto popolare come aveva promesso, sfruttando i voti presi da altri ma soprattutto attuando un programma di governo diverso da quello presentato in occasione del voto. Il voto in un referendum dovrebbe fra l'altro prescindere dalle proprie tendenze politiche in quanto non si vota per un partito o per un altro ma in merito ad una questione che solitamente riguarda la vita di tutti. Non ci sono ideologie dietro ma semplicemente una questione sulla quale si può essere più o meno favorevole. Certo un referendum come questo può essere complicato da capire fino in fondo rispetto per esempio ad un referendum come aborto si o aborto no, divorzio si o divorzio no, tempi meno complicati e soprattutto più vicini alla vita di tutti i giorni del cittadino. Capire esattamente che cosa si vada a votare è reso ancora più complicato dalla ridondanza di informazione, troppa informazione finisce per creare rumore e disturbo fino a rendere più difficile la percezione del significato del referendum. Ma abdicare in questo caso significherebbe anche alzare bandiera bianca ed accettare di essere manovrati dal un presidente del consiglio che guida una legislatura anticostituzionale.

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