giovedì 21 aprile 2016

La guerra alla democrazia del Partito Democratico prosegue: prossimo obiettivo l'acqua


Si è appena spento lo sedgno per il referendum del 17 aprile ucciso in primo luogo dall'inivito all'astensionismo del segretario del Partito Democratico nonché presidente del consiglio Matteo Renzi, che alla camera quelli del Pd fanno passare un provvedimento per cancellare un altro referendum, quello sulla privatizzazione dell'acqua del 2011. Quel referendum e quello che sta accadendo in parlamento sull'acqua è un altro di quei segnali che dimostrano come il Pd abbia completamente cambiato pelle sotto la guida di colui che si presentva come il rottamatore della vecchia politica ma che di fatto sta rottamando solo la democrazia. Nel 2011 il Partito Democratico era schierato a favore dell'abolizione di quella norma scellerata del governo Berlusconi che prevedeva l'affidamento dei servizi idrici a soggetti privati o al più a società miste pubbliche private. Il grande movimento a difesa di un bene comune come l'acqua vedeva quindi schierato in prima linea anche il Pd e fu un successo: quasi il 55% degli elettori andarono a votare ed oltre il 95% si espresse per la cancellazione della norma e per l'affidamento dei servizi idrici a soggetti pubblici. In questi anni poco o niente è stato fatto in tal senso, ma oggi addirittura il partito che contribuì al successo di quel referendum, cambia completamente rotta e rimette di fatto in campo la norma del governo Berlusconi. Nel decreto approvato ieri alla Camera infatti si apre di nuovo ai privati definendo il servizio idrico integrato "un servizio pubblico locale di interesse economico generale che può essere affidato anche in via diretta a società interamente pubbliche". Quindi i concetti che vanno contro il referendum del 2011 sono due: l'acqua vista come un bene di interesse economico sul quale si può di fatto lucrare e non un bene il cui accesso deve essere garantito a tutti, un bene la cui gestione può essere affidato anche al pubblico dove quel anche sottolinea che la norma sarebbe quella di affidarlo al privato ed in via subordinata al pubblico. Stravolto completamente il risultato del referendum. Matteo Renzi ha di fatto imposto l'inversione di rotta anche su questo argomento dopo aver stracciato del tutto il programma elettorale con il quale il Partito Democratico si presentò alle elezioni del 2013 ed in virtù del quale prese quei voti che consentono allo stesso Matteo Renzi di governare. Quindi dopo la canellazione dello statuto dei lavoratori, dopo la cancellazione del voto dei cittadini per province e senato, dopo aver reintrodotto il meccanismo dei nominati alle elezioni politiche, dopo aver concesso un premio di maggioranza al partito che vincerà le elezioni consentendo una specie di dittatura della minoranza, dopo aver invitato i cittadini a non andare a votare per il reerendum sulle trivelle, ora il Pd si appresta a cancellare un altro tassello di volontà popolare sula gestione dell'acqua. A quando il cambio di nome cancellando la voce Democratico dal nome del Partito ? Sarebbe l'unica operazione coerente di questi due anni di governo.

Nessun commento: