lunedì 18 aprile 2016

Risultati referendum: 14% No, 28% Si ..... 68% non gliene frega una mazza


Ancora una volta vince l'astensionismo e cioè il partito di coloro ai quali va bene tutto, non gliene importa niente. Non basta che nel referendum la scelta sia semplice: se favorevole al quesito referendario voti Si, se non sei favorevole voti No. Non c'è molto da scegliere e non ci sono altre strade. Ma la politica ha paura anche di un semplice Si o No, ha paura del cittadino che esprime il proprio pensiero ed allora si è inventata l'astensione nel referendum come una possibilità sancita dalla Costituzione. Povera Costituzione calpestata da chiunque anche dal capo del governo ed da un ex presidente della repubblica, cioè due figure che dovrebbero ricoprire due cariche il cui primo principio sarebbe quello di far rispettare e difendere la carta costituzionale. Quando si giustifica l'astensione come una scelta democratica prevista dalla costituzione poiché l'articolo 75 afferma la validità dello stesso referendum solo se vanno al voto la maggioranza degli elettori, si dimentica totalmente un altro articolo, il 48 che recita 

"Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico."

Ora come si fa a pensare che i padri costituenti abbiano voluto con l'articolo 75 dare in mano ai cittadini lo strumento dell'astensione nel caso del referendum, dopo aver sancito un principio così forte come il dovere civico nell'esercitare il diritto di voto ? E' semplicemente una stortura interpretativa del potere che vuole impedire al cittadino di esercitare un suo inalienabile diritto e impedirgli di partecipare al momento più alto dia una democrazia: il voto. Quale altro significato può avere l'invito a non partecipare al voto quando sarebbe sufficiente dare indicazione per il No, una scelta netta senza sfumature e senza problemi interpretativi. Invece si vuole limitare la democrazia lasciando poi alla politica l'interpretazione dell'astensione a proprio uso e consumo. E così una non scelta provoca un dibattito dove il non voto, ma anche il voto, è tirato da una parte all'altra. Renzi ed il suo entourage, fatto di leccapiedi, interpretano quel 68% di astensione come un plebiscito a proprio favore, Grillo interpreta quel 32% di votanti come tutti simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, altri come Emiliano si sbracciano arrampicandosi su tutti gli specchi possibili per  far passare il concetto che il referendum è stato una vittoria del fronte anti Renzi. Sarebbe stato molto meglio che tutti fossero andati a votare, esercitando il proprio dovere civico richiesto dalla Costituzione, ed esprimendo il proprio parere, magari lasciando la scheda bianca se qualcuno non avesse avuto un'idea chiara sulla questione in merito alla quale siamo stati chiamati a votare. Invece si è scelto di seguire la strada indicata addirittura dal capo del governo, che fra l'altro ha commesso un reato consigliando l'astensione, e di dare un altro colpo alla democrazia, quei colpi che poi arriveranno poi dal referendum conferamtivo della riforma costituzionale quando quel che resta di una repubblica ex democratica verrà probabilmente stracciato via. Il potere non ha alcun interesse che i propri cittadini si esprimano con il voto, e soprattutto questo potere che ha dato più di una dimostrazione di fregarsene del paese, di appoggiare chi fa i propri interessi a discapito dell'interesse comune e che da oggi si sentirà più forte in questa opera di distruzione di uno stato democratico.

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