venerdì 16 novembre 2012

Quando la politica tradisce il popolo


Non c'è solo la corruzione o l'uso improprio di denaro pubblico ad allontanare la politica dal cittadino onesto e dalla realtà del paese, ma anche e forse soprattutto la mancanza totale di principi, di ideali e di coerenza. Lo spettacolo al quale si assiste in questi mesi durante i quali la politica ha alzato bandiera bianca abbandonando il suo ruolo istituzionale, il governo e la guida del paese, è di uno squallore unico e allo stesso tempo indicativo delle difficoltà che si incontreranno per arrestare la caduta libera del paese in ogni settore della vita pubblica e sociale. Purtroppo i partiti, tutti nessuno escluso, sembrano non rendersi conto del degrado in cui sono caduti ed anzi, nel loro continuo agitarsi per dimostrare una loro improbabile faccia pulita, non fanno altro che peggiorare la situazione. Ogni giorno che passa lasciano campo aperto a coloro che gridano contro la politica stessa, ma che allo stesso tempo non hanno nè idee nè programmi tali da sperare di sostituirsi in maniera valida all'attuale sistema politico italiano. Quello che sta accadendo con la legge elettorale e con le prossime elezioni è indicativo di questo degrado totale, ma è solo uno dei tanti segnali delle difficoltà in cui gravano i nostri politici sempre più tesi a mantenere privilegi e poltrone. Sembra che l'unico gioco che riesca bene sia quello del cambio di bandiera. Senza scomodare il caso clamoroso di Scilipoti passato alle file di Berlusconi proveniendo dal più acerrimo nemico del cavaliere, il partito di Di Pietro, oggi sono tutti i partiti a perseguire un cambio di idea di stampo scilipotiano sulle date delle elezioni. Mentre solo un anno fa il Pdl era contro l'eletion day ottenendo di scindere il voto per i referendum da quello delle amministrative, oggi lo stesso Pdl si batte strenuamente per accorpare elezioni politiche ed elezioni regionali (Lombardia, Lazio, Abruzzo) nel nome di evitare quello spreco perpetrato solo un anno fa. A sua volta il Pd mentre nel 2011 strombazzava ai quattro venti lo spreco messo in atto dalla maggioranza di centro destra e si batteva per l'election day, oggi con altrettanta decisione si batte per tenere separatre le elezioni regionali da quelle politiche. E che dire delle manovre per cambiare quella legge elettorale che di fatto nessuno intende cambiare, manovre che porteranno probabilmente ad un procellum 2 degno delle più famose saghe cinematografiche. Le stesse primarie, che tengono banco in questi giorni come se fossero quale atto di alta democrazia, sono la saga dell'ipocrisia e del tradimento, almeno quelle del Partito Democratico dove sono noti ormai i candidati. Dei 5 partecipanti ben 4 hanno altri incarichi al di fuori del parlamento che saranno costretti ad abbandonare qualora risultassero vincitori nella competizione delle primarie. Due di essi addirittura sono stati eletti dal popolo come presidente di regione, Vendola, e sindaco di un capoluogo di regione, Renzi, e quindi il tradimento sarà doppio. Chi ha votato Vendola e Renzi lo ha fatto perchè aveva piena fiducia nelle loro capacita per assolvere il proprio ruolo e sono stati votati per portare a termine il loro mandato di 5 anni e non certo per abbandonarlo prima del termine del mandato stesso. A che cosa serve allora un atto di democrazia (falsa democrazia se calate nel nostro paese dove non sarà il popolo ad eleggere il futuro premiere) come quello delle primarie se poi i partecipanti sono i primi a tradire questa democrazia abbandonando l'incarico ottenuto per volontà popolare ? Sicuramente gli scandali legati alla corruzione ed all'utilizzo dei fondi pubblici sono eventi mediatici che colpiscono maggiormente l'immaginario colletivo, ma questi atteggiamenti della politica sono sicuramente altrettanto gravi anche se trascurati dai mezzi di informazione.

1 commento:

Mimma ha detto...

La politica è il popolo: è il cittadino che fa la politica. Se, poi, per politica intendiamo l'attività svolta dai partiti, allora i conti tornano. Sembrerebbe, infatti, che i partiti e l'ormai noto movimento (che non è definito partito, ma di partiti, anche di vecchia fama, ha tanto) si muovano tutti nella stessa direzione: denigrare l'operato dell'altro e non offrire tangilbili indicazioni di cambiamento. Premesso ciò, cosa fare, allora? Quali i comportamenti e le scelte? Credo sia impossibile fornire una risposta esaustiva e concreta. Ancora una volta, i cittadini, quelli veri cioè i politici, sono chiamati a rimboccarsi le maniche e agire secondo giustizia per dare, altresì, il loro esempio. Non intendo, nonostante tutto, cadere nella trappola che porta a piangersi addosso, rinunciando ai miei doveri. Fermamente convinta che ognuno di noi possa dare il proprio contributo,continuerò per la strada che mi è stata indicata dai miei padri, quelli naturali e quelli politici. Lavorerò perchè i giovani siano sempre attenti e possano diventare cittadini consapevoli, sovrani. Troppo spesso i giovani sono disprezzati e lasciati allo sbando, troppo spesso demandiamo a loro responsabilità che sono esclusivamente nostre. Troppo comodo: ciascuno di noi, qualsiasi sia il lavoro, il ruolo che svolge nella società, può dare un piccolo contributo. L'importante è non coprirsi mai gli occhi né demandare. E' un cammino lungo e tortuoso, ma non impossibile da praticare per chi abbia a cuore tutto ciò che è dell'uomo: Homo sum, humani nihil a me alienum puto.
Mimma