lunedì 19 novembre 2012

Non dimentichiamo che Israele siamo tutti noi

Israele non è altro che la testa di ponte di un mondo occidentale che, alla fine della seconda guerra mondiale, decise unilateralmente di dare vita ad uno stato occidentale nel bel mezzo del mondo arabo usurpando e togliendo territori a quelle popolazioni. Sta tutta qui la storia infinita di un conflitto infinito che non avrà mai termine fino a quando quello stato sarà mantenuto in quei territori. Un conflitto impari che vede da una parte dei poveri diavoli (palestinesi) che utilizzano delle fionde ormai a lunga gittata ma sempre fionde, mentre dall'altra parte c'è un potente esercito (israeliani) che risponde senza guardare in faccia nessuno e spara con missili, aerei, carri armatio, navi. Tutti i danni causati dai poveri diavoli si limitano a dei graffi superficiali, mentre dall'altra parte gli israeliani uccidono in maniera scientifica, secondo loro, ma in realtà indiscriminata. Uomini, donne ma soprattutto bambini sono le vittime di questa carneficina che non può riportare alla mente il trattamento a cui furono sottoposti gli ebrei al tempo della seconda guerra mondiale. Si perchè i palestinesi sono tenuti rinchiusi in una specie di ghetto, di campo di concentramento a cielo aperto, quel territorio cioè che si chiama Gaza, isolato dal mondo e dal quale lanciano con le loro fionde missili contro Israele per cercare di liberarsi dalla prigionia nella quale sono costretti. Ma Israele ha l'appoggio di tutto il mondo occidentale, responsabile di questa guerra infinita, che probabilmente terminerà solo con la distruzione totale di una delle due parti. Un mondo, quello occidentale, pervaso da un'infinita ipocrisia e guidato dagli Stati Uniti pronti a schierare portaaerei nel mediterraneo quando in un attentato fu uccisio un suo ambasciatore, ma altrettanto pronti ad assicurare la licenza di uccidere ai loro protetti israeliani. Questo è il mondo in cui viviamo e che andrebbe trasformato profondamente sia dal punto di vista economico ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale e politico. Un mondo che ha visto il suo sviluppo fondato sul capitalismo e cioè sullo sfruttamento del lavoro altrui e degli stati sociali più deboli ed ora, che lo stesso sistema è in crisi, pensa di uscire dalla crisi sempre a discapito degli stessi stati sociali. Un mondo che combatte usando sistemi terroristici (quelli che hanno dato vita all'invasione dell'Afghanistan, dell'Iraq e che utilizza Israele contro i palestinesi) per difendere territori dove risiedono le risorse naturali indispendabili alla propria sopravvivenza. Un mondo che non sa uscire dalla spirale di guerra continua nella quale sopravvive e che non è terminata con la fine del secondo conflitto mondiale ma che prosegue tutt'ora. Come uscire da questa spirale ? non sarà facile e lo si portà fare solo dal basso con una sollevazione popolare su scala mondiale, una sollevazione che purtroppo non potrà essere incruenta perchè, mentre il cittadino comune per esempio si indigna per quello che sta accadendo a Gaza, i governi mondiali con la complicità dei mezzi di informazione continuano a proteggere ed a incentivare questa carneficina.

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