lunedì 26 novembre 2012

La falsa democrazia delle primarie

Dopo circa un anno di scandali e rivolta contro i partiti, contro i loro privilegi, contro il fiume di denaro che rastrellanno ed utilizzano a proprio uso e consumo, ecco che oltre tre milioni di italiani si recano a votare per le primarie regalando oltre 7 milioni di euro al Partito Democratico. Ma non è tanto il fiume di denaro che va ad arricchire le casse del partito, quanto la falsa democrazia che questo evento nasconde, non tanto le primarie in quanto tali, sia ben chiaro, ma le primarie che si sono svolte ieri e continueranno la prossima domenica con il ballottaggio. Queste elezioni dovrebbero avere lo scopo di individuare il candidato premier (altro termine fuori luogo nel sistema costituzioniale italiano) alle prossima tornata delle elezioni politiche. Un evento di alta democrazia se lo si estrapola dal contesto della nostra costituzione, una farsa se appunto lo si inquadra nelle regole che la nostra carta costituzionale stabilisce. Un esempio lo abbiamo proprio davanti agli occhi da un anno a questa parte. Alle elezioni del 2008 i candidati alla presidenza del consiglio erano Berlusconi per il centro destra e Veltroni per il centro sinistra, il primo nominato per acclamazione, il secondo nominato in seguito alle primarie della coalizione PD e Italia di Valori, risultato: dopo tre anni e mezzo cade il governo e ci ritroviamo come presidente del consiglio e ministri addirittura dei non eletti. Il tutto naturalmente nel rispetto della costituzione e con l'avvallo di coloro, il Partito Democratico appunto, che oggi inneggiano alla democrazia delle primarie. Ecco l'imbroglio e la farsa andata in scena ieri con la replica di domenica prossima. La nostra costituzione non prevede l'elezione diretta del capo del governo quindi le primarie per nominare il candidato a questa carica sono inutili ed una presa in giro per chi si fa abbindolare con la storia della democrazia. Le stesse primarie hanno invece senso per i presidenti di regione, per i sindaci, per nominare il segretario di un partito, per tutte quelle cariche cioè che sono elettive e per le quali è il cittadino con il proprio voto che decide. Rimane poi un altro problema che non è secondario. Le primarie, almeno quelle che si stanno svolgendo nel Partito Democratico, sono una consequenza della caduta delle ideologie e dei principi, una caduta che ha portato al disastro di questi anni con lo scadimento della politica. I due candidati che si affronteranno al ballottaggio domenica prossima, Bersani e Renzi, sono espressione di un partito senza anima, senza ideali e soprattutto senza un modello di società da presentare agli elettori. Le posizioni dei due infatti sono talmente diverse su temi fondamentali come per esempio il lavoro che sembrano esponenti appunto di partiti diversi. Ma oggi i partiti non sono altro che delle formazioni politiche si basano sulla persona, sul personaggio del momento e non su degli ideali che dovrebbero fare da guida al movimento politico indipendentemente da chi sia il timoniere. Provate a leggere il programma, o quello che lui ritiene tale, di Matteo Renzi e lo stesso programma potrebbe essere calato pari pari come manifesto elettorale del PDL. Questo è il vero imbroglio delle primarie.

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