martedì 6 novembre 2012

Non solo scandali nella politica


Mai come in questi ultimi mesi la politica è scaduta ed ha perso di credibilità, e non solo per gli innumerevoli scandali che si sono susseguiti in maniera trasversale, ma anche per il linguaggio che ormai è entrato nel bagaglio del politico da circa un ventennio. E' il gioco più in voga quello di denigrare l'avversario politico, di assalirlo verbalmente con l'offesa e l'ingiuria non combattendo, criticando o dibattendo le sue idee, quanto piuttosto offendendolo semplicemente in quanto avversario sul lato umano e personale. E' stata un'escaletion continua iniziata da Berlusconi ma perseguita subito da tutti i suoi detrattori che sono scesi sul suo stesso piano risultando sconfitti sul piano puramente dialettico. In tutto questo atteggiamento denigratorio hanno poi avuto il loro ruolo amplificatore e media sempre pronti ha raccogliere le offese ed i termini discutibili per poi rilanciarli continuamente in articoli, dibattiti, fino ad arrivare addirittura ai saggi politici. Oggi Berlusconi ha trovato due validi seguaci di questo malcostume, due allievi che stanno addirittura superando il maestro in questa nuova arte politica. Grillo e Renzi hanno gettato le fondamenta del loro consenso non tanto sulle idee politiche quanto piuttosto sull'urlare e lo strillare dispensando offese gratuite a tutti. Ma in questa gara al vilipendio, mentre Grillo la si rivolge a tutti gli schieramenti politici che lui ritiene tutti propri avversari da "distruggere", Renzi porta avanti questa battaglia addirittura dentro il suo stesso partito, il Partito Democratico, del quale sono proprio gli attuali dirigenti l'obiettivo delle sue farneticazioni. Il sindaco di Firenze detiene anche il primato del termine più dispregiativo ed offensivo coniato nella sua ascesa al potere politico all'interno del PD: rottamare. Un verbo che fino ad ora era sempre stato riferito a cose e mai a persone, fino ad ora si era sempre rottamato una vecchia auto, un elettrodomestico, insomma una macchina giunta alla fine della sua funzione e buona solo per essere distrutta e sostituita da una nuova macchina dello stesso tipo. D'altra parte una macchina quando non funziona più o quando non soddisfa più le esigenze di chi la utilizza può solo essere distrutta e cambiata. Ma si può dire altrettanto di una persona ? Come si fa a rottamare una persona che porta con se idee, pensieri, storia, esperienza, tutte caratteristiche impalpabili, immateriali che rimangono in vita anche dopo che la persona non sarà più su questa terra. Non si possono rottamare le idee e le esperienze di vita di chi le ha professate. Senza contare poi che quello che siamo noi stessi in qualsiasi momento non è dovuto solo al nostro percorso di vita, ma noi siamo anche il frutto di quello che sono stati i nostri genitori per non andare oltre, siamo il frutto della storia, dell'esperienza dei nostri avi e dei personaggi storici che hanno segnato le epoche passate. Insomma quando un essere umano lascia la vita terrena, in realtà non scompare del tutto ma lascia comumnque un segno, che sia positivo o negativo questo è un altro discorso, un segno che rimane vivo nel tempo. Questo vale anche per la politica naturalmente. La connatazione attuale di un movimento politico, nel bene e nel male, è in ogni momento il frutto della sua storia passata e delle idee degli uomini che ne hanno fatto parte, una storia che può essere criticata, condivisa o no, ma che nessuno può cancellare, nemmeno il rottamatore di turno. Insomma il verbo rottamare nel caso delle persone è un'offesa ad ogni essere umano ed è indicativo della bassezza culturale e morale di chi usa questa terminologia, oltre di chi l'amplifica senza nessuna critica.

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