mercoledì 7 novembre 2012

Il mondo occidentale sotto dittatura


In altre occasioni o in altri momenti storici la rielezione di un presidente americano per il suo secondo mandato avrebbe rappresentato un momento di stabilità internazionale e quanto meno di sicurezza piuttosto che affidare la più grande potenza mondiale ad un nuovo presidente. I tempi sono cambiati ed ormai il mondo intero o per lo meno il mondo capitalista occidentale è sotto una dittatura che controlla tutte le economie dall'america all'europa. Ecco allora accade che all'indomani della rielezione del presidente Obama, per smorzare gli entusiasmi che già di primo mattino si intuivano in europa con le borse partite tutte in forte segno positivo, arriva la solita agenzia di rating che minaccia il declassamento degli Stati Uniti se entro tre mesi il presidente non prenderà provvedimenti in materia economica nella direzione indicata dalle agenzie. Insomma non solo i governi degli stati europei ma ora anche il presidente degli stati uniti non ha più campo libero per svolgere la politica economica che secondo lui è la più giusta, ma deve sottostare al potere della finanza e delle agenzie di rating. Ed infatti subito dopo il comunicato dell'agenzia le borse sono andate subito giù e gli effetti della rielezione di Obama sono stati vanificati subito. Nello stesso momento in Grecia il parlamento stava prendendo decisioni in merito di una nuova manovra finanziaria di circa 13 miliardi che come al solito vedrà fra i tartassati i più deboli. Ed in Grecia in queste ore migliaia di persone sono scese in piazza e stanno provocando disordini proprio davanti al parlamento. Ormai i governi europei, ma abbiamo visto che anche gli Stati Uniti sono nella stessa barca, stanno perdendo e nei casi più gravi hanno già perso, la propria autonomia di governo e la propria sovranità in virtù di un potere finanziario che è in grado di mettere in ginocchio le economie meno solide. In europa poi con il patto scellerato del pareggio di bilancio inserito nelle costituzioni, si sono di fatto condizionate le scelte politiche di qualsiasi governo da qui ai prossimi 30 anni, fino a quando il debito pubblico non sarà azzerato. Chiunque si ritrovi a governare l'Italia, che sia la destra o la sinistra o un nuovo partito come quello di Grillo, la mannaia del pareggio di bilancio condizionerà pesantemente qualsiasi scelta di tipo economico e di bilancio. Da questa situazione e da questo circolo vizioso nel quale ci ha portato il capitalismo si uscirà in un solo modo: cambiando modello di sviluppo ed abbandonando il modello capitalista. Ma un cambiamento di tale portata difficilmente sarà incruento e non violento. La crisi, che ormai imperversa da alcuni anni, avrebbe già dovuto provocare qualche cambiamento, ed invece gli unici effetti sono stati gli aiuti degli stati alle banche ed al mondo finanziario, aiuti i cui finanziamenti sono stati reperiti a danno dei ceti medio bassi, quei ceti che ora si stanno ribellando in grecia e che probabimente nei prossimi mesi si solleveranno anche in altri paesi.

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