mercoledì 4 novembre 2009

Crocifisso .. tradizione .. intolleranza .. e religione

Prima di avventurarmi ancora sulla questione del crocifisso nelle scuole non in maniera astratta ma prendendo come riferimento la mia esperienza personale di uomo ormai vicino ai sessanta, volevo fare una considerazione di ordine più generale. Da qualche mese a questa parte sembra che in questo paese, proprio in un momento così difficile come quello che si sta attraversando (una crisi economica senza precedenti, con licenziamenti a raffica, con morti quasi giornaliere sui luoghi di lavoro, con deficit pubblico ci metterà in fondo alla lista dei paesi che ripartiranno) si perda tempo per questioni che richiederebbero un minimo di tempo e soprattutto di buon senso per essere risolte. Questioni che o sono capitate sul cammino di chi governa per caso o che sono state create ad arte per distrarre l'attenzione. Il lodo Alfano, il terremoto dell'Aquila, l'influenza suina o A, le vicende di Berlusconi, l'alluvione di Messina, il caso Marrazzo (l'unico conclusosi in tempi brevi), sono un esempio di questi problemi artificiosi ai quali si aggiunge il caso del crocifisso. si finisce per parlare di questi pseudo-problemi mentre il paese si barcamena fra disoccupazione, deficit e mancanza di sicurezza sul lavoro. Ma torniamo alla questione del crocifisso.
Ho trascorso buona parte della mia adolescenza all'oratorio come la stragrande maggioranza dei ragazzi degli anni 50. A scuola in tutte le aule il crocifisso faceva bella mostra di se, ma qualcuno ne conosceva il significato esatto ? Per noi ragazzi la religione che cosa significava ? A scuola un'ora da trascorrere allegramente a seconda della simpatia del sacerdote che entrava in aula, all'oratorio uno scotto da pagare, l'ora di catechismo la domenica, per usufruire dell'oratorio stesso con ping pong, calciobalilla, campetto da calcio. Ma da qui a dire che si comprendesse a pieno il significato della religione e delle storie che ci venivano raccontate ce ne corre. Tra l'altro molte di queste storie sembravano delle vere e proprie favole smentite da quanto a scuola ci veniva insegnato per esempio nell'ora di scienze. Come conciliare infatti la creazione del mondo in 7 giorni ad opera di Dio mentre a scuola si parlava di universo, di come si erano formati pianeti e di come la vita e l'uomo erano comparsi sulla terra. La storia di Gesù Cristo veniva poi vissuta come una delle tante storie che magari si leggevano sui libri per ragazzi e niente di piu' con un finale piu' o meno misterioso come la resurrezione. Nessuno si degnava di dare una spiegazione plausibile e quindi noi ragazzi non davamo peso piu' di tanto a tutta la faccenda. Andavamo a messa, sapevamo le risposte da dare al sacerdote a memoria e la vita scorreva tranquilla. Si faceva la prima comunione e la cresima, un'occasione piu' che altro per organizzare una festa in famiglia e farsi una bella mangiata con tutti i parenti. Vivevamo in una societa' piuttosto chiusa, la televisione ce l'avevano in pochi, di stranieri nelle nostre citta' nemmeno l'ombra, e quel crocifisso sulla parete della propria classe era piu' o meno come la lavagna o la carta geografica, ne' piu ne' meno. Sfido chiunque ad affermare il contrario, ad esclusione di qualche ragazzo che colpito sulla via di damasco magari andava in seminario ed intraprendeva il percorso ecclesiastico. E cosi' la nostra vita (quelli degli anni 50) e' trascorsa con questo crocefisso che, come si capisce anche dai commenti di questi giorni, e' stato piu' che altro un soprammobile per molti. Ora la societa' e' cambiata profondamente se non altro perche' lentamente anche nel nostro paese e' diventata multietnica, che ci piaccia o no ed ecco allora sorgere il problema del crocifisso. Un problema al quale noi non avevamo mai pensato ma che in realta' per chi proviene da altre culture, per chi professa altre religioni, per chi insomma ha vissuto in maniera diversa dalla nostra ci porta davanti agli occhi. E lo fa mettendo in evidenza la contraddizione di uno stato laico che professa l'uguaglianza di tutti i cittadini anche per cio' che cocerne la religione, ma che allo stesso tempo ostenta nei luoghi stessi dello stato un simbolo come il crocifisso. Ci vuole addirittura la sentenza di un tribunale per tentare di risolvere un piccolo problema che, anche questo come quelli citati all'inizio, si sarebbe potuto risolvere in poco tempo. E invece no ... il crocifisso viene sminuito alla stregua di un oggetto qualsiasi. Non se ne fa una questione di principio ma semplicemente una questione di ... tradizione !! C'e' sempre stato perche' toglierlo ? Ecco che emerge in tutta la sua prepotenza l'intolleranza ed il "razzismo" del cittadino medio italiano nonche' tutta la sua paura. Che vogliono questi infedeli che pretendono di togliere il crocifisso dalle pareti delle nsotre scuole ? Non se ne fa una questione di simbolo religioso ma semplicemente una questione di usi e costumi, ma d'altra parte la religione nel nostro paese e' un fatto serio ? Riflettiamo. Si da forse la possibilita' ad ogni individuo di fare in maniera autonoma le proprie scelte ed il proprio percorso religioso ? Il bambino a pochi mesi viene battezzato e lo si cala in un percorso, in una strada della quale naturalmente lui e' completamente inconsapevole. Poi lo si inizia a catechizzare con i primi sacramenti, la comunione e la cresima, quando ancora il bambino non ha gli strumenti per capire e rendersi conto di quello che sta facendo. Per lui si tratta di una festa come tante altre e di un modo per ricevere un bel po' di regali ma intanto e' stato iniziato e un po' di lavaggio del cervello e' gia' stato attuato. Non sarebbe piu' corretto attendere che il ragazzo diventasse adulto e poi lasciargli completa liberta' di professare una religione piuttosto che un'altra ? E se la scuola piuttosto che insegnare la religione cristiana insegnasse le religioni, la storia delle religioni in modo da dare ai giovani gli strumenti per capire se seguire una religione piuttosto che un'altra, non assolverebbe in maniera piu' completa al suo compito educativo ? Penso di si .. ma allora ci troveremmo in un paese che rispetterebbe quella legge sulla quale si fonda la propria democrazia, la Costituzione, e non saremmo in Italia.
Allora credo che anche il crocifisso per quello che realmente rappresenta, debba in qualche modo essere rivalutato togliendolo da quei luoghi nei quali non ha nessun significato. E poi ... ma davvero un cristiano per sentirsi tale ha bisogno di vedere un crocofisso appeso su una parete di un ufficio pubblico ?

2 commenti:

carladidi ha detto...

Poi per dirla tutta...la sentenza non affronta il problema della rimozione "forzata" ma si ferma all'aspetto individuale, se nessuno protesta, resti...se un solo genitore o studente si ritienesse leso nei suoi principi religiosi o laici, a quel punto la rimozione dovrà avvenire. Hai ragione Edo, tanto rumore per nulla. Ma si sa il rumore serve a "coprire". Ciao

carladidi ha detto...

...la non presenza favorirebbe il Cristo....in materia di Rispetto! Poi ognuno è padrone di pensarla come vuole.