sabato 29 ottobre 2016

La trasformazione del PD: da partito difensore dei lavoratori a partito che uccide la democrazia




Oggi il Partito Democratico sancisce definitivamente la sua trasformazione con una manifestazione di popolo. Il partito che difendeva i lavoratori e che partecipava agli scioperi generali per difendere i diritti dei lavoratori (sciopero generale del 1984 per protestare contro il taglio della contingenza voluto dal governo Craxi), oggi fa scendere in piazza i suoi iscritti per appoggiare lo schiaffo che la riforma costituzionale Boschi-Renzi-Verdini affibbierà alla democrazia. Fino ad oggi la trasformazione del Partito Democratico da partito difensore delle classi sociali più deboli e dei lavoratori è stata condotta senza chiedere l'appoggio del popolo, il Jos Act sappresenta il punto più alto di questa trasformazione grazie alla cancellazione dello statuto dei lavoratori, oggi invece il Pd chiama a raccolta il suo popolo per per sancire definitivamente l'abbandono dei deboli, dei lavoratori di quelle classi sociali da sempre difese dal più grande partito della sinistra italiana. Il tutto per difendere una riforma che rappresenta già un "riforma anticostituzionale" in quanto tradisce completamente l'Art. 1 della attuale Costituzione "La sovranità appartiene al popolo". Una sovranità già minata dalla composizione dell'attuale parlamento eletto con un sistema anticostituzionale, ma che sarà completamente cancellata, la sovranità popolare, da un senato non più eletto dai cittadini e da una camera eletto ancora una volta con un sistema che consegnerà la maggioranza assoluta ad un partito minoritario nel paese. La manifestazione odierna (vedremo quali saranno i numeri alla fine della giornata) chiede al popolo di appoggiare questo attacco senza precedenti nella storia repubblicana alla democrazia conquistata con tanti sacrifici, anche di sangue, al paese. La migrazione verso il centro destra portata avanti da Renzi ha portato ad una calo senza precedenti sia di voti in termini assoluti, grazie ad un'astensione sempre crescente, sia di voti per un partito che ha cambiato identità. Un partito che con Renzi si è schierato definitvamente con banche e con confindustria, mascherando questo passaggio con bonus ed elargizioni ad alcune classi sociali in difficoltà (ma tralasaciando proprio le classi più deboli) per poter sventolare ancora la bandiera della sinistra, ma è una bandiera ormai stracciata, piena di buchi che rappresenta la sconfitta stessa della sinistra. Ora alla fine di questo processo sarebbe bene che questo partito cancellasse dal suo nome la parola Democratico e smettesse di definire il proprio governo di centro-sinistra usurpndo un termine che non gli appartiente più. Comunque la partita ancora non è terminata ed il 4 dicembre si giocherà la finale: con un bel NO si può rispedire al mittente un attacco più subdolo e peggiore di quello portato da Berlusconi che mise nero su bianco la trasformazione della repubblica parlamentare, Renzi non ha avuto nemmeno questo coraggio (ma la sua natura è stata chiara dopo il colpo alle spalle portato a Letta) e sta tentando di uccidere la democrazia parlamentare per trasformale in una pseudo-democrazia partitocratica.

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