venerdì 7 ottobre 2016

Pubblicità: perché se Bruce Willis passa a Vodafone dovrei farlo anche io ?



Gli spots pubblicitari non mi hanno più entusiasmato dai tempi di Carosello quando la pubblicità era relegata a circa 15 minuti alla sera dopo il telegiornale e si trattava di vere e proprie scenette spesso comiche e piacevoli da vedere. Non si trattava di spot invasivi ma di momenti di spettacolo che ti godevi tranquillamente e senza messaggi eclatanti o fuorvianti come gli attuali. E comunque lasciavano il tempo che trovavano anche in mia madre che quando andava a fare la spesa non comprava certo un prodotto perché lo aveva visto pubblicizzato a Carosello ma quasi sempre perché il rapporto prezzo/qualità la soddisfaceva. Poi sono arrivate le Tv commerciali e la pubblicità ha invaso la televisione tanto che attualmente gli spazi pubblicitari occupano quasi al 50% le ore di trasmissioni. La Tv pubblica, che avrebbe dovuto limitarsi anche in virtù di una canone versatole dai cittadini, ha seguito anche lei quella strada ed anche in maniera più maldestra della tv commerciale (basta guardare un partita sulla Rai ed una su Mediaset o La7 per vedere la differenza). Ed oggi siamo subbissati dagli spot pubblicitari la cui qualità è inversamente proporzionale alla quantità trasmessi. E' rimasto per fortuna l'insegnamento di mia madre: non dare peso alla pubblicità ma piuttosto al rapporto prezzo/qualità di un prodotto. Anzi l'avversione agli spot pubblicitari attuali fa si che più un prodotto venga pubblicizzato e più me ne tenga lontano. Per quale motivo una persona che viene ossessionata da un attore o personaggio dello spettacolo o dello sport in maniera ridicola e banale dovrebbe acquistare o utilizzare il prodotto reclamizzato dal personaggio in questione ? Forse il protagonista di uno spot fosse un personaggio qualunque otterrebbe meno successo ? Secondo me vedere un attore come Bruce Willis o Alessandro Gasman fare il "cretino" per ricercare il segnale di un ipotetico provider di telefonia mobile oppure per osannare una "schifosa" insalata di tonno in scatola rende lo spot ancora più ridicolo di quanto non lo sia nei contenuti, oltre ad essere deleterio per l'attore o lo sportivo di turno. Vedere Claudio Amendola che fa pubblicità ad un sito per scommesse on-line, una delle piaghe della nostra società il gioco dìazzardo, rende lo stesso attore odioso e se capita di vederlo in qualche trasmissione tv o film non si può che pensare alla sua pubblicità. Meglio sicuramente gli spot che "esaltano" fino all'eccesso le qualità "miracolose" di un prodotto facendo ricorso a volti sconosciuti, anche se poi la qualità del messaggio è talmante di basso livello che personalmente quando vado a fare acquisti, non ricordo nessuno di quei prodotti.

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