venerdì 28 ottobre 2016

Alla fine il quesito è approvare o meno la fine della democrazia parlamentare


Un'analisi che esca dal tecnicismo e dal politichese del testo della riforma, oltre che dal quesito truffa della scheda con la quale esprimeremo il nostro voto, non può che portare alla reale consequenza dell'approvazione della nuova costituzione: la fine della democrazia parlamentare. La democrazia parlamentare consiste sostanzialmente nella fiducia che il governo ottiene dalla maggioranza del parlamento. Con la riforma la fiducia è votata solo da una sola Camera nella quale la maggioranza è espressione di un solo partito con rappresentanti nominati dallo stesso partito e non dal voto degli elettori. E' vero che ci sono promesse per la modifica dell'Italicum, ma queste modifiche saranno eventualmente apportate dopo il referendum. Ecco allora che la legge elettorale, approvata con voto di fiducia e non come espressione di un voto parlamentare, diventa una specie di prefazione della riforma stessa. Il rinvio poi del giudizio di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale rende il voto del 4 dicembre non solo un voto sulla proposta di riforma della costituzione ma anche sulla legge elettorale. E' la stessa Corte ad aver deciso in questa direzione. Se vincerà il NO l'Italicum dovrà per forza di cose essere modificato in quanto non prevede l'elezione del Senato, ma se invece Renzi incasserà il Si a quale scopo dovrebbe cambiare la legge elettorale se per caso la Corte Costituzionale la giudicasse rispondente ai dettami della Costituzione stessa ? Ecco allora che con la nuova Costituzione la fiducia al governo si trasforma da un atto libero di un Parlamento liberamente eletto ad atto dovuto da una Camera di nominati da un partito che ha la maggioranza dei seggi anche nel paese fosse minoritario. LA fiducia si trasforma così in un atto interno ad un partito non importa quale. Questa è la reale consequenza del voto del 4 dicembre, una consequenza abilmente mascherata in un testo che non fa riferimento e non cambia palesemente i poteri del governo e del parlamento, ma che insieme alla legge elettorale altera totalmente l'assetto della nostra democrazia.

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