domenica 25 agosto 2013

Anche l'Italia ha il suo Mubarak o Gheddafi come preferite


Molti dittatori sono caduti in questi ultimi mesi anche se poi la loro defenestrazione non ha portato reali vantaggi e soprattutto una reale democrazia a quelle popolazioni. L'Italia ed i suoi cittadini hanno visto in parte con distacco ed in parte con partecipazione gli eventi di quelle popolazioni alcuni sperando in una nuova ventata di libertà altri sperando che qualcosa di simile potesse accadere anche nel nostro paese. Gli avvenimenti di questi giorni hanno palesato quanto anche in Italia ci sarebbe bisogno di una vera e propria rivoluzione per liberare il paese da venti anni di disastri che inevitabilmente avrebbero portato agli accaddimenti attuali. Oggi siamo di fatto tutti ostaggio di un pregiudicato, di un delinquente, di un condannato che in virtù della propria immunità non ha scrupoli a far saltare il banco anche in presenza di una condanna definitiva dalla quale nessuno potrà salvarlo. Chiariamo subito: questo governo non è certo difendibile ne' nella logica ne' alla luce dei fatti che non sono altro che una serie di rinvii fino per tirare avanti fino al resoconto finale di questi giorni. Ma che un governo venga fatto saltare non in virtù di programmi non attuati o di discordanze politiche ma bensì in virtù dei problemi giudiziari di un leader politico, è un fatto eversivo e senza precedenti. E' chiaro che il popolo italiano, o almeno quella parte del popolo che ancora si riconiosce nei valori dell'onestà, ha un solo mezzo per uscire da questa situazione senza precedenti. E' necessaria una rivoluzione in quanto con metodi democratici è ormai dimostrato quanto non sia possibile consentire ad un condannato, pregiudicato di mantenere in ostaggio un intero paese. Il partito di opposizione rispetto al condannato, il Partito Democratico, è il maggiore responsabile di questa situazione. Sempre impegnato con questioni interne dovute alla troppa etereogenità dei componenti del partito stesso, è impotente a contrastare in maniera efficiente il condannato eversivo. Le ultime elezioni ne sono stata la prova lampante. Tutte le energie del Pd si sono esaurite nel confronto interno sfociato nelle primarie, esaurito quell'evento il partito non ha più avuto la forza per contrastare il pregiudicato ed è finito nella polvere. Il nuovo, il paladino dell'antipolitica dove si sono riversati molto italiani si è dimostrato inadeguato a condurre una vera e propria rivoluzione. Un fallimento totale proprio nel momento in cui aveva le armi pronte per far cadere il condannato. Ma questa formazione,, guidata da un comico che si diverte in questo gioco della politica e dell'antipolitica, anche lui ha agito per muri interessi personali. Se avesse aderito alla proposta del Pd per andare ad un governo che avrebbe messo da parte il pregiudicato ed i nsuoi leccapiedi, Grillo avrebbe perso il suo giocattolo e soprattutto avrebbe perso i guadagnai derivanti dai deliri del suo blog. Ora anche il comico è uscito allo scoperto definitivo con il suo giochetto: dopo aver fatto una battaglia contro questa legge elettorale ora la invoca per andare subito alle elezioni dichiarandosi certo vincitore. In realtà è il solito gioco che gli consentirà di continuare a lanciare sproloqui dopo una eventuale tornata elettorale che lo vedrebbe irrimediabilmente sconfitto. Il quadro è questo e questo quadro non può che essere rotto da qualche evento forte, una rivoluzione permanente che costringa il condannato a ritirarsi, la riforma della legge elettorale che provveda e reinstaurare la democrazia e poi andare alle elezioni per mandare davvero a casa tutti ..... ma proprio tutti coloro che stanno occupando impropriamente il parlamento.

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