lunedì 17 settembre 2012

Il fallimento dell'esportazione della democrazia attraverso la guerra


Dieci anni di guerra e invasione in Iraq e in Afghanistan per esportare la democrazia e la democrazia ancora latita in tutto l'islam compresi quei paesi del nord africa che hanno dato vita a rivoluzioni ma che non sono ancora riusciti a liberarsi dal legame stato-religione. D'altra la prestesa dell'occidente di esportare il modello democratico atrtaverso la guera, attraverso l'ivasione di stati sovrani, attraverso la distruzione e facendo vittime fra persone innocenti, appare assurda a tutti coloro che ancora hanno una testa pensante. Le motivazioni sono sempre state ben altre (petrolio, interessi economici, abbattimento di regimi diventati scomodi) ed il risultati è che il mondo è ancora sotto scacco del terrorismo islamico grazie anche all'appoggo di una grande parte della popolazione di fede mussulmana. Popolazione che viene tenuta sotto controllo attraverso regimi dittatoriali coadiuvati dal potere religioso in stati nei quali la stessa legge dello stato si mescola in un connubio pericoloso con la legge della religione mussulmana. Popolazione che vede e ha sempre visto, spesso a ragione, l'occidente come il nemico che impersonifica la causa dello stato di poverta' diffusa in cui e' costretto a vivere da decenni. Portare la guerra in questi territori nascondendo le reali intenzioni dietro la battaglia al terrorismo ha avuto solo due consequenze: spostare le azioni terroristiche in questi paesi aggiungendo morte a morte, modificare la strategia terroristica come si può vedere in questi giorni. Da quando è stata portata la guerra in Afghanistan ed in Iraq le azioni terroristiche si sono concentrate di questi due paesi anche se è difficile parlare di attentati terroristici quando le azioni di rivolgono verso un esercito straniero che occupa il suolo di uno stato indipendente. Oggi si registra un cambiamento nella strategia del tettorismo, una strategia che facendo leva sulla religione, sul corano, su Maometto, cerca di istigare le popolazioni all'odio dell'occidente senza se e senza ma. L'operazione del "film" su Maometto, che è in circolazione già da un anno ma che solo oggi è stato portato all'attenzione delle popolazioni islamiche, è il primo colpo di questa strategia che sta portando la protesta in tutto il mondo ed anche nella capitali occidentali. Una strategia diversa ma non meno pericolosa che potrebbe scatenare consequenze pericolosissime, forse con atti meno eclatanti rispetto agli attentati tipo quello del 11 settembre, ma certamente più diffusi e che potrebbero coinvolgere migliaia di persone come sta avvenendo in queste ore. Insomma il mondo occidentale non si è liberato del terrorismo e non se ne libererà mai se continuerà ad affrontarlo con la violenza, come sta facendo anche il premio nobel per la pace Obama, che muove marines e portaerei per andare a colpire non si sa chi, considerato che il terrorismo non ha patria nè stato. E mentre queste portaerei si muovono per l'uccisione di un ambasciatore statunitense, nessuno si muove per le migliaia di persone che nelle stesse ore sono massacrate in Siria, questi sono i motivi per cui poi le popolazioni musulmanne finiscono per cadere nella trappola che i terroristi hanno teso loro. 

Nessun commento: