mercoledì 12 settembre 2012

Governo di tecnici ma ragionamenti da politici lontani dalla realtà


Questo governo è stato da sempre definito come un governo tecnico, terminologia impropria in quanto poi un governo che deve realmente e concretamente governare un paese giocoforza deve fare scelte politiche. E Monti ed i suoi ministri queste scelte le hanno fatto eccome imboccando una strada liberale e di destra a vantaggio cioè dei poteri forti e dei ceti sociali alti contro le fasce più deboli, ma allo stesso tempo più vulnerabili e senza difese nel momento in cui lo Stato deve rastrellare denaro. Nessuna tassa sui grandi patrimoni, sulle transazioni finanziarie di alto bordo ma tasse sicure sulla prima casa, blocco di stipendi e pensioni, aumento generalizzato dell'Iva e dei balzelli sui carburanti. Non ci voleva certo un professore per varare provvedimenti del genere. Tutte manovre che sono andate a colpire lavoratori dipendenti e pensionati, e cioè la maggioranza del paese, che per sostenere questa enorme pressione fiscale hanno dovuto ridurre drasticamente le proprie spese dove era possibile. I consumi si sono ridotti in ogni settore commerciale fino ad arrivare al settore alimentare e questo la dice lunga per un paese come l'Italia noto in tutto il mondo per la buona cucina e la buona tavola. Perfino i consumi della benzina e dei carburanti in genere si sono contratti paurosamente. Questa drastica riduzione della capacità di spesa delle famiglie italiane ha inevitabilmente causato la crisi di migliaia di aziende che nella migliore delle ipotesi hanno messo in cassa integrazione i propri dipendenti se non addirittura chiuso e licenziato tutti. Al governo però non è bastata questa tremenda recessione, e tanto per non farsi mancare niente, ha anche varato una riforma del lavoro che di fatto ha cancellato lo statuto dei lavoratori e le ultime norme a protezione del lavoratore. In questa spaventosa crisi infatti ha pensato bene di facilitare i licenziamenti da parte delle aziende togliendo dallo statuto quel famoso articolo, l'articolo 18, che rendeva complicato licenziare un dipendente. Ora dopo questi provvedimenti spacciati per tecnici ma di enorme valenza politica, il governo, nella persona del suo presidente il Prof. Monti, si dedica a promuovere la crescita e per farlo questa volta veste i panni del più incancrenito politico italiano e convoca le parti sociali. In questa riunione Monti pone un limite: un mese perchè le parti sociali trovino accordi per la crescita ma soprattutto per aumentare la produttività. Lo sconforto si è insinuato fra i partecipanti all'incontro. Aumentare la produttività ? Lo sconcerto era così elevato che nessuno ha saputo porre una domanda al presidente del consiglio, domanda, che un bambino di sei anni dopo il primo giorno di scuola della sua vita, ha posto al proprio babbo ascoltando il telegiornale serale: "Ma a che cosa serve aumentare la produttività se la gente non ha soldi da spendere per alcun tipo di consumo che non siano le tasse imposte dal governo ?". A che serve produrre più auto, più lavatrici, più televisori o qualsiasi altro bene se poi nessuno compra quel bene ? Sembra una banale legge di mercato se si consuma di più si produce di più, ma per cosnumare di più bisogna avere più soldi e quelli ormai gli italiani, o almeno la maggioranza di loro, non ne hanno più. Ma questa semplice regola di mercato non dovrebbe essere nota ad un professore di economia ? Monti in questi mesi ha svestito i panni del tecnico per indossare quelli del prototipo del politico italiano che parla, fa proposte, prende iniziative che niente hanno a che vedere con la realtà del paese ed i suoi bisogni. Stasera a otto e mezzo della 7 dopo un servizio sul presidente francese che illustrava i provvedimenti presi nei primi 100 giorni (riduzione degli stipendi dei ministri e dei parlamentari, aumento dei salari minimi del 2%, incremento del bonus dello stato per l'acquisto dei libri scolastici, limite agli stipendi dei menager pubblici), Lilly Gruber faceva la seguente domanda a Bersani "Quale sarebbe il suo primo provvedimento qualora diventasse presidente del consiglio alle prossime elezioni ?", risposta "Dare la cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori stranieri" Questo è il politico italiano.

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