Il caos politico dei nostri tempi è sostanzialmente causato dalla caduta delle ideologie dell'inizio degli anni '90. Ormai i partiti politici in Italia non sono più legati ad un idea, a dei principi da seguire nella propria azione politica, ma si identificano sostanzialmente con la persona. E' uno dei più grossi guai del berlusconismo al quale la sinistra, almeno quella attualmente presente in parlamento ma in parte anche quella extraparlamentare, non si è saputa sotrarre. Siamo quindi arrivati ai partiti che nel proprio simbolo, vicino al nome del partito, associano il nome del proprio leader: Berlusconi per Forza Italia prima e Pdl dopo, Fini in Alleanza Nazionale prima e Futuro e Libertà dopo, Casini nell'Udc, Di Pietro nell'Idv, Vendola in Sel e così via. In questa grande confusione è diventato sempre più difficile fare una distinzione fra un partito e l'altro, fra un progetto di società fra Pdl e Pd per esempio e fra qualsiasi altra formazione politica. Le differenze diventano sempre più sottili, sempre meno trasparenti e meno identificabili tanto è vero che oggi il partito di maggioranza relativa nel nostro paese è il partito dell'astensione. La sinistra ed in particolare i comunisti, quelli di un tempo, non si sono smarcati da questo nuovo modo di far politica e non hanno saputo difendere la loro ideologia anche a causa di una sciagurata interpretazione di quella stessa ideologia di regimi come quello dell'Unione Sovietica o della Cina. Il crollo del muro di Berlino ha messo in crisi tutto il comunismo europeo ed anche il più grande partito comunista del vecchio continente che era costituito dal Partito Comunista Italiano. Piuttosto che criticare quei regimi che stavano cedendo le armi e abbracciare la vera ideologia comunista diffondendo i reali principi di uguglianza, di solidarietà si è preferito, per meri scopi elettorali, abbandonare quella strada per arrivare al periodo storico attuale con l'aberrazione del Partito Democratico. Un partito che ha raccolto di tutto e di più con l'obiettivo di contrastare almeno sui numeri il rivale Pdl ed il suo capo inconrtastato, Silvio Berlusconi. Ma per seguire quella strada non si può mantenere un partito con una struttura democratica di vecchio stampo, piuttosto che formare un'aggregazione con un capo assoluto che svolge le funzioni di padrone unico del partito. La mancanza di un'ideologia e la mancanza di un padre padrone hanno portato alla situazione attuale, dove con la maggioranza di centro destra in crisi grazie alla crisi del dittatore, tanti galletti alzano la testa all'interno del Partito Democratico portando scompiglio e divisioni proprio nel momento in cui ci vorrebbe unità per abbattere finalmente la più grande disgrazia che l'Italia abbia avuto dopo la caduta del fascismo. Silvio Berlusconi. Il giovane galletto del Pd oggi si chiama Matteo Renzi, sindaco di Firenze, che milita nel partito di opposizione e che si candida per le primarie che dovranno indicare il candidato premier del centro sinistra con queste idee: si al nucleare, concorde con la strategia di Marchionne, favorevole alla Tav, favorevole alla privatizzazione dell'acqua, disponibile a parlare dei licenziamenti facili e ad alzare l'età pensionabile. Insomma un piccolo Berlusconi che giusto perchè il Partito Democratico è una semplice accozzaglia di personaggi di varia estrazione politica può permettersi di dire queste cose militando in un partito che dovrebbe essere di sinistra. Insomma Renzi come molti altri non ha un'idea dello stato e della società che vorrebbe e lo dimostrano i suoi convincimenti del tutto sovrapponibili a quelli del centro destra, ma d'altra parte da un fiorentino che per di più ha anche cenato ad Arcore insieme al suo idolo che cosa c'è da aspettarsi. Se piove di quel che tuona alle prossime elezioni il Pd rimarràal palo probabilmente consegnando il paese per la quarta volta il paese a Berlusconi o a qualche suo schiavetto.
domenica 30 ottobre 2011
So' Matteo Renzi e studio per diventa' Berlusconi
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