La storia insegna che con i mercenari si possono vincere le battaglie, ma la guerra non è mai stata vinta con il supporto di soldati iscritti alla causa solo per denaro e proprio tornaconto. E la storia è di grande insegnamento sia per il presente che per il futuro. Oggi anche Berlusconi, che ormai da un anno si tiene aggrappato alla poltrona di capo del governo grazie ad un manipolo di deputati passati al centro destra grazie alla disponibilità finanziaria del presidente del consiglio, deve fare i conti con la storia e con la guerra che sta perdendo su tutti i fronti. I mercenari, che impropriamente si sono autonominati responsabili, stanno abbandonando la nave che fa acqua da ogni parte ed oggi hanno dato un segno tangibile del loro ulteriore voltafaccia come si addice ad ogni buon mercenario che si rispetti. Hanno avuto partita facile in quanto affiancati da qualche altro parlamentare e addirittura da qualche ministro, tutti esasperati dal comportamento del loro capo che di tutto si occupa ad esclusione della crisi sempre più grave del paese. Ed il segnale è stato non forte ma tuonante. Avrebbero potuto aspettare domani o dopodomani quando alla camera si sarebbe votato sul decreto intercettazioni ed invece il dissenso e lo sfascio del governo sono stati certificati in una votazione prevista addirittura dalla nostra costituzione. Il governo e la maggioranza sono stati battuti nientepopodimenoche nella votazione relativa al primo articolo relativo all'approvazione del bilancio dello scorso anno. Un atto fondamentale anche per le manovre già approvate dal governo. Un atto significativo che finalmente dimostra quanto era già chiaro da oltre un anno e mezzo: la maggioranza che gli italiani hanno votato nel 2008 non esiste più e la sovranità popolare, tanto sbandierata da Pdl e Lega, è stata calpestata da quando Fini e soci sono stati allontanati dal Pdl. Oggi la situazione è ancora più grave. Dal punto di vista economico è sotto gli occhi di tutti lo sfascio al quale ci ha portato la politica, anzi la non politica, del governo Berlusconi. Dal punto di vista politico poi la maggioranza non esiste più e lo stesso partito del presidente del consiglio è ormai fuori controllo dal suo padre-padrone. Ma d'altra parte che cosa ci si poteva aspettare da un partito e da un governo che, in un momento cosi' grave e drammatico, vedono il proprio presidente andarsene a festeggiare per tre giorni il compleanno di Putin ? Basta sottolineare che negli stessi giorni il presidente francese ed il cancelliere tedesco si riunivano per parlare della crisi della Grecia, dell'Italia e della Spagna per poi essere redarguiti dal nostro ministro degli esteri scandalizzato per questo incontro a due. Ora logica vorrebbe che Berlusconi avesse la decenza di dimettersi per poi andare nuovamente al voto, ma la logica non fa parte del Dna do questo dittatore in pectore che è attaccato alla sua poltrona in maniera più forte di quanto non lo fossero i peggiori governi democristiani, ma lui ha un motivo in più per rimanere incollato a quella sedia: quando la lascerà ha già una stanza prenotata a vita, una di quelle attraverso le quali si vede il sole a scacchi.
martedì 11 ottobre 2011
Chi di Scilipolti colpisce ... di Scilipoti perisce
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