domenica 7 marzo 2010

Dalle leggi ad personam ai decreti interpretativi ad partitum

Alla fine il famigerato decreto emanato dal regime del centro destra un merito l'ha avuto, ma non quello che cita Eugenio Scalfari nel suo editoriale di oggi e cioè di consentire al partito di maggioranza di partecipare alle elezioni, ma bensì il pregio di aver finalmente smosso la protesta e di aver fatto scendere in piazza i cittadini, sperando che ci rimangano il più a lungo possibile. C'è stato un salto di qualità nella politica del governo e nella sua strategia legislativa: si è passati infatti dalle leggi ad personam alle leggi pro-partito e soprattutto dalle leggi vere e proprie all'interpretazione per decreto delle stesse leggi. Andando avanti di questo passo un giudice non avrà più l'autonomia di applicare la legge secondo la propria interpretazione ma dovrà attenersi all'iterpretazione che il regime darà delle stesse leggi. Un cambiamento pericoloso e che lascia appunto prefigurare un tentativo di colpo di stato. Questo è il problema fondamentale che va oltre gli aspetti tecnici che rendono questo decreto incostituzionale (impossibilità di regolare la materia elettorale per decreto, materia che fra l'altro è di comptenza delle regioni). Poi ci sono gli aspetti morali e di opportunità che sbattono in faccia al cittadino comune tutta l'arroganza del potere e dei partiti in particolare. Si perchè non dimentichiamo che tutti erano favorevoli a trovare un escamotage per rimediare al non rispetto delle regole da parte del partito di maggioranza nella presentazione delle liste elettorali in Lombardia e nel Lazio, quando il cittadino medio non trova mai altrettanta comprensione da parte del potere nel caso in cui sia lui stesso a non rispettare le regole che determinano la vita civile e democratica del paese. Insomma questo decreto rappresenta un atto eversivo oltre che un atto di arroganza in quanto emanato senza nemmeno avere un minimo di consenso da parte delle opposizioni e senza nemmeno riconoscere i propri errori. Per questi motivi il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto respingerlo richiedendo almeno che il provvedimento fosse concordato con tutte le forze politiche. I cittadini onesti si sentono ancora una volta presi in giro: dopo le leggi sulla giustizia che tendono a tenere lontano Berlusconi dai processi, dopo lo scudo fiscale che consente a delinquenti e mafiosi di riciclare denaro sporco per mezzo dello stato, mancava questa nuova trovata del decreto interpretativo per cambiare le regole del gioco e riaprire il gioco quando il gioco stesso sarebbe stato finito .... MA ORA BASTA

2 commenti:

carladidi ha detto...

costituisce un precedente pericoloso. A me Napolitano non la da a bere....resta incostituzionale. punto e basta.

carladidi ha detto...

Si è creato un precedente pericolo. Credano pure, chi vuole, alla buonafede di Napolitano. Io non lo faccio, per me resta un atto anticostituzionale.