domenica 10 novembre 2013

Tutti contro se stessi .... e contro il governo


C'era una volta la politica in un paese democratico e come in tutte le democrazie c'era una maggioranza che sosteneva il governo ed una minoranza che faceva opposizione cercando di tutelare chi stava dall'altra parte, politicamente parlando. Poi arrivò la seconda repubblica dove tutto doveva essere sovvertito in meglio naturalmente. Ed invece eccoci qua in una situazione surreale ma altro non è che il risultato di 20 anni di non politica o di antipolitica quella vera. Il governo sostenuto da due partiti che erano contrapposti, anche se in una finta opposizione l'un l'altro, emana la legge di stabilità o legge finanziaria (la legge più importante dell'anno) e che accade ? Che i partiti che sostengono il governo e che quindi dovrebbero aver contribuito alla stesura della legge stessa, producono ben quasi 2000 emandamenti a quella legge come se la stessa fosse stata prodotta da un'altra parte politica. Allo stesso tempo quei partiti sono impegnatissimi in lotte interne senza precedenti che hanno il sopravvento sia sui problemi del paese sia su quella legge che dovrebbe rappresentare il programma economico dei prossimi anni per tentare di uscire dalla crisi economica. Nel Pdl, ora che il capo-padrone è sull'orlo della fine almeno della sua carriera parlamentare, si è scatenata la lotta interna per prendere il comando chi sotterrando il governo e chi invece sostenendolo. Ed è una guerra fra poveri perchè nessuno in quel partito, dopo anni di sottomissione al capo, ha la personalità e la statura politica per prenderne il comando. Nel Pd c'è la stessa lotta interiore e sempre per prendere la testa del partito. In questo partito, se vogliamo chiamarlo cosi', non c'è però mai stato un capo supremo, ma nemmeno una personalità di spicco e di spessore anche perchè mettere insieme anime diverse si è visto che non ha portato a niente se non a creare un carrozzone che negli anni non ha mai saputo elaborare un programma, una strategia, un modello da seguire. In queste ore poi le lotte interne sono arrivate ad un livello infimo con la guerra del tesseramento. Spettacolo squallido. In questo vuoto politico ormai cronico non è difficile per dei populisti come Grillo occupare la scena e ottenere consensi, ma il suo modo di irrompere nella scena politica è molto ma molto lontano dal fare politica. Lancia messaggi populisti infarciti da volgarità, offese a tutto campo che vanificano proposte sulle quali si potrebbe quantomeno riflettere e discutere. L'ultima è il reddito di cittadinanza di 600 euro, una proposta che arriva direttamente dal ... '68 che aveva un senso allora ma sulla quale ora bisognerebbe ragionare. Intanto sulla fattibilità. Facile dire dove si intendono recuperare i fondi ma per un politico che intende portare avanti realmente una simile proposta non basta enunciarla ci vuole ben altro. Per renderla seria ci vorrebbe un'analisi precisa e puntuale: quanti fondi si pensa di recuperare facendo pagare l'Imu alla Chiesa ? quali sono le pensioni d'oro e in che cosa consiste tagliare tali pensioni ? Quante sono le persone alle quali elargire questo reddito ? Per quanto tempo viene erogato il reddito ? Insomma rispondendo a tutte queste domande forse si potrebbe elaborare una proposta seria sulla quale discutere. E poi ancora: un provvedimento di questo tipo se non seguito da provvedimenti per davvero creare lavoro risulterebbe perfettamente inutile alla stessa stregua dell'amnistia senza una riforma della giustizia. Insomma Grillo non si smentisce .... un populista e basta.

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