sabato 2 febbraio 2013

Mentre Bersani cancella le righe alle zebre ... il plastificato si fa trino e lo sta stritolando

Da quando il tizio è sceso in politica le campagne elettorali sono diventate uno spettacolo da circo fatte per lavare il cervello dei cittadini imbambolandoli con sceneggiate prive di contenuti. Una tecnica che ha portato il plastificato per ben tre volte al governo nonstante i disastri combinati in ogn legislatura e nonostante la dimostrazione palese del vero suo unico interesse: tenersi lontano dalla galera. La sinistra, o quella che si difinisce tale pur avendo progressivamente abbandonati quegli ideali e quei principi, ha tentato di adeguarso a questa nuova linea inaugurata dal dittatore di Arcore, ma ne è sempre uscita sconfitta o perdendo le elezioni o vicendole ma passando poi inevitabilmente per una manica di "tassatori" del paese. In realtà Prodi, per esempio, fu costretto nel 2006-2008 ha aumentare la pressione fiscale per porre rimedio ai disastrosi 5 anni del governo di centro destra che aveva sciaguratamente traghettato il paese nell'euro aumentando in maniera impressionante il debito pubblico portandolo fuori dai parametri europei. Prodi riportò il paese all'interno di quei parametri e risollevoò il paese che sarebbe andanto in malora. Dopo che la stessa sinistra fece cadere il governo per dare vita a quel carrozzone del Partito Dmocratico, l'opera di Prodi venne messa sotto silenzio grazie al tam tam mediatico del plastificato che riprese ad urlare, inveire contro i comunisti che ormai non esistevano più da tempo (purtroppo), denigrare l'avversario politico e offendere tutti coloro che si schieravano da quella parte politica, insomma urlare a destra e sinistra senza fare proposte alternativo di alcun tipo. Quelli del Pd si adeguarono a quella linea di non-politica ma ne uscirono immancabilmente sconfitti. In questi giorni la storia si ripete ed ancora una volta Bersani ed il Pd stanno progressivamente perdendo terreno, anche perchè in questa campagna elettorale il plastificato ha trovato altri due alleati nella sceneggiata nella quale era stato l'unico protagonista. Il primo seguace dell'uomo di Arcore è il saltimbanco genovese, che da quando ha deciso di entrare in politica, segue il cannovaccio messo in scena da ventanni dal tizio superinquisito. Urla, strilla, inveisce, offende, lancia anatemi e condisce tutto con una ironia stucchevole e fuori luogo che potrebbe far sorridere in un teatro o in uno spettacolo ma nel contesto della campagna elettorale può catturare solo le schiere berlusconiane e leghiste che avevano bevute la favola della rivoluzione liberale. In questi ultimi giorni si è accodato a questa coppia il lugubre Mario Monti, che non ha la stessa verve dei due maestri, ma che tenta a lanciare frasi sferzanti ma che appaiono innaturali in bocca al distributore di tasse per eccellenza. Monti riprende la favola dei comunisti identificando nel 1921, l'anno della nascita del Partito Comunista Italiano, l'anno di nascita del Partito Democratico. Monti si erge a paladino della futura rinascita del paese non tanto facendo proposte quanto annunciando che nessuno, tranne lui ed il suo movimento, potrà far tornare l'Italia a crescere e portarla fuori dalla crisi. Non fornisce elementi agli elettori per giudicare ma semplicemente afferma o io o la crisi continuerà ed in maniera ancora più grave. Insomma non urla come il plastificato ed il saltimbanco, ma essenzialmente segue la stessa linea di due. Bersani ed il Pd sono quindi alle prese con una specie di trinità berlusconiana dalla quale probabilmente ne usciranno malconci. Il provero segretario tenta reazioni scomposti cercando di apparire come una belva che sbrana gli avversari che gli si pongono di traverso ma non riesce che ha far sorridere e la sua agitazione ha il solo effetto di affossarlo ancora di più. In tutto questo berlina di tutti contro tutti, in mezzo si trovano sempre i cittadini ai quali non vengono fatte proposte, non vengono presentati programmi o idee uscire dalla crisi, e che sono sottoposti ad un continuo e persistente lavaggio mediatico cerebrale. Un lavaggio il cui risultato finale sarà quello di consegnare il paese agli stessi vecchi partiti o nella migliore delle ipotesi a vecchi mascherati da nuovi, salvo poi riprendere a lamentarsi non appena il nuovo parlamento riprenderà la sua attività rendendosi conto che niente è cambiato.

Nessun commento: