mercoledì 6 febbraio 2013

Come fare da sponda al berlusconismo e discreditare la magistratura

Si è fatto un gran parlare in questi anni del conflitto d'interessi che ha riguardato esclusivamente il tizio di Arcore, sceso in politica nonostante il suo potere mediatico. E proprio questo suo potere gli ha consentino e gli consente di attuare un lavaggio del cervello di massa al popolo italiano e di "rischiare" di tornare a vincere le elezioni nonostante i misfatti di venti anni di politica ad personam. L'anomalia italiana sta tutta qui ed è diventata tanto più grave quando il plastificato è arrivato alla presidenza del consiglio raggiungendo il pieno controllo di tutto il sistema televisivo italiano senza il quale ci saremmo già liberato di quella faccia di cartapesta. La maggior colpa della sinistra, o meglio di coloro che si fanno chiamare sinistra ma che ormai hanno perso l'uso di quella parte del corpo, è stata proprio non aver fatto immediatamente una legge sul conflitto di interessi che impedisse questa manipolazione mediatica. Oggi, al berlusconismo, purtroppo si aggiunge un nuovo caso di conflitto di interessi, forse meno grave dal punto di vista mediatico e del controllo della popolazione, ma più pericoloso per lo Stato e per le istituzioni democratiche. Ed ancora una volta i cittadini sembrano non capire. Il caso è quello del magistrato Ingroia che scende in politica senza aver abbandonato la magistratura ma anzi parandosi le spalle qualora non riesca ad entrare in parlamento e comunque quando srriverà al termine della sua "missione" politica. Che un rappresentate di uno dei poteri dello stato entri in politica senza lasciare del tutto il suo incarico è un fatto grave che può accadere solo in questo strano paese. E che cosa farà Ingroia dopo che lascerà la politica ? Tornerà in magistratura ? E come potrà difendere l'indipendenza del potere giuridico rispetto a tutti gli altri poteri dello Stato e sostenere ancora di essere, come deve essere, super partes ? Un incredibile papocchio e questo indipendentemente dalle idee e dalle proposte del suo movimento che possono anche essere condivisibli. Negli anni del berlusconismo, anni in cui la magistratura è stata continuamente sottoposta ad un attacco mediatico senza precedenti da parte del capo di governo più inquisito della storia non solo italiana, questo fatto assume una gravità ancora maggiore. Un attacco continuo fondato soprattutto su un'accusa che, dopo la discesa in politica di Ingroia, sarà difficilmente respingibile: la tesi secondo la quale la magistratura che si occupa di tutte le malefatte del tizio sia una magistratura politicizzata formata da giudici comunisti. Una magistratura quindi che agisce non per far trionfare la giusitizia, ma per attaccare e discreditare dal punto di vista politico chi ha fatto della guerra al comunismo ed alla sinistra la propria missione. Il magistrato avrebbe dovuto riflettere su questo aspetto che sicuramente fornirà ancora il fianco alle battaglie mediatiche del plastificato arrecando un ulteriore danno alla democrazia di questo paese già fortemente minacciata da venti anni di attacchi senza precedenti. Ingroia avrebbe dovuto prima di tutto dimettersi e lasciare la magistratura dopodichè la sua candidatura e discesa in campo sarebbe stata molto più credibile, piuttosto che andare mettersi in aspettativa e gettare un ulteriore discredito su tutta la giustizia italiana per un gioco che alla fine non varrà certo la candela.

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