giovedì 7 febbraio 2013

Le promesse impossibili: Natale anche a ferragosto

E' in corso la campagna elettorale più spassosa della storia della Repubblica, se dovessero andare in porto la metà delle promesse che stanno facendo i tre leader politici più accreditati l'Italia diventerebbe la nuova Svizzera e la crisi sarebbe fugata in pochi giorni dopo l'insediamento del nuovo governo qualunque sarà il colore politico. Ce ne sono per tutti i gusti. Rimborso dell'Imu 2012, abolizione dell'Imu e addirittura 4 milioni di posti di lavoro che per coprirli tutti qualcuno dovrà anche svolgere un secondo lavoro, queste le promesse del tizio superinquisito. Dimezzamento dell'Irpef, raddoppio della esenzione sull'Imu della prima casa, abolizione dell'Irap, queste le promesse del Professore. Distribuzione di 5 milioni di euro alle imprese, queste le promesse di Bersani, il più morigerato. Senza entrare nel merito delle assurdità e delle veridicità di queste dichiarazioni, le domande che un cittadino ancora nel pieno delle proprie facoltà mentali vorrebbe fare sono due: dove erano questi signori nel corso del 2012 mentre si soffocavano di tasse i cittadini e soprattutto il ceto medio basso mettendolo sul lastrico ? qualcuno oltre ad offrire soldi per un voto, perchè in sostanza questo è il filo conduttore di tutte le promesse, hanno qualche proposta affinchè, dopo aver elargito queste donazioni, nel paese si possa in qualche modo pensare ad un futuro per i giovani ? Ora si parla che, dopo aver terminato le promesse quantificabili in denaro, qualcuno pensi di passare ad altri promesse shock. Si parla di istituire un secondo giorno di Natale a ferragosto e di instituire un ferradicembre intorno al 15 dicembre in modo da aumentare i giorni festivi. C'è chi si spinge oltre e pensa addirittura di cambiare il calendario e stravolgere la settimana lavorativa ... la domenica si lavora e tutti gli altri giorni si fa festa. Insomma c'è la corsa alla promessa facile ed in questa corsa ognuno ha il suo guru sulla scora dell'esempio di Grillo e Casaleggio. Il tizio ha scelto Brunetta, che di cazzate ne spara tante, ma il vantaggio di essere più basso del plastificato che almeno si sente un grande anche in termini antropologici. Monti, da professore serio e serio, ha scelto niente meno Axelrod, il guru di Obama, ma il povero Ax si è trovato spiazzato al cospetto delle cavolate boreali che girano in questa campagna elettorale. Bersani, in linea con la sua origine proletaria, ha scelto il benzinaio dove lavorava da giovane, per questo le sue promesse sono le più modeste e le meno esilaranti in linea cona la leggenda che a sinistra non si ride. Peccato che ormai siamo aglo sgoccioli della campagna elettorale altrimenti ci sarebbe stato da ridere non poco. Ultima annotazione. In questo caos anche la chiesa non ci capisce più niente. Il cardinale Bagnasco oggi ha ammonito la politica annunciando che gli italiani non si faranno abbindolare, ma anche lui è fuori dalla realtà considerato che con la sola bufala del rimborso dell'Imu il Pdl ha già ridotto le distanze dal Pd in termini di consenso. Gli italiani purtroppo dopo venti anni non vedevano l'ora di essere abbindolati ancora una volta dall'imbonitore plastificato.

1 commento:

Andrea Consonni ha detto...

Sono arrivato qui da un altro sito e vedo partito comunista dei lavoratori. da anarchico non voto ma ho un parente che vota proprio questo partito e ferrando è uno dei pochi politici coi quali sono riuscito a scambiare due chiacchiere senza mandarlo subito a quel paese.