lunedì 6 agosto 2012

Parole a vanvera

Una volta i politici parlavano molto poco o almeno giornali e televisioni non erano pieni zeppi di loro dichiarazioni come ai giorni nostri. Come dicono molti proverbi popolari del nostro paese parlare è facile, più complicato fare i fatti. "A discorre non è fatica", "I discorsi li porta via il vento" sono due classici esempi di questi detti popolari. Oggi i tempi sono cambiati e vuoi perchè ci troviamo nella cosidetta società dell'informazione o vuoi perchè il politico non perde occasione per mettersi in mostra o in evidenza, non passa giorno in cui tutti o quasi i nostri governanti e politici in genere ci delizino con il loro (contorto) pensiero. Un'attività senz'altro poco faticosa ma che purtroppo da adito a dichiarazioni veramente sull'orlo della follia, dichiarazioni rilasciate con estrema superficialità che poi sono costretti a rimangiarsi o nella migliori delle ipotesi a darne un'interpretazione fantasiosa. Si pensava che almeno i componenti del governo tecnico si astenessero da questa presenza mediatica considerato che i ministri-professori, non appartenendo alla categoria del politico, non avrebbero necessità di mettersi per forza in evidenza per garantirsi visibilità in prossimità di nuove elezioni. Vana speranza ed anche i professori economisti spesso di perdono in voli pindarici da lasciare perplessi non solo il nostro paese ma l'Europa intera. Oggi tocca a Monti salire sul banco degli imputati a proposito di dichiarazioni pericolose prontamente rimangiate dopo che hanno sollevato critiche a non finire. Prima Monti riferisce alla cancelliera tedesca del sentimento antitedesco crescente nel nostro paese in funzione della rigidità della germania nel rendersi disponibile ad aiutare i paesi in difficoltà. Monti quasi si scusa con la cancelliera di questo sentimento crescente cercando di spiegare quanto lui stesso sia estraneo a questo sentimento. Poi il Mario scivola su altre dichiarazioni nelle quali auspicherebbe una maggiore sudditanza dei parlamenti europei alle decisioni presi dall'Europa, parlamenti, dei quali lascia intendere, vorrebbe una minore autonomia democratica. Si scatenano i tedeschi contro Mario Monti mentre in Italia il silenzio è assoluto e nessuno dei politici o partiti che siedono in parlamento alza la voce. D'altra parte il governo Monti ha di fatto rinchiuso in uno stanzino la democrazia parlamentare con il ricorso continuo al voto di fiducia ad ogni provvedimento portato alla discussione del parlamento. Naturalmente Monti non è stato l'unico a salire alle cronache odierne relative a dichiarazioni fuori luogo e senza un filo logico. Di Pietro gli ha fatto buona compagnia con uno dei suoi tanti attacchi di queste settimane al Presidente della Repubblica. Il leader dell'Idv non sapendo a che cosa attaccarsi per scagliarsi con Giorgio Napolitano è andato a scovare fatti di oltre venti anni fa quando infuriava tangentopoli e l'inchiesta di mani pulite. Ha rispolverato l'interrogatorio a Bettino Craxi per riportare alla luce il sospetto del finanziamento del Partito Comunista Italiano da parte del PCUS. Addirittura Di Pietro si sbilancia nell'affermare come veritiere le dichiarazioni rilasciate da Craxi durante il processo, ma sinceramente non si capisce perchè questo ripensamento considerato che a quel tempo non prese nessuna iniziativa contro Napolitano. Insomma parole lasciate al vento che non servono a niente se non a rendere sempre più pesante un clima politico nel quale i partiti non si rendono contono di rischiare grosso alle prossime elezioni. Incapaci di gestire e governare la crisi, incapaci di contrapporsi ai provvedimenti capestro di Monti, incapaci di proporre alternative valide, tutti non trovano di meglio che parlare al vento, un gioco al quale pero' si presta anche lo stesso Monti e non se ne capisce veramente il motivo. 
 

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