giovedì 31 maggio 2012

I discorsi li porta via il vento ... e chi paga sono sempre gli stessi


Ancora una volta e per l'ennesima volta il detto che fra il dire ed il fare c'e' di mezzo il mare torna di attualità. Un detto che si trasforma in "I doscorsi li porta via il vento .. (e le biciclette i livornesi)" "A discorre non è fatica..." a seconda delle regioni in cui ci troviamo. Il significato però è sempre lo stesso: le parole si fa presto a pronunciarle ma poi per i fatti serve altro. In un momento di emegenza generale, in cui lo Stato chiede sacrifici enormi ai propri cittadini, sacrifici che fra hanno già causato molti suicidi da parte di imprenditori e lavoratori finiti sul lastrico, in un momento in cui la politica ha dimostrato di essersi appropriata di ingenti quantità di denaro oltre le proprie necessità, lo Stato avrebbe dovuto fare un gesto significativo per dare conforto a quelle popolazioni martoriate anche dal terremoto. Soprattutto quando lo Stato, giustamente, chiede un ulteriore sacrificio ai cittadini per reperire fondi in favore dei territori colpiti dal terremoto, lo Stato avrebbe dovuto dare un segnale seppur simbolico a supporto non solo dell'Emilia ma anche di tutti i cittadini italiani. Rinunciare alla festa del 2 giugno o meglio ricordare questa ricorrenza in maniera diversa, senza parate militari, senza pranzi al Quirinale e devolvere quelle poche centinaia di migliaia di euro o milioni di euro alle popolazioni emiliane sarebbe stato un gesto che avrebbe quanto meno ridato un minimo di fiducia nello Stato. Certamente quei soldi non avrebbero risolto il problema, ma il cittadino italiano che sicuramente donerà almeno due euro con un sms, si sarebbe sentito parte di uno stato che ultimamente non solo si percepisce sempre più lontano ma spesso addrittura come un vero e proprio nemico. Mi dispiace caro Giorgio Napolitano ma da comunista vero e che nonostante tutto crede ancora in quegli ideali, non posso non ricordarle che Forlani, democristiano doc e spazzato dalla bufera tangentopoli, nel 1976, dopo il terremoto del Friuli, annullò quelle parate inutili e dispendiose ora più che mai. Mi domando come si sentirà lei sabato 2 giugno a vedere sfilare militari in assetto di guerra e soprattutto come si sentirà successivamente intorno ad una tavola imbandita mentre in emilia migliaia di persone si trovano a dormire sotto tende ed a fare la fila per mangiare pasti frugali come se si fosse in tempo di guerra. Uno scenario anacronistico. E che dire del suo collega, il capo di stato della città del vaticano, che sicuramente più di lei predica la carità, la solidarietà con i più deboli ed i più poveri, ma in questi giorni si appresta ad andare a Milano tutto bardato con i suoi finimenti in oro zecchino, pantafole di velluto rosso, calze bianche di seta, rinchiuso in un auto blindata, per sperperare altro denaro che sicuramente avrebbe potuto dare molto sollievo a chi in questo momento sta soffrendo davvero. Comunque state tranquilli potenti di questo paese che potreste dare un contributo sostanziale e significativo ad aiutare i bisognosi, il popolo italiano ci penserà al posto vostro, ma state tranquilli che arriverà il vostro momento.

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