martedì 22 maggio 2012

La manipolazione dell'astensionismo


L'approccio comune e maggiormente diffuso che circolava e circola in rete, ma anche fuori dalla rete, è ormai quello dell'astensionismo. Le recenti elezioni amministrative ne sono state la palese dimostrazione: circa il 39% al primo turno per arrivare a quasi il 50% al secondo turno. La teoria degli astensionisti è che gli attuali partiti e movimenti non li rappresentano e quindi non andare a votare è un segnale di protesta. Secondo alcuni se questa protesta ragiunge livelli elevati i politici non possono non tenerne conto, qualcuno si spinge anche oltre arrivando ad ipotizzare perfino l'annullamento delle elezioni. Spero che questa gente si sia resa conto quanto sia inutile l'astensionismo. Inutile per due motivi. Primo non esiste nessun vincolo nelle nostre leggi elettorali sia politiche che amministrative che preveda la validità delle elezioni se non si raggiunge un quorum o una percentuale di votanti. Una precisazione ovvia ma che vale la pena di ricordare per chi si ostina a delegare la scelta dei propri rappresentanti ad altri. Secondo motivo i partiti, i politici se ne fregano altamente dell'astensionismo e nella migliore delle ipotesi lo ignorano, mentre mentre nella peggiore ipotesi lo manipolano ed interpretano a proprio favore. Solitamente chi vince lo ignora mentre chi perde lo manipola. Insomma chi si astiene è baggianato due volte, la prima perchè deve subire le decisioni di altri la seconda perchè viene strumentalizzato. Oggi se ne è avuto un palese esempio dopo i risultati dei ballottaggi. L'affluenza alle urne è stata del 51% quindi al limite della rappresentatività se si fosse trattato di un referendum, ma il dato politico è che metà della popolazione ha alzato bandiera bianca ed ha praticamente detto che qualunque soluzione sarebbe andata bene. Il Pd avendo portato il numero dei sindaci nei comuni in cui si è votato da 45 circa a 97, può essere considerato il vincitore di queste elezioni. E Bersani, in qualità di vincitore, non ha speso nemmeno una parola sull'elevato numero degli astenuti, facendo solamente il classico conto della serva senza dare nessuna interpretazione ha questo dato preoccupante. Lo stesso ha fatto Pizzarotti del Movimento a 5 stelle (altro vincitore della tornata elettorale), sindaco a sorpresa di Parma, che non si è sognato minimamente di sottolineare il dato dell'astensionismo. Per i vincitori chi si astiene, anche se rappresenta metà dell'elettorato, praticamente non esiste. Molto più fantasiosa e creativa invece l'interpretazione del segretario del Pdl Alfano, talmente fantasiosa che se fossi nei panni di chi si è astenuto mi sarei leggermente incazzato. In sintesi Alfano ha sostenuto questa tesi: chi si è astenuto ai fatti non ha votato a sinistra e quindi sostanzialmente si tratta di un moderato, un moderato che ha dato un segnale al Pdl affinchè cambi, noi prenderemo in considerazione questo segnale e risponderemo alle esigenze di queste persone. In soldoni: chi non ha votato non avendo votato a sinistra è un potenziale elettore del Pdl che pretende qualche cambiamento nel nostro partito, quindi il Pdl di fatto ha la maggioranza assoluta nel paese. Il buon segretario però dopo questa affermazione, probabilmente consapevole di averla sparata piuttosto grossa, dopo è fuggito sottraendosi alle domande dei giornalisti. Probabilmente questa interpretazione gli è arrivata, tramite l'auricolare impiantato in maniera permanente dell'orecchio destro, direttamente dal suo capo, l'ex superinquisito del consiglio (ex per quanto riguarda il consiglio). Ecco caro astensionista .... questo è il risultato del tuo non voto .. qualcuno ha deciso per te ... qualcuno ti ha ignorato ... qualcuno ti ha collocato per sua comodità come sistenitore del suo partito ... vedi tu.

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