Strano paese questo non c'è che dire. Per mesi si parla dello stile di vita del Presidente del Consiglio, uno stile di vita sicuramente incompatibile con la carica istituzionale che ricopre, senza riuscire a venirne a capo nell'unico modo naturale: le sue dimissioni. Poi lentamente la questione passa in secondo piano e si spegne senza nessuna conseguenza sul governo del paese. Poi accade un fatto che, dal punto di vista istituzionale, è sicuramente molto ma molto più grave. Alla Camera si approva una riforma come il federalismo municipale in maniera antidemocratica, il voto di fiducia, e per festeggiare l'approvazione un manipolo di deputati sventolano bandiere secessioniste e lo stesso Presidente del Consiglio esibisce il simbolo del partito che ha strenuamente voluto questa scellerata riforma. Ma il problema non è tanto nella bontà o meno della riforma stessa, quanto piuttosto nell'esibizione di simboli di partito in una sede istituzionale e da parte di rappresentanti di questa istituzione che dovrebbero rappresentare il paese e non tanto il loro partito di appartenenza. Un simile comportamento è sicuramente più grave e maggioramente condannabile rispetto alle proprie abitudini di vita. In presenza di un fatto simile tutte le opposizioni avrebbero dovuto chiedere immediatamente le dimissioni del Presidente del Consiglio e qualora le dimissioni non fossero arrivate immediatamente tutta l'opposizione avrebbe dovuto fare ricorso alle stesse dimissioni per interrompere una legislatura che si occupa ormai esclusivamente di due problemi: quelli giudiziari di Silvio Berlusconi e quelli di un partito, la Lega Nord, che rappresenta una minoranza del paese. Ma indossare i simboli di un partito da parte di chia ha la responsabilità di governo del paese è un fatto grave, anticostituzionale, reazionario e da colpo di stato. Pensate che cosa sarebbe accaduto se per esempio D'Alema, durante il suo governo, si fosse presentato in Parlamento con la falce e martello. Il Presidente del Consiglio, una volta nominato a tale ruolo, nomina che viene dal Capo dello Stato e non dal popolo come si vorrebbe far credere, rappresenta tutto lo Stato ed e' inammissibile che possa presentarsi in pubblico o peggio ancora in qualsiasi sede istituzionale indossando simboli di un partito qualunque esso sia. Ma ormai in questo paese si è perso completamente il senso della decenza, si sono persi i più elementari principi democratici sanciti dalla costituzione e ormai la maggioranza dei cittadini e dei loro rappresentanti hanno subito un lavaggio del cervello mediatico condotto dal dittatore di Arcore e dal suo continuo tam tam sulla presunta investitura popolare. L'episiodio è vergognoso e meritevole di un'indignazione che invece rimane soffocata nelle inconsistenza di un'opposizione che non vede oltre il proprio naso e che si è addirittura prostituita nei confronti della Lega per defenestrare Berlusconi dalla sua carica. Un'altra vergogna per un paese che proprio in questi giorni dovrebbe festeggiare i 150 anni dell'unita' ritrovata, 150 anni di storia violati ed offesi da un manipolo di fascisti con la complicita' di un uomo senza scrupoli pur di ottenere la propria immunita'..
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