Forse ormai solo l'essere umano non si rende conto di quanto sia fragile e instabile la società che ha creato su questo pianeta. Una società vittima delle sue stesse regole da una parte e della potenza e forza dell'universo dall'altra, destinata all'autodistruzione se non si procederà prima che sia troppo tardi ad una radicale cambiamento nel modello di sviluppo. Purtroppo però non ci sono segnali confortanti se si analizzano le reazioni della società mondiale alle catastrofi naturali e non che si stanno abbattendo su questo nostro malandanto pianeta. La crisi economica di questi ultimi anni ha messo in evidenza tutta la fragilità del sistema economico-finanziario costruito seguendo le regole del capitalismo. Un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento delle risorse naturali e soprattutto dei popoli più deboli e meno emancipati, che guarda caso occupano proprio quelle aree del pianeta dove tali risorse si trovano in abbondanza. Piuttosto che procedere ad uno sviluppo armonico ed equilibrato, la società ha preferito seguire la strada della ricchezza per pochi eletti abbandonando la maggioranza della popolazione mondiale a condizioni di vita dove povertà e fame la fanno da padrone. La corda è stata tirata oltre ogni limite e non si è ripensato il modello di sviluppo nemmeno di fronte all'avvento del terrorismo che trova le sue radici profonde oltre che nel fanatismo religioso anche e soprattutto nella povertà e nella disperazione. La fama di ricchezza del grande capitale ha portato la società mondiale ad una crisi senza precedenti, crisi dalla quale in parte ci si è salvati facendo ricorso a principi che sono la base di un modello di sviluppo opposto al capitalismo e cioè il socialismo. Lo Stato è dovuto intervenire per salvara la baracca anche nel continente capitalista per eccellenza, gli Stati Uniti d'America, salvando quelle istituzioni che rappresentanto la bandiera della società capitalista: le banche. Si pensava che questa crisi avesse come sbocco naturale un cambiamento di rotta, un ripensamento se non totale almeno parziale del modello di sviluppo ed invece, una volta tappate le falle che si erano aperte, si è ripreso a camminare sulla vecchia strada. Unico obiettivo fare profitto a favore di pochi e a danno di molti. Una strada che però ha subito trovato degli ostacoli che potrebbero portare ad un nuovo sconvolgimento: la rivolta di molte popolazioni del Nord Africaè uno di questi ostacoli scoppiato in questi ultimi mesi. Quasi tutto l'occidente, in maniera molto ipocrita, inneggia alla vittoria della democrazia, dimenticando che se la democrazia non ha mai trovato terreno fertile in questi paesi è anche grazie e soprattutto all'opera di sostenimento delle varie dittature. da parte dell'occidente stesso. Non a caso nel paese più a rischio per l'economia mondiale, la Libia, il regime sta soffocando la rivolta nel sangue con tutto l'occidente che non sa altro che fare dichiarazioni di principio regolarmente ignorate da Gheddafi. In mezzo a questa scelleratezza ed ipocrisia, si innescano eventi tragici come i disastri naturali di questi ultimi anni che mettono in evidenza quanto l'uomo sia piccolo e presuntuoso al cospetto della natura. Sempre guidato dall'ossessione di accumulare ricchezza e guadagni, l'essere umano non si rende conto che non è il padrone del pianeta ma semplicemente un ospite a volte sgradito della natura e dell'universo. Un universo che ha una vita propria che procede indipendentemente dall'essere umano e dalla sua attività frenetica. Sulla terra l'uomo ha pensato di sfidare la forza della natura e soprattutto ha avuto la presunzione di vincere e domare questa forza, che invece, quando si scatena come e' accaduto in Giappone o ad Haiti o nell'Oceano indiano, dimostra tutta la fragilità della nostra società. Abbiamo costruito città e paesi superaffollati in zone pericolosissime come in Giappone, impiantando una società che, sempre nel nome del profitto, si sorregge sull'energia nucleare fornita da centrali super tecnologiche ma anche super pericolose. Oggi diciamo che la natura si è scatenata, in realtà il terremoto del Giappone fa parte della vita naturale del nostro pianeta, una vita che non prevedeva la presenza dell'uomo oppure che non la prevedeva in maniera così massiccia in zone altrettanto pericolose. E così stiamo assistendo in queste ore allo spettacolo devastante messo in scena dal pianeta e tutto il mondo sta con il fiato sospeso per le sorti di quelle centrali che rappresentano una vero e proprio pericolo per il mondo intero. Ed al cospetto di questa tragedia come reagisce l'uomo ? In maniera davvero incomprensibile progettando la costruzione di queste bombe a cielo aperto in territori altrettanto rischiosi come quello del nostro paese. Siamo o non siamo degli extraterrestri ?
domenica 13 marzo 2011
L'essere umano è il vero extraterrestre
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