martedì 29 marzo 2011

Il vero pericolo per l'umanità: l'essere umano

In queste ultime settimane diversi avvenimenti stanno sconvolgendo il pianeta intero e creando preoccupazioni per le sorti del genere umano. Popoli assoggettati da anni a regimi dittatoriali che giustamente si ribellano originando loro malgrado guerre, sconvolgimenti naturali che sono normali per la vita di un pianeta com il nostro ma tragici per un'umanità che invece di cercare di convivere con la natura la sfida continuamente, disastri ambientali originati più che dalla pericolosità della tecnologia dalle modalità con le quali la stessa viene utilizzata. Analizzando tali eventi lasciando da parte un minimo di superficialità è indubbio che l'attore principale di tali tragici accadimenti è uno solo: l'uomo.
Le rivolte nel Nord Africa hanno avuto un primo assaggio di ciò che potrà realmente avvenire quando si estenderanno a paesi come Siria, Iran e via dicendo con ciò che sta accadendo in Libia. In Egitto e Tunisia la rivolta è stata pacifica ma in paesi come la Libia, dove il regime è più cruento e soprattutto dove vi sono risorse naturali che fanno gola a tutti, si è subito arrivati ad una vera e propria guerra. Gli obiettivi umanitari presi a pretesto sono lo specchio della immensa ipocrisia che pervade la politica mondiale. Gheddafi, grazie appunto alle sue risorse naturali petrolio e gas, è stato per anni un partner per tutto il mondo capitalistico occidentale e soprattutto per l'Italia da sempre, dopo la seconda guerra mondiale, asservita ai voleri del dittatore libico. Un dittatore che si è permesso di portare a termine un attentato terrostico in cui hanno perso la vita centinaia di persone senza che nessuno facesse assolutamente niente. Oggi, gli stessi paesi Italia in testa, cambiano improvvisamente registro mostrandosi "profondamente umanitari" non per rovesciare direttamente un regime sanguinario, ma usando a proprio uso e consumo il sangue di chi con mani e unghie è pronto a schierarsi contro carri armati e bombe scagliate su di loro dal regime stesso. Se l'occidente avesse voluto quel regime, così come molti altri, sarebbero già caduti da tempo e probabilmente con minore spargimento di sangue, ma era senz'altro più comodo fare affari con Gheddafi che farli con uno stato democratico.
Il terremoto in Giappone è uno dei tanti eventi catastrofici che sono all'ordine del giorno su un pianeta che è ancora vivo e pieno di energia nelle sue viscere come molti altri mondi che vagano nell'universo. E l'uomo, all'indomani di eventi così tragici, non sa fare altro che scagliarsi contro la natura che niente di più ha fatto che seguire il proprio corso. In Giappone un evento simile era atteso da anni, ma nonostante questo si è continuato ad affollare un territorio rischioso costruendo si in maniera molto più efficiente che in altri parti del mondo (se fosse accaduto in Italia sarebbe stata una strage anche senza tsunami), una politica di sviluppo che oggi è costata quasi 30.000 morti ed un disastro mondiale per ciò che riguarda la radioattività. Un disastro simile e forse anche peggiore è atteso in Italia quando il Vesuvio si risveglierà, ma l'uomo, con tutta la sua presunzione, continua a sfidare la natura anche in questo caso sovraffollando le pendici di un vulvano pronto a mietere prima o poi centinaia di migliaia di vittime.
E veniamo al nucleare che in questi giorni la fa da padrone quasi quanto la guerra nei giornali, nei dibattiti e nelle decisioni di governi per quanto riguarda il futuro dei loro paesi. Dopo il terremoto in Giappone e il disastro di Fukushima non ancora arrivato alla fine e del quale le consequenze sono ancora poco chiare, tutti sono pronti si a ripensare all'utilizzo di questa fonte energetica che ha dato origine in meno di 30 a due disastri di livello mondiale. Oggi, come dopo Chernobyl, si torna a parlare di centrali più sicure e di centrali che addirittura non produrrebbero scorie. Ma come abbiamo visto non si può niente contro la stupidità umana perchè anche Fukushima era a suo tempo una centrale sicura che avrebbe dovuto già essere dismessa, ma grazie alla fame di profitti dell'essere umano, la società che gestisce la centrale aveva chiesto una proroga di 10 anni prima di dismettere la centrale stessa e tale proroga era stata accordata. Se si fossero rispettate le regole e le condizioni di sicurezza oggi forse non saremmo qui a discutere sul nucleare. Le centrali nucleari hanno sicuramente un rischio intrinseco rispetto ad altre fonti energetiche, ma questo rischio è sicuramente amplificato e potenziato dalla gestione in termini di profitto che ne viene fatta dall'uomo. Come si possa mettere in mano la gestione di una centrale del genere ad una società privata il cui unico scopo è produrre profitto senza mettere a rischio la sicurezza è veramente fantascientifico. E' questo alla fine il problema di fondo comune agli avvenimenti ed alle sciagure di cui siamo testimoni in queste settimana: la sete di denaro, di profitti, di potere che pervade l'essere umano. Se non si cambia rotta nel modello di sviluppo anche un pannello solare può diventare potenzialmente pericoloso.
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