Siamo a pochi giorni di quello che si preannuncia un vero scontro epocale, un corpo a corpo al limite della guerra civile fra Berlusconi ed il suoi adepti, Lega e Pdl, contro la magistratura che tenta da anni di portare davanti ad un tribunale uno dei più grandi indagati degli ultimi 150 anni. Abusando di quel potere di cui si sente investito ma che non risponde alla realtà di una vera e propria democrazia, il presidente del consiglio impegna ormai da anni governo, parlamento e maggioranza che lo appoggia nella lotta senza quartiere fra la sua persona e la giustizia. Il tam tam mediatico messo in atto da quando il dittatore di Arcore è entrato in politica e da quando ha ricevuto il primo avviso di garanzia, si è intensificato in questi mesi dopo il caso Ruby e sta producendo i suoi effetti sul popolo dei teledipendenti grazie anche alla latitanza dell'opposizione in termini che siano almeno cofrontabili con quelli utilizzati dal capo del governo. La tesi ripetuta in maniera ossessiva da Berlusconi, dai parlamentari del Pdl per fede nei suoi confronti e dai parlamentari della Lega per opportunismo politico, è sempre la stessa: i magistrati sono politicizzati e comunisti, il loro obiettivo non è quello di perseguire dei reati ma quello di perseguire Berlusconi, si comportano come un potere occulto che tende a soverchiare la volontà popolare.Queste farneticazioni ripetute più volte al giorno sono diventate un assunto, un dato di fatto anche appunto per la mancanza di qualcuno che spieghi con altrettanto costanza ed efficacia che la magistratura agisce solo in presenza di ipotesi di reato, che rappresenta uno dei poteri istituzionali sui quali si fonda la democrazia e che quindi certe accuse devono essere dimostrate e con prove inconfutabili, che se Berlusconi tenesse un comportamento irreprensibile, cosa che un capo di governo dovrebbe tenere per assunto, la magistratura stesse non troverebbe appigli per intentare un qualsiasi processo. Sarebbe come uno scalatore che dovesse tentare la risalita di una parete rocciosa completamente liscia, diventerebbe impossibile l'impresa, ma la parete del presidente del consiglio è piena di spigoli ed appigli e quindi è giusto che la magistratura operi con "ossessione" nei suoi confronti perchè il paese meriterebbe un capo di governo irreprensibile ed inattaccabile sotto ogni aspetto della sua vita pubblica e privata. Berlusconi purtroppo non è un personaggio con quelle qualità e solo gli orbi che lo hanno votato non lo sapevano o facevamo finta di non saperlo, il suo impero televisivo si è fondato su operazioni poco chiare e sui favori ricevuti a suo tempo dal partito socialista e dal suo leader Betttino Craxi e non è un caso che il cavaliere abbia scelto la politica proprio quando Craxi è caduto sotto le inchieste di Mani Pulite. La giustizia in Italia purtroppo non funziona come dovrebbe anche e soprattutto a causa dell'incuria prestata dalla politica a questo importante potere istituzionale, incuria che è diventata una vera e propria guerra da quando Berlusconi occupa la posizione di capo del governo. Ora, dopo vari tentativi maldestri in contrapposizione che le più elementari regole costituzionali, il Presidente del Consiglio ha messo sotto torchio tutti i propri fedeli avvocati, che guidati da Ghedini e con la complicità del ministro Alfano, tenteranno di dare una bella spallata alla magistratura per impedire definitivamente che questa si occupi in maniera adeguata delle vicende del dittatore di Arcore. Una riforma del tipo costi che quel costi anche se per salvare il cavaliere si salveranno altri delinquenti seguendo il principio ... "Muoia Sansone e tutti i filistei".
lunedì 7 marzo 2011
Scontro epocale altro che riforma
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