lunedì 21 settembre 2009

Si ricomincia ... fino ai prossimi morti o feriti

I funerali di stato sono terminati, la retorica di questi giorni viene piegata insieme al tricolore e rimessa nel cassetto, il paese ha pianto compresi quei ministri che solitamente bruciano il tricolore (Bossi, Maroni e company), il Papa è addolorato ma rimane rinchiuso nelle sue stanze, le famiglie dei soldati morti dopo essere state abbracciate da sconosciuti se ne tornano sole con il proprio dolore alle loro case, e domani .. anzi oggi stesso si riprende la solita vita di tutti i giorni dimenticando la guerra in Afghanistan ... ops pardon ... la nostra missione di pace in Afghanistan fino ai prossimi morti o feriti in scontri a fuoco con il nemico ... ops scusate ancora una volta ... vittime di attentati terrosistici. Quando sarà torneremo alle nostre brevi ed ipocrite discussioni: ritiriamo i nostri soldati, no ora non si può, strategia del ritiro concordata con gli alleati che pero' richiedono un maggiore impegno militare, missione di guerra o missione di pace. Nel frattempo moriranno altri soldati, altri civili, ma che ce frega mica saranno italiani .. quelli possono morire come se la guerra a cui partecipano i soldati italiani fosse una guerra diversa da quella che si svolge in Afghanistan. Insomma l'ipocrisia e la retorica nazionale è solo accantonata ma naturalmente uscira' fuori con i prossimi feriti o peggio ancora morti. Naturalmente l'uccisione di un essere umano da parte di altri essere umani è sempre un fatto tragico, ma la morte in guerra è un evento che si deve mettere in conto per i soldati che vi partecipano, mentre ci sono altre morti che dovrebbero suscitare più indignazione. Non è bello fare questo discorso discriminando morti di seria A da morti di serie B, ma vedere tutto questo dispiegamento di commozione per un soldato che muore in guerra mentre poi si vedono passare sotto silenzio decine e decine di morti sul lavoro dove la morte non dovrebbe mai affacciarsi o quanto meno solo in casi eccezionali, fa pensare su quanta retorica e ipocrisia pervada il nostro paese a tutti i livelli. La politica in primis, senza nessuna esclusione, non riesce ad essere obiettiva e liberarsi di questa retorica calvacando con tutta l'ipocrisia possibile eventi tragici come la morte dei soldati italiani. Tutte le panzane messe in campo dagli americani, dalla Nato e dall'Onu per giustificare questa guerra e quella in Iraq sono puntualmente rispolverate. Lotta al terrorismo (si puo' combattere il terrorismo procedendo con l'invasione di due stati come se i terroristi appartenessero a questi stati ?), servire la patria (difficile capire come si possa servire la patria andando a fare la guerra in una paese straniero), morti ingiuste (come se la guerra non prevedesse anche questi fatti tragici ... ma noi italiani pretendiamo di partecipare ad una guerra senza vedere i nostri soldati cadere come quelli di tutti gli altri eserciti). Strano modo di combattere una guerra da parte di un paese che dovrebbe ripudiarla se non altro per averlo scritto nella propria costituzione.
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