giovedì 17 settembre 2009

Afghanistan: sarebbe ora di mettere da parte l'ipocrisia per rispetto di coloro che ci lasciano la vita

Sarebbe ormai ora che, in occasione di eventi tragici in cui dei soldati italiani perdono la vita, si lasciasse finalmente da parte l'ipocrisia ed il dibattito finalmente si sviluppasse sui binari della verita' e del rispetto sia verso la nostra costituzione ma soprattutto verso i militari che credono nelle missioni che svolgono. Questo sarebbe l'unico modo per rispettare ed onorare chi sacrifica la propria vita per degli ideali. Ed invece i discorsi ed il dibattito e' sempre della stessa natura e sempre ipocrita.
Intanto come sempre vale la pena di ricordare che il nostro paese agisce al di fuori della costituzione. Una costituzione che ripudia la guerra e che viene raggirata chiamando le missioni del nostro esercito missioni di pace mentre sono vere e proprie missioni di guerra. Un aspetto questo che non viene mai toccato durante i dibattiti che seguono la morte di qualche nostro soldato, ma un aspetto essenziale e di principio.
L'ipocrisia comunque parte da lontano, da molto prima del famigerato 11 settembre, quando gli Stati Uniti finanziavano ed appoggiavano i talebani per contrastare i russi che avevano invaso l'Afghanistan. E questo appoggio incondizionato è stato così ben strutturato che i talebani hanno messo in piedi un regime solido e ben strutturato. Poi l'ipocrisia è continuata proprio in occasione dell'11 settembre quando Bush, in occasione dell'attentato, parlò subito di Stati Uniti sotto attacco e di guerra. Una parola spropositata in quanto si trattava semplicemente di un attentato terroristico, il piu' grave, il piu' tremendo, il piu' sanguinoso che fosse mai stato messo in atto, ma sempre un attentato terroristico. Parlare di guerra era fuori luogo in quanto il terrorismo islamico non aveva e non ha patria, ma le ragioni politiche dell'ammnistrazione Bush fecero si' che si parlasse di guerra. Si individuò nell'Afghanistan il paese dove Osama Bin Laden, l'ideatore dell'attacco alle torri gemelle, aveva il suo quartier generale ed in pochi mesi americani e inglesi invasero quel paese. In realtà gli americani, cosi' come i russi qualche anno prima, avevano necessità di controllare un territorio strategico come quello dell'Afghanistan attraversato da conduttore petrolifere e di gas, ma soprattutto controllare le piantagioni di oppio, l'unica vera risorsa del paese. Poi gli americani attraverso l'Onu hanno coinvolto tutti i paesi della Nato che avrebbero avuto il compito di consolidare il controllo del paese mentre le truppe Usa avrebbero invaso l'Iraq. Purtroppo non e' andata come gli Usa avevano previsto perche' presi dalla guerra in Iraq, hanno trascurato l'Afghanistan dove i talebani si sono riorganizzati e lentamente hanno ripreso il controllo del paese. Nel frattempo il nostro esercito e' stato costretto ad agire al di fuori della nostra costituzione e si è trovato nel bel mezzo di una guerra che sembrava terminata.
Ora mentre questa invasione è stata iniziata parlando di guerra, si cambiano le parole ed il loro significato parlando di terrorismo nel caso degli attacchi dei talebani contro le truppe che occupano l'Afghanistan. Insomma l'ipocrisia e l'uso improprio di parole e termini che fa la politica per discutere della guerra in Afghanistabn alla fine altro non è che una mancanza di rispetto verso coloro che sono morti convinti di servire la propria patria. Sarebbe ora che questa farsa finisse una volta per tutte.

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