martedì 11 agosto 2009

Un vero ideale andrebbe perseguito sempre e non a seconda del momento storico.

L'uscita di ieri del ministro della guerra La Russa, con la quale per la prima volta si riconosceva lo stato di guerra in Afghanistan, ha dato vita al dibattito in merito alla presunta missione di pace dei nostri soldati in quel territorio martoriato. Oggi scendono in campo il ministro Frattini anche lui per togliere il velo dell'ipocrisia sulla missione in Afghanistan, ed il Partito Democratico, che se pur con qualche timido distinguo, si accoda alle dichiarazioni di La Russa dando vita ad un asse maggioranza opposizione sempre pericoloso. In generale sono sempre sospettoso quando, in questo paese e soprattutto con questo governo, in merito ad un determinato problema prende vita una confluenza di idee ed opinioni fra maggioranza ed opposizione. Non ritengo che ci siano margini di convergenza di nessun tipo con una maggioranza come quella attuale, che ha dato vita a leggi come il lodo Alfano o leggi razziali che stanno portando nl paese indietro nel tempo e nella storia. A questa maggioranza è necessario fare sempre e comunque opposizione a prescidere, ma a parte questo mio preconcetto, nel caso in questione le perplessità sono anche di altra natura.
Frattini dice che stiamo ragionando su un mondo che 61 anni fa, quando è nata la Costituzione, nessuno poteva immaginare e quindi, come consequenza logica di questa constatazione, è necessario rivedere certi principi. Allora mi chiedo: i principi e gli ideali non dovrebbero avere un valore assoluto oppure devono essere modulati a seconda dei tempi ? E non è proprio a causa di questa modulazione che stiamo vivendo un periodo storico privo di ideali ? Prendiamo in esame il principio sancito dall'art. 11 della nostra Costituzione ... il ripudio della guerra ... questo principio non dovrebbe avere un valore assoluto ? E ancora non è troppo comodo stabilire un principio che poi possiamo seguire o disattendere a seconda delle condizioni e della situazione storica ? Certamente una volta sancito un concetto come il ripudio della guerra, tutta la politica dovrebbe rispettarlo e soprattutto adoperarsi affinchè si evitino le condizioni che possano in qualche modo portare a disattendere quell'ideale così fortemente dichiarato dalla nostra carta costituzionale. E questo modo di far politica è sicuramente più faticoso che comportarsi in maniera opportunistica a seconda dei casi e delle condizioni storiche. Ora ci si è resi conto che i governi italiani, Berlusconi 2 Prodi e Berlusconi 3, si sono comportati in maniera ipocrita inviando truppe per una missione di pace su un territorio di guerra, ben sapendo quindi che avrebbero fatto tutt'altro che portare la pace. Ma ora quello che si intende fare, dopo aver riconosciuto questa ipocrisia, è continuare su questa strada. Non si intende modificare l'art. 11, e quindi si riconosce la validita' del principio, ma si intendono apportare delle eccezioni che consentano ai nostri militari di partecipare ad azioni di guerra. Insomma si pensa di raffinare l'ipocrisia, di renderla meno rozza, ma non di eliminarla. In un paese serio prima di tutto di dovrebbe discutere del principio e dell'ideale per valutare se è ancora un principio che ha valore, poi decidere se continuare a perseguirlo. Ma questo dovrebbe essere un ragionamento da fare in maniera oggettiva e senza il condizionamento del periodo storico e dei fatti del momento. Una volta stabilito e definito l'ideale fare di tutto per seguirlo e rispettarlo. Chiedo troppo ? Si con questa classe politica cialtrona e dedita all'immagine piuttosto che alla sostanza si ... è chiedere troppo.

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