venerdì 6 febbraio 2009

L'avvoltoio sfida lo stato e la costituzione

Lo squallore in cui è caduto il paese in questi ultimi tre giorni è terrificante senza pensare al grosso pericolo che sta correndo la democrazia sotto i colpi inferti da un presidente di una squadra di calcio, coadiuvato da una masnada di uomini in verde, il tutto orchestrato dal potere occulto della Chiesa. In questo momento però prima del pericolo concreto di un nuovo fascismo a cui si dovrà far fronte, c'è una vicenda umana sulla quale si gioca addirittura una partita fra governo, presidente della repubblica e magistratura. Una vicenda inverosimile che avrebbe dovuto costringere tutti al silenzio, considerato che in questi 16 anni è il silenzio che ha dominato, per poi pensare a come risolvere il problema posto dalla vicenda di Eluana. L'oggetto di questo post è comunque l'azione politica che si sta portando avanti calpestando oltre che la vicenda umana della famiglia Englaro anche la costituzione.
Cita la costituzione all'art 32 "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." La giustizia e la cassazione nella sentenza finale hanno applicato questo articolo ritenendo quell'alimentazione artificiale permanente alla stregua di un trattamento e quindi ha deciso di applicare questo articolo data la volontà della ragazza di non essere sottoposta a trattamenti che la mantenessero in uno stato vegetativo. Il governo ora, fatto unico e gravissimo, intende intervenire su una sentenza della cassazione non modificando una legge attraverso il parlamento o attraverso una modifica della costituzione come in questo caso si dovrebbe fare, ma bensi' attraverso un decreto che riveste carattere di urgenza. Ma attenzione non un'urgenza che riguarda il paese o la collettivita' ma bensì il caso di un singolo cittadino. Il decreto andrebbe contro l'articolo 32 della costituzione e contro una sentenza della magistratura passata in giudicato. Il legislatore non può cambiare il diritto fino a che una sentenza non diventa irrevocabile, ma non quando passa in giudicato. Il parlament puo' naturalmente cambiare la legge ed il diritto ma può farlo per il futuro, non per un caso per il quale è gia' stata emessa una sentenza. Questa è una regola fondamentale della democrazia: sarebbe troppo comodo ogni volta che una sentenza non piace ad una maggioranza, questa cambia la legge e quindi rende inapplicabile una sentenza definitiva. E' vero che il presidente del Milan ci ha abituati a leggi ad personam, ma almeno era tutte preventive nei suoi confronti come il Lodo Alfano, ma in questo caso si sta superando ogni limite. Bene ha fatto Napolitano ad avvisare che non avrebbe formato il decreto ma ora lo scontro diventa veramente duro e pericolosissimo.
Si il discorso è freddo e distaccato rispetto alla vicenda anzi alla tragedia umana che si sta vivendo ... si sarebbe dovuto fare silenzio a tutti i livelli, giornali, televisioni, politici, chiesa, cittadini comuni, per poi dare adito alle polemiche, al dibattito ed allo scontro successivamente. Non si capisce perchè per 16 anni tutti si siano fregati altamente di questa vicenda per poi attaccarcisi con le unghie e con i denti come avvoltoi, guidati dal presidente del Milan, quando il silenzio sarebbe diventare assoluto.

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